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tutte le persone a me più care, racconti, pensieri, piccole poesie
ed altro ancora...
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Se potessi...
Guardo
in alto nel cielo infinito, azzurro e
terso,spinto dal vento di mare vola libero
un aquilone.
Se potessi prenderlo, lo prenderei per te,
per condividerne la sua bellezza,
per alleviare la tua malinconia.
Scalo la montagna, e con fatica arrivo sulla vetta, ammiro la sua maestosità.
Se potessi regalartela, sarebbe tua,
per farti trovare serenità.
Chiudo gli occhi e penso, se potessi prendere i tuoi problemi, raccoglierli
in un pugno, li getteri in mare per non averli mai più.
Ma tutte queste cose sono impossibili per me.
Non posso prenderti l'aquilone, non posso regalarti la montagna,
non posso gettar via i problemi.
Posso solo essere me stessa, essere qui con te, sempre presente.
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Orgoglio di figlia
La campanella d'improvviso suonò
ed io come gli altri bimbi mi affrettai a mettere via le mie cose nella
cartella, mi affrettai verso la porta della mia classe, con gioia.
La lezione era finita, andavo a casa! Scesi le scale frettolosamente,
quella scale dai gradini di marmo bianco immacolato, lucide, che come
tutte le mattine le suore avevano pulito scrupolosamente.
Con
ansia scesi quelle scale felice che la giornata era finita. Via, via via.
Dall'alto intravidi un gruppetto di bimbi
fare capannina a non so cosa. D'improvviso fui presa da un brivido di
gelosia quando mi accorsi che in mezzo a loro c'era il mio papà.
Era lì in mezzo a loro tutto preso a raccontare una delle sue belle
favole.
Le raccontava bene lui le favole, non erano le solite come Cappuccetto
rosso o Cenerentola, le sue erano storie belle, incantate, storie magiche,
ed era bravo ad interpretarle.
Le porte cigolavano, i fulmini ed i tuoni che squarciavano il cielo e
lui
faceva tutti questi rumori!
Piano piano mi avvicinai, i bimbi erano chi a bocca aperta, chi con gli
occhi sgranati, e lo guardavano con grande ammirazione.
Mi avvicinai e mentre il mio papà finiva la sua storia (come le
chiamava lui) dissi ad un bimbo tutto preso accanto a me: "E'
bravo vero?"
lui annuì con fervore...
"E' il mio papà! " gli dissi compiaciuta.
Sì era il mio papà ed ero molto fiera di lui.
Papà mi intravide, finì la storia, poi mi prese per mano,
i nostri
sguardi si incrociarono, io lo guardai orgogliosa!
"Andiamo?" così piano piano ci allontanammo
verso casa.
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Legati da un filo...
Agosto 2005
Sono seduta qui, accanto a te, partiti per questo lungo viaggio.
Distrattamente mi giro e ti guardo, sembri assente tutto preso dai tuoi
pensieri.
Ti osservo, ma tu non mi vedi, chissà se nei
tuoi pensieri ci sono anch'io. Chissà se mi pensi qualche volta.
Spinta dalla curiosità, d'un tratto ti faccio la solita domanda
di sempre:
" A cosa pensi?" e tu mi dai la solita risposta
di sempre: " A niente..."
Il mio sguardo si rabbuia, ma tu non te ne accorgi...
Ancora una volta, non sono riuscita ad entrare nella tua mente...
decido di lasciarti il tuo spazio.
Mi
raggomitolo nelle mie riflessioni, nei miei pensieri.
Ti guardo, ti osservo, scruto i minimi particolari del tuo volto.
Quelle piccole rughe sul tuo viso, segnano il passare del tempo.
Quei tuoi capelli brizzolati, parlano della tua esperienza.
Quella tua sicurezza pacata, ti copre di carisma.
Serenamente penso: siamo legati da un filo, un filo invisibile.
Eravamo
piccoli allora adolescenti, una lezione di matematica,
che non capivo...ed eri lì.
Non l'ho mai capita la matematica, non mi è mai piaciuta.
Ma tu mi aiutasti allora, come ora, come sempre.
Iniziò allora, il tuo interesse per me...innocente.
Poi mi accorsi di te, eri bello allora, dolce, intelligente,innammorato.
Tanti pregi, pochi difetti, mi innammorai anch'io.
Come una crisalide in un bozzolo, la passione cresceva.
Legati da un filo, un filo di seta, indissolubile.
Tanti
ricordi ripercorrono la mia mente, un addio forzato,
un vita dura, difficile, ne abbiamo viste tante insieme...
Cose belle e brutte, tristi e felici, ma sempre uniti,
quel filo era sempre lì, indiscutibile.
Quanta
complicità, quanta gioia. Quanto tempo è passato?
Sei sempre stato qui, accanto a me. Sempre presente, una presenza
attenta,non invadente.
Mi soffermo nei miei pensieri, con una contentezza sorniona, soddisfatta.
Grazie amore mio, per essere sempre stato al mio fianco.
Grazie amore mio, per essere sempre premuroso, attento, vicino.
Mi giro di nuovo e ancora una volta ti guardo, questa volta con occhi
diversi, felici. Legati da un filo, un filo di acciaio, forte, indistruttibile,
inalterabile,quel filo invisibile che ci unisce da sempre.
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Visto che l'inglese è la mia seconda lingua, pubblicherò
una poesia
che mi è stata dedicata da una persona a me tanto cara:
Sunshine
When I woke up this morning
I found a ray of light
Shining through my window
To chase away the night...
I
tried to wrap it up to send
. The
warmth and light to you...
But boxes don't hold sunshine
So this wish will have to do:
May the sun shine on your morning
And brighten every day,
May warmth and sunshine fill your life
And chase your cares away
Have a happy, wonderful day
every day!
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Emozioni
Ferma, immobile osservo, circondata da
un paessaggio vivo.
Un mondo che racconta.
Le
note di un soffio di vento insistente tra gli alberi mi prende.
Un brivido di emozioni attraversa il mio corpo mentre da lontano si
avvicinano nubi tempestose che travolgono i miei pensieri, la mia mente.
Vivi sono i colori anche se cupi, la chioma di un albero oscilla
urla la sua esistenza.
Nuvole sembre più grigie, si muovono, si intrecciano, si avvicinano.
Si alza il vento, il cielo è scuro, sta arrivando un temporale.
Un campo, solo una distesa di milioni di fili d'erba che tremano
per l'avvicinarsi della tempesta. Tremano indifesi, abbracciati l'un l'altro
consapevoli e sicuri che nulla potrà dividerli.
Nè lampi, nè tuoni, nè scrosci d'acqua. Uniti nel
bene e nel male.
Si confondono nelle pennellate di un dipinto d'un domani passato.
E'
strano ma vero, tutte le volte che lo guardo, quel quadro in salotto,
mi fa questo effetto.
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Quel
dolce ricordo...
Enorme
era quel ficus, bellissimo, imponente, protettivo,
le foglie larghe e lucide.
Chiudo gli occhi e mi sembra di rivederlo. Attorniato da
tante piccole piante, bellissime e colorate,
rose profumate, gerani e gelsomini, mammole, tutte intorno, tutte
profumate come fossero damigelle d'onore in un corteo nuziale ...
e lì china, attenta e curva, c'era mia nonna, che con amorevole
cura
e tanta dolcezza le innaffiava.
Quanto
amore c'era in quel gesto, la guardavo, non potevo che ammirarla.
Una donna che a prima vista poteva sembrare austera, sempre in ordine,
curata, con il suo bastone, si teneva dritta facendo di tutto per
sembrare forte, autoritaria, ma in fondo in fondo sapevo che non lo fosse...forse
non lo era mai stata.
Aveva
si passato tanti momenti tristi nel corso della sua vita. Ne aveva viste
tante, la guerra, la fame, la povertà ed in ultimo, quando con
gli anni tutto sembrava essersi appianato, quando pensava aver raggiunto
la sua serenità, come un fulmine a ciel sereno,
aveva perso il suo primo grande amore di mamma.
L'amore di mia madre, la sua primogenita, l'aveva persa in un incidente
stradale, per sempre.
"Non
è naturale, è contronatura perdere un figlio!"
Mi disse una volta.
"Non è normale che un genitore viva la morte di un figlio!
Dio non doveva permetterlo...avrebbe dovuto prendere me!"
erano insieme nell'incidente e lei era sopravissuta.
Me lo disse una volta sola, ricordo, mentre i suoi occhi lucidi, pieni
di
lacrime, incontrarono i miei.
Nelle sue parole, tanta agonia, tanto strazio da
strappare il cuore, tanta amarezza.
Ne aveva viste tante mia nonna, e nonostante tutto era fiera, aveva reagito
a quella disgrazia,continuava a credere in Dio. Nonostante tutto!
Il
bastone, ormai compagno della sua vita, le faceva compagnia e
pensavo "ironia della sorte, che quell'oggetto era sempre con lei,
come a voler ricordare sempre il suo dolore..."
Era
austera mia nonna, ma nello stesso tempo dolce quando serviva.
Una presenza forte, importante nella mia vita.
Una presenza imponente come quel ficus, sul suo terrazzo.
Un dolce ricordo che porterò sempre con me.
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Qualcosa
è cambiato...
Il fruscio delle foglie si sente lontano
con un soffio premonitore si prepara
la tempesta.
Fronde di alberi rigogliosi si muovono
sinuose nel vento. Leggero il soffio mi
sfiora la pelle
come una tenera carezza. E attendo...Cammino
fra i prati che attendono e bramano
di quell'acqua che da giorni gli è stata negata.
Quella quiete, prima della tempesta che porta
un senso di aspettativa. Qualcosa accadrà...
Nubi minacciose attraversano il cielo,
alzo i miei occhi in alto, le osservo, ma non ho paura.
A
un tratto, una goccia, un'altra e poi ancora una
mi bagnano il viso e sento, respiro.
Respira con me la terra che mi circonda,
fragranza di erba tagliata, di fiori, di vita.
E
l'acqua che cade goccia dopo goccia,
promette qualcosa di nuovo.
Cammino a piedi nudi su quell'erba bagnata
cammino per me, per me stessa e attendo...
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On
womens' day
Love
has made me live love ardently
Love has made me love life
Love has made me have patience
Love has made me be wife
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Forget
Forget his name, forget his face
Forget his kiss, his warm embrace
Forget the love that once was true
Remember now there's someone new
Forget the times you spent together
Remember now, he's gone forever
Forget you cried the whole night long
Forget him when they played your song
Forget how close you once were
Remember now he's chosen her
Forget you memorized his walk
Forget the way he used to talk
Forget the times when he was mad
Remember now he's happy not sad
Forget the times he used to phone
Remember now you're on your own
Forget his gentle way of teasing
Forget you saw him everyday
Forget the things you planned together
Remember now he's gone forever
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