DA GELA A SIRACUSA: ALLA SCOPERTA DELL'ARTE BAROCCA |
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È preferibile che prendidiate la strada statale n. 115 (145 km.) che permette di visitare Ragusa, Modica e Noto. Uscite da Gela per Via Tevere e, dopo aver attraversato la strada ferrata vicino alla stazione, girate a destra. La strada n. 115 supera il fiume Gela e si allontana dal mare. Questo grosso centro viticolo e olivicolo di 45.000 abitanti è situato sulle pendici dei Monti Iblei. La città costruita secondo una pianta regolare, è stata fondata nel 1607 da Vittoria Colonna, figlia del viceré di Sicilia. Bel teatro comunale di stile neo-classico, Chiesa della Madonna delle Grazie e Chiesa Madre. Dal giardino pubblico, panorama. Un'a strada di 13 km. conduce a Scogilifi, stazione balneare e porticciuolo di pesca. Cittadina pittoresca, che in
parte risale al XVIII secolo con alcuni monumenti interessanti. In Piazza
Municipio, bella fontana di Diana (1937) e, dietro il Municipio, resti di
terme del III secolo con pavimenti a mosaico. La Chiesa Madre del XV
secolo, è stata ricostruita dopo il terremoto del 1693. Quella di San
Francesco risale al XIII secolo e L'antica Hibla Heraea dei Greci, costruita su di uno sperone tra due vallate rocciose, è una delle città più curiose della Sicilia per la sua posizione geografica. Essa è formata di due quartieri diversissimi: da una parte Ragusa (498 m.) di aspetto moderno e costruita secondo un piano regolatore dopo il terremoto dell 693; dall'altra parte, Ragusa Ibla (385 m.>, molto più pittoresca, molto accidentata e ricca di edifici barocchi. VISITARE RAGUSA Si arriva da Corso Italia poi si gira in Via Roma che si segue a destra fino al Ponte Nuovo. Proprio prima di attraversare questo ponte, sulla destra, una scala, vicino all'Hotel Mediterraneo, scende sul marciapiede e sbocca all'ingresso del museo comunale di archeologia, aperto dalle ore 9.00 alle ore 13.00; chiuso il lunedi'. Questo museo aperto nel 1961 contiene soprattutto oggetti provenienti dagli scavi effettuati nella regione. Si vedono, tra le altre cose, bei vasi greci scoperti nel 1972, statuette trovate a Scornavacche e due grandi mosaici di Camarina, l'uno con dei pesci, l'altro con degli uccelli. Oltrepassando il Ponte Nuovo che attraversa la Cava di 5. Domenica, si potrebbe andare in Piazza della Libertà, centro amministrativo della città ma è preferibile ritornare sui propri passi per Via Roma e raggiungere, tra il Corso Vittorio Veneto e il Corso Italla, la Cattedrale di 5. Giovanni Battista. La sua larga facciata a colonne corinzie è fiancheggiata da una torre. L'interno a tre grandi navate, separate da colonne monolitiche con capitelli, è decorato di stucchi. RAGUSA HYBLA Continuate per Corso Italia e
Via 24 Maggio che lo prolunga a serpentina. In una curva, sulla destra,
chiesetta di 5. Mada delle Scale, costruita nei secoli XV e XVI, ma
interamente modificata alla fine del XVIII secolo. Da questa chiesa, un
insieme pittoresco di scalinate permette di raggiungere Ragusa Ibla la cui
visita è molto più interessante. Alla cima di questa rampa di 242
scalini si trovano la Chiesa di 5. Maria dell'Idria e due palazzi del
XVIII secolo: Bertini e Cosentini. Proseguendo, si sbocca in Corso Mazzini
che conduce a destra, in Piazza della Repubblica. Da li, seguite a
sinistra Via del Mercato fino al Largo Camarina che si attraversa, a I DINTORNI DI RAGUSA Marina dì Ragusa: 24km. Questa stazione balneare dotata di un porticciuolo è in pieno sviluppo turistico. Da Marina di Ragusa, una strada permette di andare a Modica, passando da Donnalucata e Scicli. Da Ragusa riprendete la statale n. 115. MODICAQuesta città di 47.000 abitanti, sul fianco di uno sperone roccioso, appartenente alla parte meridionale dei Monti Iblei, fu, in una certa epoca, il feudo più potente dell'isola. Conserva del suo passato splendore alcune belle chiese barocche. In Corso Umberto I, la Chiesa del Carmine possiede un portale gotico del XV secolo, ed un rosone sulla facciata. Nell'interno gruppo marmoreo, che rappresenta un'Annunciazione di A. Gagini. Piazza Principe di Piemonte, centro della città, si trova alla confluenza di due torrenti che sono stati del tutto coperti dopo l'inondazione del 1902 che causò centinaia di vittime. Seguite, a destra, Via Marchese Tedeschi che conduce alla Chiesa di 5. Maria di Betlem la cui costruzione risale senza dubbio al XIII secolo, ma che fu ricostruita dopo il 1693. La sua cappella del Santo Sacramento, che risale al XV secolo, e probabilmente isolata in origine, offre un bel esempio dell'architettura tardo-gotica con riferimenti agli stili arabo-normanno e catalano. In fondo al Corso Umberto, si erge, sulla sommità di una scalinata ornata da statue di apostoli, la sontuosa facciata della Chiesa di 5. Piefro, patrono della città. Passate sul lato sinistro di questa chiesa per raggiungere la città alta, imboccando Corso Garibaldi, da cui si gode di un bel panorama sulla città bassa. Preceduta da una scalinata di 250 gradini, la splendida facciata di S. Giorgio, attribuita a Gagliardi, è senza dubbio uno degli esempi più belli dell'architettura barocca dell'isola. L'interno è tutto dipinto di bianco, celeste e oro. In una cappella di destra, urna in argento e bronzo contenente le relique di 5. Giorgio. Davanti al coro, un meridiano è stato tracciato sul pavimento. Nell'altare maggiore, nove pannelli dell 513, riproducono la vita di 5. Giorgio e le Scene dei Vangeli. Ricca cassa d'organo nella navata a sinistra, e nella prima cappella di destra, entrando, Assunzione di F. Paladino firmata e datata 1610. Prima di lasciare Modica, si può fare una breve sosta al piccolo museo che si trova in Corso Umberto, di fronte alla Chiesa di 5. Pietro. Esso raduna oggetti riesumati nella regione e tra essi una curiosa statua proveniente da un tempio del sole. I DINTORNI DI MODICA La cava d'Ispica, 13 km. Molte strade permettono di recarvisi ma è preferibile prendere quella di Ispica (strada statale n. 115) e girare a sinistra al crocevia di Bettola del Capitano. Una stradina provinciale conduce in 5,5 km. alla Cava d'Ispica. Questa vallata, scavata nei Monti Iblei, presenta, per più di 10 km, tracce di abitazioni primitive di cui le più antiche risalgono all'età del bronzo (Castelluccio). Vi si trovano necropoilsicule, Abitazioni trogloditiche, catacombe paleocristiane dei secoli IV e V, e perfino grotte trasformate in cappelle, contenenti pitture bizantine. Nel XVIII secolo, i visitatori hanno potuto constatare che alcune di queste grotte erano ancora abitate. Dal Molino Cavallo d'Ispica dove abita il custode, si può passeggiare prendendo il sentiero che segue la vallata. È preferibile farsi accompagnare dal custode che vi farà visitare le grotte più importanti con una lampada elettrica. Da Modica a Noto, seguite sempre la strada statale n. 115 che passa a sud di Ispica. Nella Chiesa di 5. Maria Maggiore, pitture di Strozzi e di Vito D'Anna. Uscendo dalla città una strada permette di raggiungere Pachino (20 km.), centro vinicolo posto nella zona geologica delle grotte di Calafarina e di Capo Passero, all'estremità del Golfo di Noto. Spiagge di Marzamemi e di Portopalo dove è possibile alloggiare alla buona. La statale n. 115 costeggia, in seguito, il grosso centro di Rosolini (Castello del Principe del 1668 e antiche catacombe) prima di arrivare a Noto: 116 km. NOTO O L'APOTEOSI DEL BAROCCONoto, il centro più
importante della provincia di Siracusa (25.000 abitanti), è una città
relativamente recente. Infatti, essa, fu interamente distrutta dal
terremoto dell 693. Dell'antica Neai che aveva resistito a Verre, non
rimane, come potremo vedere, che un ammasso di rovine. Gli abitanti
decisero di ricostruire la città a 18 km. di distanza e scelsero il bel
pendio di questa collina che guarda il mare. La loro scelta non soltanto
era felice ma essi chiamarono due architetti che sfruttarono la zona nel
modo migliore: Landolina e Rosario Gagliardi di cui abbiamo ammirato la
Cattedrale 5. Giorgio a Modica. Originario di Modica, Gagliardi metterà
tutto il suo talento al servizio della città natale. Arrivando a Modica,
seguite sempre dritto Via D. Giordano, fino a Piazza Nino Bixio, poi
girate a destra in Corso Vittodo Emanuele, principale arteria della città,
fiancheggiata da chiese e palazzi. Il corso attraversa Piazza XVI Maggio, I DINTORNI DI NOTO Noto Marina, piccola stazione balneare a 8 km. da Noto. Uscite dalla strada di Siracusa e svoltate a destra seguendo le indicazioni. Bella spiaggia sabbiosa. Altri alberghi sono in costruzione, perché questa stazione, la più meridionale d'Italia, permette di fare i bagni quasi tutto l'anno. Nei dintorni: rovine dell'antica città greca di Heìoros di cui restano alcune tracce di mura, di santuari e quelle di un teatro. Non lontano si erge, su un piccolo promontorio rettangolare, una colonna di 10,50 m. di altezza chiamata Pizzuta. Si tratta certamente di un monumento funerario. D'altronde è stato scoperto un ipogeo sepolcrale contenente scheletri e diversi oggetti dell'epoca ellenistica. Noto antica è a 18km. dalla città nuova. Uscite da Via dei Mille. La strada, in direzione del Palazzolo Acreide, passa davanti all'eremo di 5. Corrado eretto in fondo ad un viale pavimentato con ciottoli. Sopra l'altare maggiore, quadro dell 759 che raffigura il santo. A 10 km. circa, imboccando una stradina a sinistra, si raggiunge Noto Antica, l'antica città sicula abbandonata dopo il terremoto. La città che si estendeva per più di un km. è stata interamente distrutta. Non restano che alcuni elementi come la Porta Reale, due bastioni smantellati e le rovine del castello. Queste vestigia non offrono molto interesse ma permettono di farsi un'idea delle dimensioni della catastrofe. PALAZZOLO ACREIDEA 30 km. da Noto dalla strada
statale n. 287. È un'escursione da non tralasciare, sebbene si trovi al
di fuori dei circuiti classici. Da Noto in poi la strada offre bei
panorami e la visita dell'antica Akrai è piena di fascino. LA ZONA ARCHEOLOGICA Continuando sempre dritto arriverete alla zona archeologica, aperta dalle 9.00 alle 13.00 e dalle ore 15.30 al tramonto. Vi si può accedere in macchina, da una nuova strada panoramica. Dal cancello d'ingresso, un piccolo sentiero conduce al Teatro greco di epoca tardiva (III secolo a.c. ma rimaneggiato nell'epoca romana), di proporzioni molto eleganti e molto ben conservato. Stagione di prosa in agosto. La cavea, di dodici file di gradini, poteva contenere 600 spettatori. L'orchestra ha conservato una parte della sua pavimentazione, e si può ancora vedere, sulla sinistra, l'altare di Afrodite dove, prima dello spettacolo, gli attori erano soliti sgozzare un agnello. In questa parte si trovano anche delle giare e dei silos da grano di epoca bizantina scavati nel suolo. Sul fianco del teatro, bouleutedon o sala del consiglio della città con alcuni gradini. Bisogna visitare le due latomie dell'Intagilata e dell'Intagilatella. Esse furono consacrate al culto degli eroi defunti, nel periodo greco, prima di servire da ipogei e catacombe nell'epoca cristiana e poi come abitazioni rupestri nell'epoca bizantina. Non esitate a penetrare nell'interno di queste cavità, alcune delle quali sono formate da un susseguirsi di camere e tombe. L'Intagliatella, più profonda, porta ancora sulle pareti, gli spazi destinati alle tavolette (pinakes) del culto degli eroi ed anche un rilievo rupestre che risale al lì o all secolo a.c. Uscendo, costeggiate il muro esterno della cinta di rovine, sulla sinistra, e arriverete in una magnifica sfrada romana, larga più di quattro metri, pavimentata di lava, portata alla luce di recente. Nuovi scavi saranno intrapresi in questo settore che non ha ancora rivelato tutti i suoi segreti. Terminata la visita potrete farvi accompagnare dal custode nella valle dove sono conservati i Santoni, sculture molto rozze intagliate direttamente nella roccia. La maggior parte di queste opere rupestri, che risalgono al III secolo a.c., rappresenta Cibele seduta o in piedi, o accompagnata dai suoi leoni e talvolta circondata dai Dioscuri a cavallo. Questo insieme, molto danneggiato, oggi protetto da cabine di legno, testimonia l'importanza del culto orientale nella Sicilia ellenistica. Questa visita non può effettuarsi che in compagnia del custode che ha le chiavi. Da Palazzolo Acreide, è molto agevole raggiungere direttamente Siracusa attraverso una strada di 46 km. in buono stato, la statale n. 124 che passa da Floridia. A 13 km. circa da Palazzolo Acreide, un bivio sulla sinistra permette di raggiungere, in 22km., la necropoli di Pantalica. Questa necropoli sicula si compone di circa 5.000 tombe scavate nelle pareti di un altopiano calcareo orlato di rocce ripide. La città, di cui non resta più niente, fu molto fiorente dal XII all'VII secolo a.c. e le sue abitazioni erano ancora utilizzate nel medioevo. Da Noto a Siracusa, 32 km. La strada statale n. 115 passa per Avola poi costeggia il Golfo di Noto e attraversa il Cassibile. È nella città di Cassibile che fu firmato l'armistizio tra l'italia e gli alleati il 3 settembre 1943. A destra, una stradina costiera permette di raggiungere Siracusa passando per il Lido di Fontane Bianche e il Lido Arenella. Da Gela a Siracusa (parte 1) | Da Gela a Siracusa (parte 2) | Da Gela a Siracusa (parte 3) | |
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