M.S.I. - FIAMMA TRICOLORE - Sez. di CADONEGHE (PD)  
 
 

   
 

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ALMIRANTE G.

GIORGIO ALMIRANTE , il più conosciuto ed amato leader del M.S.I. e della Destra italiana dal dopoguerra fino alla fine degli anni '80 , resta ancora una figura indimenticabile per coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo o di condividere i suoi ideali e le sue scelte sempre coerenti e coraggiose. Uno dei pochi grandi uomini che lasciarono un segno incancellabile nella vita politica e nella società italiana. Giorgio Almirante nacque a Salsomaggiore ( Parma ) nel 1914, da Mario e Rita Armaroli. Discendeva da una famiglia di artisti ed infatti già il nonno ed il padre di Mario furono attori e quest'ultimo fu regista del cinema muto e direttore di scena con Eleonora Duse. I fratelli del padre, Giacomo, Ernesto e Luigi, furono tutti attori famosi e la cugina del padre, Italia Almirante Manzini, fu una celebre diva del cinema muto, anch'essa figlia di un attore. Nel 1926 la sua famiglia si trasferì a Roma dove Almirante studiò e si laureò alla Facolta di Lettere.  Ma la sua prima passione fu il giornalismo: già durante gli anni dell'università svolse l'attività di praticante presso il quotidiano fascista " Il Tevere " diventando poi, nello stesso giornale, giornalista professionista e caporedattore. Nel 1940 ( dichiarazione di guerra ) Almirante fu chiamato alle armi come ufficiale di complemento e partì volontario per l'Africa ( I^ Divisione libica camicie nere ) dove restò fino al 1941 e si meritò la Croce di Guerra al Valor Militare. Dopo l' 8 Settembre (armistizio), Almirante si arruolò nella Guardia Nazionale Repubblicana e conobbe Fernando Mezzasoma, ministro della Cultura Popolare della Repubblica Sociale Italiana, che lo convinse a seguirlo come collaboratore al ministero ed in seguito lo nominò Capo di gabinetto del ministro della Cultura Popolare. Tra la fine del 1944 e gennaio del 1945, Almirante prese parte, come tenente comandante il reparto del ministero della Cultura popolare nella brigata nera autonoma ministeriale, alle operazioni militari contro i partigiani in Val d' Ossola, durante la quale però non ebbe mai occasione di partecipare a combattimenti. Il 25 Aprile 1945 Almirante si trovò a Milano dove rimase per tutto il giorno al suo posto di lavoro. Infatti a lui e ad altri funzionari del ministero, fu vietato proprio da Mezzasoma di partecipare a quello che sarebbe stato il viaggio fatale di Mussolini verso la Valtellina (Mezzasoma, con altri ministri della R.S.I. fu fucilato dai partigiani il 28 aprile) . Dalla caduta del Fascismo fino al 1946  Almirante visse in clandestinità sotto falso nome. Quando tornò a Roma, incominciò ad interessarsi di politica assieme ad alcuni gruppi di reduci fascisti repubblicani. Il 26 Dicembre 1946 Almirante fondò il Movimento Sociale Italiano, assieme ad una quindicina di altri sostenitori, tra i quali  Michelini,  Romualdi,  Gray,  Baghino e Tripodi  e fu nominato "Segretario della Giunta Esecutiva", anche se comunemente viene riconosciuto come primo Segretario Nazionale del partito. Da quel momento incominciò la vera attività politica del M.S.I. con la difficile campagna elettorale del '47 per il Comune di Roma ; tutti i comizi di Almirante furono interrotti  violentemente dagli avversari e per quello del 10 ottobre in Piazza Colonna, egli fu accusato di apologia del fascismo, indicato come "elemento pericoloso all'esercizio delle libertà democratiche" e  condannato  ad un anno di confino  ( pena che fu poi condonata). Durante quelle elezioni comunali il M.S.I. ottenne il 4% dei voti e tre consiglieri comunali. Nel 1948, Almirante affrontò la prima campagna elettorale nazionale, anch'essa non priva di rischi per la sua stessa incolumità personale, a causa della inaudita violenza degli avversari che cercarono di impedirgli di parlare in moltissime piazze d'Italia, provocando a volte durissimi scontri. In quelle prime elezioni nazionali il M.S.I. ottenne il 2% ( 6 deputati e 1 senatore). Nel 1949 , all'interno del M.S.I. si ruppero alcuni equilibri tra le due maggiori componenti, quella rappresentata da Almirante, l'anima cosiddetta di "sinistra", antiamericana, che si rifaceva come continuità ideale con il fascismo repubblicano  e quella moderata, conservatrice ed atlantista, orientata verso un politica di inserimento. Nel 1950, durante il Comitato Centrale del 15 gennaio, la componente "moderata" risultò maggioritaria e Almirante si dimise da Segretario Nazionale. Nello stesso anno venne fondato a Napoli il primo sindacato di destra, la CISNAL ( Confederazione Italiana Sindacato Nazionale Lavoratori) Alla guida del partito furono eletti prima Augusto De Marsanich ed in seguito (1954) Arturo Michelini. Almirante collaborò lealmente con De Marsanich e con Michelini, arrivando anche ad accettare l'alleanza dell'Italia con gli U.S.A. e quella del partito con i monarchici per le elezioni amministrative. Nel 1956, dopo l'insuccesso del M.S.I. alle elezioni amministrative, Almirante prese posizione contro la segreteria di Michelini, auspicando un ritorno ad una maggiore identità del partito e ad una continuità ideale con i principi sociali derivanti dall'esperienza della R.S.I. . Il Congresso del 1956 fu vinto con pochissimo scarto di voti da Michelini ( 314 contro 308 ). Almirante convinse i suoi sostenitori a non lasciare il partito e continuare una battaglia interna di opposizione, rinunciando, per coerenza, alle cariche in Direzione Nazionale. Nel 1960 il M.S.I. sembrò raggiungere una certa fase di legittimazione appoggiando il Governo Tambroni e determinando una politica sociale più incisiva ( riduzione del prezzo della benzina, maggiore attenzione alle fasce sociali meno garantite, investimenti industriali al Sud ), ma in realtà era un'illusione. Il M.S.I. venne strumentalizzato per scatenare la violenza rossa e creare un clima favorevole alla linea di Moro e Fanfani di realizzare il Centro-sinistra. L'occasione fu quella del Congresso di Genova, una vera e propria "trappola" che fu stretta attorno al partito con la mobilitazione dei "portuali" , cortei e scontri violentissimi con la polizia che portarono al divieto di svolgimento del Congresso per motivi di ordine pubblico. Significative le parole di Andreotti: " L'occasione per dare al ministero Tambroni l'estrema unzione fu offerta dal Congresso del Msi indetto a Genova". Dopo i fatti di Genova,Tambroni rassegnò le dimissioni e con lui finirono anche le speranze di Michelini di  inserimento. Iniziava una lunga stagione politica che avrebbe portato la D.C. ad alleanze sempre più strette con la sinistra e ad isolare a destra il M.S.I. Nel frattempo, Almirante era diventato un vero protagonista delle battaglie parlamentari, affermandosi come uno dei migliori oratori del Parlamento italiano . Tutti ricordano la pratica                 dell' "ostruzionismo" da lui messa in atto in diverse occasioni: contro la legge Scelba sul divieto della ricostituzione del partito fascista, Almirante parlò per quattro ore consecutive ogni mattina per un mese, contro l'attuazione dell'ordinamento regionale dello Stato e contro l'istituzione della Regione Friuli, discorso alla Camera di circa otto ore , in difesa dell'italianità di Trieste e dell'Alto Adige pronunciò un memorabile discorso alla Camera, rimasto storico, della durata di più di nove ore. Nel 1969 morì Michelini ed Almirante fu eletto all'unanimità Segretario Nazionale del M.S.I. Con  la  sua  seconda  segreteria,   Almirante  lanciò  la linea    dell' " alternativa al sistema" , cercando una nuova unità della Destra italiana anche attraverso la formazione di un nuovo fronte anticomunista. Nel 1970 esplose la famosa rivolta di Reggio Calabria che vide il M.S.I. protagonista con i suoi dirigenti locali. La "rivolta" antipartitocratica riunì varie categorie e ceti sociali, al di là delle appartenenze politiche. Sulla scia di questa protesta popolare, il partito ottenne eccezionali risultati elettorali : il 13,5% alle amministrative e il 45% a Reggio Calabria ) e consolidò il proprio successo nelle regioni del Sud. Nel 1971 Almirante inaugurò la strategia della Destra Nazionale, con lo scopo di riunire attorno al M.S.I. i consensi di elettori "moderati" di destra  e anticomunisti e di fare del partito un garante dell'ordine e della legalità contro una D.C. troppo debole e remissiva nei confronti del P.C.I. . Nel 1972  La Destra Nazionale assunse una forma concreta con l'alleanza con i monarchici del PDIUM e con l'apertura delle proprie liste elettorali a personaggi di prestigio ( indipendenti ), ufficiali dell'esercito e funzionari di polizia ( tra le adesioni più "significative" l'ammiraglio Gino Birindelli e il filosofo ex-marxista Armando Plebe ) fino a reduci della guerra civile di entrambi gli schieramenti che volessero riconoscersi nel comune fronte anticomunista. Fu il primo tentativo di formare uno schieramento politico di Centro-Destra che superasse le divisioni della guerra civile, molti anni prima della realizzazione del Polo per le Libertà. Il  risultato elettorale gli dette ragione, il M.S.I.- Destra Nazionale riuscì ad ottenere il 9,2% al Senato e l' 8,7% alla Camera (56 deputati e 26 senatori ) Con il successo del M.S.I. - Dn incomincia la dura campagna denigratoria contro Almirante, da parte delle forze del cosiddetto "Arco Costituzionale". Già nel 1971 era iniziata la campagna diffamatoria condotta a mezzo stampa contro Almirante, accusato di essere stato un "fucilatore" perché nel 1944 aveva firmato un bando che prevedeva la fucilazione per i militari unitisi alle bande partigiane che non si fossero costituiti prima del maggio del '44. In realtà egli, come funzionario del ministero trasmise alle Prefetture, quel bando che fu chiamato "il bando del perdono"  perché estendeva una precedente amnistia a quei militari sbandati che secondo un precedente decreto avrebbero dovuto essere passati per le armi anche prima di quella data.  Inizia una stagione di incredibile violenza contro le sedi e i militanti del M.S.I. da parte delle formazioni della sinistra extra parlamentare, appoggiata dai partiti della sinistra "democratica" ed indirettamente avvallata da quelli di centro, impauriti del successo di una destra capace di riempire le piazze. Il clima di terrore si respira soprattutto all'interno delle scuole dove i militanti e i simpatizzanti di destra vengono fatti oggetto di "processi", di pestaggi e di "espulsione" da parte degli attivisti comunisti  sotto gli occhi e spesso con l'assenso di presidi o di professori. ( tra gli slogan più diffusi: "uccidere un fascista non è reato", " se vedi un punto nero spara a vista o è un carabiniere o è un fascista" ) Il clima di impressionante violenza sconvolge tutto il paese e si assiste alle uccisioni di molti esponenti di destra: l'assassinio del giovane Falvella a Salerno (1972) ad opera di estremisti di sinistra, il rogo di Primavalle dove rimangono bruciati vivi i fratelli Mattei , figli del segretario del MSI di Primavalle (1973), l'assassinio di Mazzola e Giralucci  dentro la Federazione M.S.I. di Padova (1974), l'agguato mortale contro lo studente Mantakas (1975), il pestaggio del giovane Ramelli a Milano ucciso a colpi di spranga (1975), l'uccisione di Pedenovi a Milano (1976 ) e molti altri. Malgrado l'odio e la violenza provenissero chiaramente da sinistra e gli esponenti del M.S.I. ne fossero le vittime innocenti, l'ipocrisia politica dei partiti "democratici" indicò nella destra la minaccia all'ordine costituito chiedendo lo scioglimento del Movimento Sociale Italiano e promuovendo l'autorizzazione a procedere ( concessa dalla Camera nel 1973, con 484 voti contro 60 ) contro Giorgio Almirante per il reato "politico" di ricostituzione del disciolto Partito Fascista.  Nel 1975, Almirante tenta di ridare slancio al partito, provato dalla pesante campagna anti missina, fondando la " Costituente di Destra per la libertà" che avrebbe dovuto dar vita ad una associazione "esterna" anche con altri partiti di destra in Europa. Ma nelle elezioni del 1976 il M.S.I.-Dn  subisce un calo del 2,6% dei voti ed esplode all'interno del partito la contestazione della corrente " Democrazia Nazionale" formata da ex monarchici , indipendenti ed alcuni dirigenti storici del movimento; questi abbandonarono il partito, provocando una scissione di notevole importanza per quei tempi ( 25 parlamentari ), ma che non avrà seguito a livello di base e di consensi  e la nuova formazione politica denominata appunto " Democrazia Nazionale" finirà pochi anni dopo. Il 7 Gennaio 1978 accade la strage di Acca Larenzia. Un commando di estrema sinistra spara numerosi colpi di arma da fuoco contro un gruppo di ragazzi del Fronte della Gioventù ( organizzazione giovanile del MSI ) che stavano uscendo dalla loro sede. Il giovane Bigonzetti di 19 anni viene colpito alla testa e cade morto, Franco Ciavatta, 18 anni, cerca di fuggire, ma viene rincorso da due killer e raggiunto da numerosi colpi sparati a distanza ravvicinata; anche lui muore durante il trasporto in ospedale ( suo padre si toglie la vita per la disperazione due mesi dopo ). Molti giovani accorrono da varie parti della città sul luogo dell'agguato: ne nasce un clima crescente di rabbia e di tensione , i carabinieri lanciano dei lacrimogeni per disperdere i giovani di destra ed un capitano dei carabinieri prima cerca di sparare in aria ma poi spara ad altezza d'uomo e colpisce a morte un altro giovane del Fronte della Gioventù, Stefano Recchioni di 19 anni che muore due giorni dopo. Questo segna purtroppo l'inizio della scelta della lotta armata contro il sistema da parte di alcuni gruppi di destra, contro l'impunità della sinistra e contro le forze dell'ordine ed in aperta polemica con il M.S.I. accusato di aver perso lo "slancio rivoluzionario". Nell'ottobre del 1979 si svolge a Napoli il XII Congresso del M.S.I.-Dn che conferma Almirante Segretario Nazionale ed approva il programma da lui presentato di Nuova Repubblica presidenziale ( presidenzialismo e corporativismo ) .Nel 1981 Almirante, di fronte al dilagare del terrorismo, promuove una petizione popolare per la reintroduzione della pena di morte in relazione a reati particolarmente efferati. Nel 1983 il segretario del P.S.I. Craxi, durante i colloqui per la formazione del governo dichiara che il suo partito è pronto a dialogare anche con la destra.  Muore a Roma, Paolo di Nella, studente del Fronte della Gioventù, ucciso a colpi di spranga da avversari politici mentre affiggeva manifesti. Nel 1984 Almirante annuncia la sua intenzione di lasciare la segreteria del partito per ragioni di salute, ma i dirigenti e la base del M.S.I. gli chiedono di restare alla loro guida e il XIV Congresso lo rielegge  per acclamazione. Sono gli ultimi anni di Almirante alla guida del partito da lui stesso fondato. Egli continua nella sua politica di riappacificazione degli italiani che porterà il M.S.I. fuori dall'isolamento, riconfermando però in più occasioni  la forte identità e la tradizione di storia e di valori che lo rendono un partito "diverso" dagli altri, certamente inserito nel contesto del confronto democratico , ma non identificabile con il regime. " Il bilancio dei primi nostri quarant'anni è positivo; soprattutto perché lo possiamo celebrare nel segno della fedeltà, nell'Italia degli infedeli e dei cinici. Voglio dire che il regime non ci ha corrotto e quando sembrava che ci fosse riuscito, nel 1976, ha ricevuto una lezione che credo definitiva, perché non una tra i "comprati" è politicamente e moralmente sopravvissuto. Nessun altro partito ha subito e superato una prova del genere. Ai giovani? Ripeto quel che ho detto più volte: la vera nostalgia è la nostalgia dell'avvenire. Fronte al futuro, dunque, ricordando il motto di De Marsanich: - Non restaurare e non rinnegare! - e mi permetto di aggiungere: continuare e rinnovare! "  ( da Appunti per una storia del M.S.I. - B. Cacciola ) Nel 1985 il M.S.I.-Dn ottiene un clamoroso successo elettorale nelle elezioni comunali di Bolzano, diventando il primo partito della città; riconoscimento di un impegno politico di coraggiosa e tenace difesa dell'italianità in Alto Adige. Ormai il M.S.I.-Dn è ben presente e radicato nella realtà sociale di tutto il Paese e Almirante è leader indiscusso del partito, profondamente amato da tutta la comunità missina e rispettato anche dagli avversari politici. Nel Giugno del 1987 Giorgio Almirante, nel corso della campagna elettorale, viene anche a Mestre dove tiene un memorabile comizio in una Piazza Ferretto stracolma all'inverosimile di giovani. Sarà l'ultima visita nella nostra città e ricordiamo un passaggio del suo acclamatissimo discorso: " Mai avrei creduto, quarant'anni fa, quando uscivo sconfitto dalla guerra mondiale e mi riunivo in una stanzetta con altre due persone, che un giorno avrei sollevato le grida di una tale moltitudine di giovani. E’  tutto ciò senza intaccare la purezza della nostra Idea, senza accettare compromessi da nessuno e, soprattutto, senza rinunciare al nostro passato".  Sono gli anni in cui pensa alla sua prossima successione alla guida del movimento e nel 1987, comincia a far capire ufficiosamente la sua preferenza verso Gianfranco Fini, il più giovane deputato del M.S.I.-Dn. Il Congresso di Sorrento del 1987 si svolge in un clima non certo facile. Ci si rende conto che con le dimissioni di Almirante finisce davvero un'era del M.S.I. e d'altra parte l'indicazione di Fini alla Segretaria Nazionale non trova d'accordo tutti i dirigenti storici del partito. Quattro sono i candidati alla successione: Fini, Rauti, Servello e Menniti. Dopo quattro giornate di Congresso e dopo due votazioni, la prima con i quattro candidati e la seconda con il ballottaggio tra i due ( Fini e Rauti ) che avevano ottenuto il maggior numero di voti, risulta eletto Gianfranco Fini. Almirante, acclamato dal Congresso quale "Presidente morale" viene eletto Presidente del M.S.I.-Dn un mese dopo dal Comitato Centrale ( gennaio 1988 ). Almirante muore il 22 Maggio 1988, un giorno dopo la morte di Pino Romualdi ( 21 maggio), che aveva condiviso con lui la lotta politica fin dalla fondazione del partito. Nella camera ardente allestita nel salone " Augusto De Marsanich" in via della Scrofa, a porgere l'ultimo omaggio ad Almirante e Romualdi vengono anche le massime cariche dello Stato e gli avversari politici come Craxi, De Mita, Fanfani e persino Pajetta, segno non soltanto del cambiamento dei tempi, ma anche della stima e del rispetto conquistato dal coraggio e dalla coerenza dei due leader del M.S.I. La cerimonia funebre per Almirante e Romualdi si svolge nella chiesa di Sant'Agnese a Roma, in una Piazza Navona troppo piccola per contenere tutti coloro che arrivano da ogni parte d'Italia e dall'estero per porgere loro l'ultimo saluto.  I funerali vengono trasmessi in diretta televisiva e Gianfranco Fini tiene il discorso di addio ricordando il suo predecessore e maestro come "un grande italiano", "leader della generazione che non si è arresa" .

…" Noi siamo caduti e ci siamo rialzati parecchie volte. E se l'avversario irride alle nostre cadute, noi confidiamo nella nostra capacità di risollevarci. In altri tempi ci risollevammo per noi stessi. Da qualche tempo ci siamo risollevati per voi, giovani, per salutarvi in piedi nel momento del commiato, per trasmettervi la staffetta prima che ci cada di mano, come ad altri cadde nel momento in cui si accingeva a trasmetterla. Accogliete dunque, giovani, questo mio commiato come un ideale passaggio di consegne. E se volete un motto che vi ispiri e vi rafforzi, ricordate:

 Vivi come se tu dovessi morire subito.

Pensa come se tu non dovessi morire mai " .

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I CADUTI PER LA RIVOLUZIONE NAZIONAL-POPOLARE