ALCUINO
Lettera a Carlomagno
O dolcissimo Davide, noi ringraziamo voi,
uomo di grandissima clemenza e bontà, perché vi siete degnato di ricordarvi di
noi, uomo di poco conto, e di farvi da noi conoscere; ed è quanto un vostro
fedele servo ci ha comunicato. E non solo per questo continuiamo a ringraziare
la vostra misericordia, ma anche per tutti i vantaggi che abbiamo ottenuto dal
giorno che avete conosciuto la nostra modesta persona. Cominciaste ottimamente,
ma avete continuato ad aggiungere di meglio. Per questo prego continuamente ed
ardentemente la clemenza di nostro Signore Gesù Cristo, che vi ha già accordato
grandissimi doni di felicità terrena, affinché si degni di concedervi per
sempre gli ancor migliori regni della beatitudine eterna.
Vorrei ora esortare voi, uomo di venerabile
dignità, a molte cose, ammesso che troviate il momento opportuno per ascoltarle
e che io trovi l'eloquio adatto per dirle. Molto spesso, infatti, la mia penna
eccita i sentimenti d'amore più nascosti del mio cuore e tratta della
prosperità di vostra eccellenza, della stabilità del regno che Dio vi ha dato,
e del vantaggio della santa Chiesa di Cristo. Questa è turbata da molte e varie
malvagità di uomini iniqui ed è insozzata dalla scellerata audacia di uomini
crudelissimi che attaccano non solo persone di scarsa importanza, ma anche
persone della massima importanza e di altissimo livello. E ciò è motivo di
grande timore.
Infatti, le persone finora considerate di
più alto livello sono tre: la sublime altezza apostolica che ha il diritto di
governare, come vicario, la sede di san Pietro principe degli apostoli; in
verità, ciò che viene fatto dal reggitore di quella sede, la vostra venerabile
bontà si è sempre curata di farmelo conoscere. La seconda è la dignità
imperiale, cioè la potenza terrena della seconda Roma. Che il capo di
quell'impero sia stato empiamente deposto non da stranieri ma dai suoi stessi
sudditi, è dappertutto sempre più di dominio pubblico. La terza è la dignità
regale che il Signore nostro Gesù Cristo vi ha dispensato per farvi reggitore
del popolo Cristiano. Rispetto alle due suddette dignità la vostra eccelle per
potenza, splende maggiormente per sapienza, svetta più in alto per capacità di
governo. É solo in te che riposa la salvezza delle chiese di Cristo. Tu sei il
protettore contro i criminali, tu la guida di coloro che sbagliano, tu il
consolatore degli afflitti, tu il magnificatore dei buoni.
Non è forse vero che proprio nella sede
Romana, dove un tempo la religione risplendeva di grandissima pietà, si sono
verificati fatti di estrema empietà? Quegli stessi che ebbero il loro cuore
accecato dall'odio, accecarono il loro capo. Sembra che colà non ci sia timor
di Dio, né sapienza, né misericordia; quanto bene potrà esserci là dove non c'è
traccia di queste tre virtù? Se quegli uomini avessero timor di Dio, non
l'avrebbero osato; se avessero la sapienza, non l'avrebbero mai voluto; se
avessero la misericordia, non l'avrebbero mai fatto. Come la stessa verità
preconizzò, sono tempi difficili quelli "in cui la carità si
raffredda in molti uomini".
Non si deve assolutamente tralasciare di
prendersi cura del capo; il dolore ad un piede è più sopportabile di uno al
capo.
Si stabilisca, pertanto, la pace con quel
popolo, se possibile; li si minacci quel tanto che basta a far loro perdere
l'ostinato desiderio di ribellione; lo si controlli nella speranza che possa
alla fine, con salutare decisione, ritornare alla pace. Bisogna valutare tutto ciò
affinché non si arrivi a perdere un bene più grande per acquistarne uno minore.
Si sorvegli il proprio ovile, affinché il lupo rapace non lo devasti. Ci si
affatichi per nuove conquiste in modo da non sopportare danni a quanto già si
possiede. Ho già avuto occasione di scrivere alla vostra santissima
misericordia circa l'esazione delle decime: forse è meglio, per quel tanto che
è possibile, sacrificare la pubblica necessità, almeno finché la fedeltà non
sarà definitivamente radicata nei cuori di tutti, e scegliere piuttosto di
occuparsi della patria di Dio. Quanti se ne allontanarono, furono ottimi
cristiani, come è risaputo; coloro che vi rimasero, invece, sguazzano nelle
peggiori malvagità. Infatti, a causa dei peccati del popolo, Babilonia fu
designata quale dimora dei demoni, come si legge nei profeti.
Niente di quanto scrivono i profeti potrà
sfuggire alla vostra sapienza: noi sappiamo che voi siete perfettamente a
conoscenza delle sante Scritture e delle storie secolari. Vi è stata data da
Dio piena conoscenza di tutte queste cose, affinché, tramite voi, la santa
Chiesa di Dio regni sul popolo Cristiano, e sia esaltata e difesa. Chi può
esprimere quale grande ricompensa Dio concederà a voi, uomo di grandissima
devozione? "Occhio non vide mai, né orecchio mai ascoltò, né cuore umano
poté provare quanto Dio ha preparato per coloro che lo amano".
Da:
Libido dominandi. La teoria politica
da Gregorio Magno a Gregorio VII.