COREA DEL SUD
South Korea Rights Notes: parecchi collezionisti ritengono che le stampe stampate a Sud Corea siano tutte "non ufficiali"; Discogs stesso riporta come "Unofficial Release" quasi tutte le stampe coreane. Noi non siamo d'accordo con questa versione, le etichette coreane che stampavano dischi in Corea erano in parte legali ed approvate dalla Censura del Gorverno Coreano, e solo in parte erano etichette locali di secondo piano, che stampavano particolari stampe limitate, usando lacquer locali, modificati da master americani; quest'ultime etichette non erano però approvate dal Governo Coreano e, perciò, considerate illegali. In ogni caso, è più corretto dire che le etichette coreane si dividevano in due parti: quelle approvate dal Governo Coreano, che forse non avevano la "licenza" ufficiale per stampare ("Un-licensed"); e quelle "illegali", che erano semplicemente vietate alla vendita. Questi dischi hanno, comunque, un buon impatto collezionistico e certamente vengono ricercati, e vengono comunque presi in considerazione nelle due principali discografie mondiali.
South Korea Notes. Per la Corea ci sono troppe variazioni di copertina di questo disco, dovute alla speciale storia di quel paese a seguito dell'introduzione della musica occidentale. Le edizioni della CBS-Jigu, a differenza delle altre, erano versioni ufficiali, stampate con il permesso del Governo Coreano ed approvate dalla censura (K.E.C.P.P.); invece, tutte le altre edizioni coreane sotto sono tutte versioni non ufficiali e stampate senza il permesso del Governo Coreano. Negli anni ‘80 e ’90 nella Corea del Sud era assolutamente proibito riproporre modelli della curltura occidentale; in particolare le più famose band pop o rock (come Queen, Iron Maiden, Led Zeppelin, Kiss, Pink Floyd...) erano considerate vietate ed il Ministero della Cultura e dell’Informazione Coreano poteva autorizzare solo poche stampe, tutte controllate dalla censura coreana. Parallelamente, perciò, nacque un mercato clandestino di questi dischi, che per forza di cose produceva dischi sotto etichette non ufficiali, modificando per cui le copertine, dette “monocromatiche” per via dell’unica tonalità di colore, per via dei metodi artigianali usati, materiali più economici e con parecchi errori nelle etichette.
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