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CANTI
DAL CORPO ELETTRICO
Il rock ha bisogno di ricordare continuamente
di poter contare su un passato più grande del presente e
più rassicurante del futuro. Attraverso la splendida autocelebrazione
del live "From The Muddy banks of The Wishkah" i Nirvana
sono già storia, libri, esperienza. Sono qualcosa che rischia
già di diventare materia di studio benché gli appassionati
facciano pressing intorno al mito Cobain, alimentando le tante domande
sulla sua morte, sui perché, sul destino di una generazione
debole e forte, sui risvolti di un rock'n'roll rinnovato così
in fretta da non essere stato ancora metabolizzato completamente.
Ma che nonostante questo può e deve essere già considerato
un pezzo di antologia del nostro tempo. Il live dei Nirvana, originariamente
concepito come "allegato elettrico" all'Uunplugged del
1994 è adesso un'icona. L'angolo di un fantastico museo dove
la gioia ha fatto il paio con il dolore, dove la giovinezza è
stata sempre ritratta con le cupe tinte del sospetto <<che
poi tutta questa storia della felicità dell'età dell'innocenza
potrebbe essere un bluff >>. Cobain e i Nirvana sono la riproduzione
fedele di un disagio che il rock ha più volte portato in
superficie. Magari non sempre garantendo della vera arte, ma sempre
assicurando la fedeltà ad un preciso modello esistenziale:
quello del rifiuto, più o meno parziale, delle regole del
sistema (quqalunque esso fosse). L'alternativa dei Nirvana è
stata di provare a far girare il motore fornendo altra benzina.
Purtroppo sono andati fuori giri. E adesso Cobain è solo
il pericoloso esempio di una vita prima difficile e poi buttata
alle ortiche. Inutile ridiscutere sui fan che minacciano di uccidersi
per seguirlo, orfani della luce. Era accaduto anche con Jim Morrison.
Attrazioni fatali di un mondo sempre meno fatato. Quel che conta
di più è che nella storia i Nirvana hanno lasciato
il sapore "salato" di una musica vera. Non è poco.
Articolo
tratto da "Musica"
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