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Yamaha WR400F
Caratteristiche Tecniche

 

MOTORE 4 tempi, 5 valvole, monocilindrico
doppio albero a camme in testa
raffreddato a liquido
Alesaggio x Corsa 92.0mm x 60.1mm
Cilindrata 399cc.
Rapporto di compressione 12.5 : 1
Carburatore Keihin FCR 39mm
con pompa di ripresa e
Throttle Position Sensor
Accensione Elettronica CDI
Lubrificazione Carter secco
(serbatoio nel telaio)
Capacità Serbatoio 12 lt. benzina 95oct.
TELAIO Doppia culla chiusa
acciaio CrMo
Passo 1480mm
Angolo di Sterzo 27.2°
Avanzamento 119.4mm
Altezza sella 978mm
Altezza min. da terra 373mm
SOSPENSIONI Kayaba
Forcella rovesciata 46mm
escursione 300mm
Ammortizzatore mono progressivo
escursione ruota 315mm
RUOTE cerchi Takasago Excel
Anteriore 90/90 21"
Posteriore 120/90 18"
PESO 122Kg circa
APPUNTI PER LA MANUTENZIONE
Candela NGK CR8E
Olio Motore 10W-40,15W50(API SJ) 1.5-1.7 lt
Getto minimo 42-45
Getto massimo 168-170

Tratto dal sito http://digilander.iol.it/wr400f/index.htm

Come avviare la
Yamaha WR400F

di Luigi Loreto, Agosto 2000

Se siete i felici possessori di una WR400 avrete notato che non esiste altro modo per avviare il motore se non usando la pedivella (Kick-starter) di accensione. Probabilmente avrete tentato di sfruttare la discesa di casa vostra per ovviare alla scocciatura di assestare il calcio risolutore ma vi sarete accorti che risulta ancora più difficile. L’avviamento elettrico per ora non è previsto su questa moto: ricordate che si tratta pur sempre di una moto nata per le competizioni, in cui al pilota non si pone il problema di dover avviare la moto con un paio nuovo di mocassini da 300,000 lire….

Allora non vi resta altra soluzione che imparare al più presto la tecnica corretta per avviare la vostra amata WR.

Quello che vado a scrivere è il risultato di un po’ d’esperienza e la lettura di buoni consigli su riviste del settore.

Non è detto che sia la tecnica migliore ma è quella che per ora mi sembra la più affidabile; non è il caso di perdere tempo prezioso a inventarsi un nuovo metodo estemporaneo, per cui io rimango fedele al mio.

Il primo passo essenziale (banale se volete) è quello di assicurarsi che il rubinetto della benzina sia aperto: vi assicuro che è impossibile avviare il motore se la vaschetta del carburatore è vuota o non è sotto pressione. Ricordatevi che il rubinetto va sempre chiuso quando si parcheggia per lungo tempo la moto in quanto in caso contrario si rischia di danneggiare il diaframma del carburatore a depressione. A prescindere da questo è comunque una buona norma da osservare per tutte le moto.

Il secondo passo essenziale è tirare il pomello dell’avviamento a freddo (starter) se il motore è freddo, altrimenti dimenticate che ci sia.

Il terzo passo è cercare il Punto Morto Superiore (PMS) della fase di compressione. Vi ricordo che in un motore a 4 tempi il ciclo termodinamico si completa in due rotazioni complete dell’albero motore (720°) per cui esistono due PMS:

  1. Il PMS della fase di scarico, i cui le due valvole di scarico sono semi-aperte;
  2. Il PMS della fase di compressione, in cui tutte le valvole sono chiuse;

Si capisce immediatamente che nel secondo caso la resistenza incontrata nel forzare con la pedivella la rotazione dell’albero motore oltre il PMS è decisamente maggiore perché la camera di combustione è perfettamente chiusa.

Allora è facile riconoscere il PMS di compressione, perché quando il pistone si trova in quel punto è quasi impossibile tramite la pedivella spingerlo oltre facendo ruotare l’albero. Ecco che entra in gioco la leva di decompressione: azionandola si solleva di poco una valvola di scarico; la pressione nella camera diminuisce di colpo e in questo modo è possibile forzare il pistone oltre questo punto. Il trucco è tutto qui. Esercitatevi a trovare questo punto (dopo poche volte sarà semplicissimo). Successivamente spingete la pedivella in basso di poco per permettere al pistone di scendere e superare il PMS, quindi rilasciate la leva di decompressione.

Il quarto passo è quello di ritirare completamente la pedivella nel punto più alto dopo che il pistone ha superato il PMS.

Il quinto passo consiste nell’assestare un calcio "deciso" alla pedivella per tutta la sua escursione fino a quando non tocca il fermo inferiore. Durante questa fase vi raccomando di non toccare affatto l’acceleratore. Se avete bisogno di un appoggio per la mano destra usate piuttosto il serbatoio dell’olio idraulico del freno anteriore o qualsiasi altra cosa ma non toccate l’acceleratore. Nel caso che lo facciate andate incontro a diversi inconvenienti:

  1. dovrete ripetere la procedura dal passo 3;
  2. potreste ingolfare il motore;
  3. potrebbe verificarsi una contro-rotazione dell’albero motore che nella migliore delle ipotesi si risolverebbe con un deciso colpo all’indietro sulla pedivella ("calcio" all’indietro) mentre nella peggiore delle ipotesi potrebbe danneggiare l’albero a camme.

A questo punto se avrete seguito alla lettera la procedura il motore girerà regolarmente.

Durante la pratica del fuoristrada vi capiterà sicuramente di risollevare la moto dopo una scivolata o una caduta durante la quale probabilmente il motore si spegnerà. Oppure semplicemente dovrete riavviare il motore a caldo dopo una sosta. Niente panico: rimettetela in posizione verticale se era caduta, tirate il pomello rosso vicino al carburatore (Hot Start) e ripetete le operazioni dal passo 3 come di consueto. Forse non si avvierà al primo colpo ma sicuramente al secondo o al terzo sì.

Nel caso malaugurato che il motore sia pesantemente ingolfato perché avete girato a vuoto l’acceleratore o perché la vaschetta del carburatore era talmente piena da riempire con una quantità esagerata di miscela la camera di scoppio non mollate: la procedura da seguire è semplice, anche se costa una fatica aggiuntiva.

Per prima cosa chiudete il rubinetto della benzina. Poi tirate il pomello rosso. Poi, tenendo premuto il tasto di spegnimento e la leva di decompressione in posizione tirata fate girare con la pedivella l’albero motore a vuoto per circa 10 volte, in modo da "ripulire" la camera di scoppio. Per aiutare questa operazione potrete tenere aperto i gas (ricordate che il rubinetto della benzina è chiuso). Al termine proseguite con la normale procedura di avviamento descritta prima. Se volete un paragone storico, vi cito il sistema per disingolfare il motore del mitico Piaggio SI; lì era montata sulla testata una valvolina di sfiato comandata da una levetta posta sul manubrio che aveva la stessa funzione della leva di decompressione.

Ritengo utile proporvi qualche buon consiglio in merito.

·   Spendete un po’ di tempo ad imparare la procedura di avviamento: la pazienza ripaga e vi farà risparmiare fatica!

  • Ogni motore 4T monocilindrico ha le sue idiosincrasie per quanto riguarda l’avviamento e questo non fa eccezioni: pertanto non pensiate che la procedura descritta sia molto diversa da quella per un’altra moto.
  • Non toccate assolutamente il comando del gas durante l’avviamento! Il carburatore è provvisto di pompa di accelerazione ed ogni volta che si apre il gas essa introduce nel condotto di aspirazione una ulteriore quantità di carburante: se il motore è fermo questo causa un prematuro ingolfamento.
  • Personalmente trovo abbastanza comodo avviare il motore con la moto non appoggiata sul cavalletto: questo mi costringe a distribuire il peso del corpo tutto sulla pedana sinistra e mi impedisce di "scalciare" con il piede destro fino in fondo alla corsa della pedivella. Invece è piuttosto utile un rialzo sotto il piede sinistro (un sasso di buone dimensioni è OK) perché la posizione della pedivella è piuttosto rialzata e io non sono molto alto (1,75m circa).   

Tratto dal sito http://digilander.iol.it/wr400f/index.htm

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