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Vor 2002: Sete di Vittoria

 

La nuova VOR da enduro è cambiata parecchio e non è sicuramente paragonabile alla vecchia. Una volta montati ci si trova subito bene: la sella è stretta e va quasi fino al manubrio, così c'è libertà totale di andare avanti e indietro. Le ginocchia stringono un serbatoio stretto e i convogliatori, che sembrano aprirsi molto, in realtà non danno fastidio perché "escono" in avanti grazie ai radiatori inclinati.

Per sentirli bisogna proprio avanzare molto, in modo innaturale anche per il pilota più "assatanato" e più lungo di gamba. Le pedane non sono alte come per esempio sulle Yamaha e, forse, anche meno arretrate. Il manubrio invece è molto alto rispetto alla sella e anche piuttosto avanzato: favorisce tantissimo la guida in piedi e la guida d'attacco. Questa VOR è molto più specialistica di prima, è ancor più un "animale" da prova speciale. La forcella parte molto male, nel senso che ha pochissima scorrevolezza e così oppone resistenza quando si fa pressione sul
manubrio. Per contro, il posteriore è molto libero a partire e poi, a metà escursione circa, sembra indurirsi di colpo, per via di un leveraggio poco progressivo piuttosto che per una progressione idraulica poco lineare.  Il nuovo manubrio è molto bello, le leve sono al posto giusto, ma il raggio di sterzo non è ampio: il fondo corsa arriva abbastanza presto. L'avviamento non è immediato come sulla KTM, a volte ci vuole un attimo: secondo più secondo meno.
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clic per ingrandire Una volta in moto la VOR è silenziosa di scarico e "viva" invece di distribuzione: del resto gli ingranaggi si sentono, anche per via della sottile cartella in magnesio che non riesce ad assorbire molto i fruscii. La frizione ha un comando on-off, nel senso che attacca e stacca abbastanza di colpo, però è morbida. Una marcia e via, ci siamo: ti senti bene in sella, avanzato, pronto a fare quello che vuoi. In piedi, poi, ti
senti veramente padrone. Il peso non è bassissimo, ma non disturba (vengono dichiarati circa 4 kg in più per via dell'avviamento elettrico). La moto non sembra nemmeno parente con la vecchia: lo sterzo è leggero, la reattività d'avantreno è notevole. Basta un accenno e la moto curva. Però va giù di colpo, senza progressione. Sul lento è una pacchia, perché riesci a girare di freno posteriore molto bene. Avete presente le inversioni nel bosco, attorno alle piante, o in speciale attorno al paletto, curvando di 180°? Ecco, lì mi è piaciuta davvero parecchio: arriva subito, entri forte e
"tac", guizzi via altrettanto veloce.   Niente a che vedere con la vecchia, che al confronto sembra proprio un "camioncino".

Sul veloce invece no: lo sterzo si fa leggero, nervoso, prima di tenere aperto tutto ci pensi un attimo. E oltre che nei dritti da quarta piena te ne rendi conto nelle curve
piatte e veloci, quelle dove devi far correre la moto nella traiettoria impostata (e non nel canale) guardando la curva successiva: ti butta in piega di colpo, ma poi fatichi a farla correre tonda, pulita, in progressione per la linea ideale. E' come se, per ottenere maneggevolezza, abbiano chiuso molto l'angolo di sterzo e così ti senti un po' in balia di questo avantreno che spigola, che reagisce di colpo, che tende a scappare.

clic per ingrandire  clic per ingrandire Sul veloce può diventare proprio un problema.   Ma attenzione, tutto questo può essere alimentato anche dalle sospensioni: la forcella infatti non è a punto. Parte male, quindi il manubrio scarta molto e la ruota non "entra"; poi quando lo fa c'è poco sostegno, c'è poco contrasto idraulico (tenuto
forse volutamente così aperto per non peggiorare ulteriormente la scorrevolezza) e allora ti ritrovi a tamponare con facilità. E il posteriore così sensibile a partire non aiuta ad avere un assetto costante, armonico con l'anteriore (in pratica la moto rimane molto alta davanti e si siede invece dietro, risultando disarmonica nell'assetto).

Insomma, quello che voglio dire è che, spesso, le sospensioni fanno la differenza, a tal punto che possono perfino condizionare la valutazione di un telaio. Forse la VOR che ho provato potrebbe rientrare proprio in questo caso. Comunque ho apprezzato veramente molto l'ergonomia, la libertà di guida che lascia al pilota questa nuova versione 2002. Il freno anteriore è molto modulabile, ma non ci siamo con gli impianti jap per quanto riguarda l'aggressività: qui bisogna spremere, e a più dita, senza riuscire a bloccare nemmeno volendo.

Dietro è buono, invece, non blocca come KTM e offre una valida gestione della frenata. Lo sterzo che tocca presto il fine corsa lo si avverte nelle inversioni, quando per esempio si sbaglia strada o sentiero (quante volte nell'enduro...).  Passiamo al motore, con la premessa che ho provato la 400
e la 450, ma non la 530 (problemi di sovraffollamento di tester e di inconvenienti tecnici): complessivamente il mono 400 è molto pronto a salire di giri in folle, ma poi con la marcia dentro non è troppo esplosivo. Rimane piuttosto ruvido nell'insieme e vibra abbastanza, ma rientra nel carattere di questa moto e quindi ci stà. La 400 è un po' vuotina sotto: bisogna tirare le marce e cercare la potenza in alto. KTM la ricordo più piena e più pronta, mentre Yamaha mi sembra altrettanto vuota ai medio/bassi ma poi più incisiva in alto. Infatti questa VOR 400 non allunga molto: dà il meglio da metà a tre/quarti, dove va guidata tenendo il motore vivo e aiutandosi con
la frizione. Se dovessi dare un giudizio, oggi il 400 di riferimento è quello Husqvarna che uscirà prossimamente, ma va detto che ho provato un motore gara (quindi factory) e non la configurazione di serie (può cambiare dal giorno alla notte).
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Il cambio di questa nuova VOR lavora bene, non s'impunta ed è preciso. La frizione non è molto progressiva, ma alla fine riesci a gestirla bene. Non mi è sembrata particolarmente robusta, invece, nel senso che se la si strapazza tende a gonfiare (niente di peggio per lei che fare le foto...).  La 450 mi ha davvero ben impressionato: mi verrebbe
da definirla come "liscia, gassata o...". Proprio così, porta fuori molto meglio dalla curva rispetto alla 400, ma non allunga le braccia come le classi "oltre". Potrebbe essere sicuramente la cilindrata del futuro, adatta anche a chi non si allena molto e vuole divertirsi le poche volte che guida.
Spinge bene, gira piena a metà e allunga comunque discretamente. Sale di giri abbastanza linearmente, eppure non ha molta motricità, ma questo può dipendere ancora una volta dalle sospensioni. Dalle contropendenze, infatti,non esce in modo efficace e quando si spalanca sul piatto la ruota scava parecchio. A questo punto mi piacerebbe tanto provare questa moto con delle
sospensioni giuste e, per esempio, un bel Keihin: secondo me potrei gridare al miracolo...