HOME PAGE

INFORMAZIONI I MATERIALI

I PERCORSI PROVATI

LINK MERCATINO

LE MOTO DA CONSIGLIARE

LE FOTO FORUM

La prova della Husky 450: chi ben comincia...

clic per ingrandire

Dare un giudizio su una moto sperimentale non è facile, perchè c'è sempre il sospetto che poi in produzione, tutto possa cambiare. In più cè ance il fattore emozione: povare una moto nella privatissima pista di Corrado Maddii, a fianco di un campionissimo come Andrea Bartolini, curiosissimo per questa 450 che anche lui sta provando per la primissima volta, complica un poco le cose. Ma il momento è arrivato. Suona diverso il mono: è più silenzioso e più pronto; la risposta in folle al gas del 450 bialbero rispetto a quel bombardone monoalbero da 67 CV è molto differente.

clic per ingrandire La carburazione non è perfetta, il collettore di aspirazione è rovinato e forse lascia entrare un po' d'aria quando il motore lo scalda. Bartolini ha appena concluso i primi giri di prova, il caldo è quello di un sole d'agosto e comunque la carburazione è da perfezionare. Però le prime sensazioni sono già positive. Il motore è prontissimo fin dal basso e la ciclistica è veramente buona. Facilissima rispetto la vecchia, maneggevole quasi come un KTM o una Yamaha. In alto, invece, il motore non sembra ancora sufficientemente potente, ma per un utente medio ci sono già abbastanza CV. In comune con la vecchia non c'è davvero nulla, sospensioni a parte. Le gomme Michelin ufficiali attaccano in tutt'altro modo rispetto a quelle di serie.

L'esperienza e la sensibilità di Bartolini hanno appena iniziato a plasmare questo prototipo: Andrea si ferma per ritoccare la carburazione, ma sta via un'ora per togliere "quella" lamellina al monoammortizzatore, variare l'assetto, e chissà cos'altro... Poi di nuovo in sella, Andrea compie qualche giro, il collettore torna ancora a smagrire e quando si ferma ci lascia in mano una moto diversa. L'assetto è cambiato, il posteriore rimane più alto e l'inclinazione a terra effettiva della forcella è variata. Anche le tarature sono diverse, un po' più dure, e nel complesso ora questa Husqvarna è ancora più maneggevole e allo stesso tempo stabile nelle buche in velocità. Si guida bene, è davvero facile, la confidenza è immediata, sembra quasi una giapponese di quelle riuscite.

La forcella è abbastanza duretta, ma parte e scorre alla grande, i freni sono dei Brembo ma niente a che vedere con quelli bruschi e poco potenti di KTM! Questi mordono di più e soprattutto sono più modulabili. Un buon Nissin è ancora un'altra cosa, ma con questo almeno si può correre. E come dimostra Andrea, anche vincere. Quando restituiamo la moto al meccanico, Bartolini ancora sta parlando con Maddii su cosa fare: ma quante cose sente e capisce mentre guida??? È incredibile, non è solo un campione, è un meccanico, un computer. clic per ingrandire clic per ingrandire

Che era un buon collaudatore era cosa nota, ma vederlo all'opera è impressionante. Con qualche timore verifichiamo le nostre sensazioni con le sue "certezze", ma a parte le sospensioni - che lui, essendo molto più veloce, vorrà sicuramente più dure- le opinioni collimano.  ll telaio c'è, è nato bene ed è un buon compromesso, maneggevole ma non per questo troppo nervoso di avantreno e comunque stabile nei tratti veloci. Si entra in curva con sicurezza, sentendo la ruota anteriore. La posizione di guida è finalmente moderna, avanzata e raccolta. Bartolini usa un manubrio quasi vecchio stile, non molto alto e diritto, ma qui si tratta evidentemente di gusti. Il cambio funziona bene, leggermente duro negli innesti, ma è preciso. La frizione invece attacca fin troppo bruscamente. Si fatica a farla pattinare in partenza. Ma anche qui si tratta di mettere a punto lo stacco. Bartolini è perplesso, invece, sul motore e sulla sua spinta agli alti regimi.
La potenza massima non è ancora a livello di una Yamaha 426 e forse neppure della stessa nuova Husqvarna in versione 400. Quando si sanno sfruttare 70 CV alla ruota e i tuoi rivali si chiamano Everts e Smets è normale chiedersi a quale cilindrata e potenza massima può arrivare questo nuovo bialbero. Noi invece siamo molto meno preoccupati, visto che siamo piloti normali e abbiamo esigenze diverse. E la conclusione è che abbiamo provato un prototipo sano -il primo- nato indubbiamente bene e strozzato da una marmitta con i collettori di scarico un po' stretti (quelli della 400). La sensazione di leggerezza è confortante. E a detta di Maddii e Bartolini questa nuova 450 col bottone non dovrebbe pesare più della 570 ufficiale (e parliamo di una moto ufficiale…).

clic per ingrandire
clic per ingrandire