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Tutto dipende da dove si prova: nel lento non entusiasma, nel veloce gratifica. Cosa coinvolge? Il MOTORE

Si va dritti dritti alla CR anni Ottanta, belle ma depositarie di un’epoca stilistica ormai conclusa. Passiamo ai fatti: il rumore è proprio lui, diresti che è un XR anche dietro l’angolo, senza averla nemmeno vista.

Il manubrio è poco rialzato, la sella è ampia è morbida e le pedane non sono troppo avanzate: anche la postura è “tipicamente” XR Si sta comodi ce più confort di una moto da gara e tutti i comandi sono precisi e ben modulabili.

Anche chi non mastica di ruote tassellate si trova a suo agio. Alla prima ruotata di gas c’è subito sostanza: marce corte e ben spaziate, unite a dei bassi da trattore, proiettato in avanti con tanto vigore mentre la ruota davanti si stacca facilmente da terra. Ogni accelerata è uno scuotimento, cisi sente come su una giostra e il divertimento è totale.

Ma non pensate che la XR sia brutale: spinge rotonda, salendo in progressione, una curva d’erogazione particolare.

 

       

       

In alto i due freni a disco dentici di dimensioni sia per l'anteriore che per il posteriore (240 mm)

Sotto il paracoppa in materiale plastico e la testa monoalbero con il carburatore 40 mm

C’è tanto “effetto volano” che scarica nelle braccia una coppia massima pur se fluida.

Avete sbagliato marcia? Non c’è problema lei vi porta fuori dalla curva e bene. Certo il pistona da 10 cm di diametro (fa più effetto di mm…) si sente quando brucia benzina (quando si dice che la moto “pistona” a centro curva), ma la XR rimane sempre trattabile anche se muscolosissima nella risposta.

Sale di giri rotonda senza un picco, in un crescendo progressivo fantastico. È difficile da spiegare, ma ha un erogazione “gommosa”. E questo vuol dire andarci in giro tranquilli con la XR, per esepio in mezzo al traffico o in una strada tutta curve dove può dar fastidio solo l’effetto “dondolo” dato da sospensioni troppo morbide: provate un Supermotard e capirete che le enduro professionali, non hanno più molto senso.

L’allungo della XR non è strepitoso, conviene “buttare” dentro le marce ma forse è anche grazie a tanta sostanza in basso e a regime che non sembra cosi incisivo.

Nei primi metri su strada ci si rende conto che la nuova XR è piuttosto corta e reattiva. Si è molto in alto, ma lo sterzo è leggero da manovrare e, sfruttando la risposta del motore, vengono manovre rapide.

Vien voglia subito di giocare nonostante la mole sia importante. In fuoristrada, invece, le cose cambiano un po’ il baricentro sembra alto, il peso pure (137,0 Kg), l’avantreno diventa “piantato” e cosi al maneggevolezza si stempera parecchio. Occorre forza per dominarla, per curvare dove si vuole. In più il raggio di sterzo non è delle migliori e nelle inversioni di marcia si fatica un po’.

La moto si guida, ma è impegnativa da sbattere a destra e a sinistra per esempio intorno a un paletto di una prova fettucciata.

Interessante, a tal proposito, sarebbe affiancare questa nuova XR con la vecchia (131,4 Kg), ma se la memoria non ci inganna potrebbero venir fuori delle sorprese. Inoltre, da condurre in piedi, per via del manubrio basso rispetto al piano di seduta, la nuova XR risulta un po’ difficoltosa, soprattutto in discesa, perché porta il busto a essere proiettato troppo in avanti e verso il basso.

Non vengono naturali tutti questi spostamenti che si fanno col corpo per direzionare la moto dove si vuole e per scaricare il peso su una pedana antiche l’altra (è cosi che si da trazione alla ruota posteriore).

Le sospensioni sono molto valide nel primo approccio in fuoristrada: morbide e scorrevoli, filtrano le asperità incassando bene i colpi. Si avvertono pochissimi scarti al manubrio e chi è alle prime armi si sente molto sicuro.

 

Tutto sembra facile anche le mulattiere più accidentate, perché sembra di stare su un materasso. Inoltre chi volesse andare a passeggio in fuoristrada (ad esempio per fare delle escursioni), trova un confort davvero invidiabile (ci siamo arrampicati su per dei “muri”, contando i giri del motore tanto è sostanziosa la coppia).

Se invece volete guidare in modo aggressivo, cercando la prestazione massima, non c’è il giusto sostegno.

Troppa morbidezza troppa “gommosità”, che innesta eccessivi affondamenti e continui beccheggi (tra l’altro in aumento con il crescere della temperatura d’esercizio, perché la forcella si lascia un po’ andare).

Insomma non si scappa la XR è bellissima da guidare, è facile, ma non è una KTM, una VOR o una HUSQUARNA nello stretto tipico del nostro enduro.

Il suo meglio lo da sulle strade bianche o in quegli sterrati a vista dove si può prendere una certa velocità. È un enduro “africana”, da godere sulla sabbia, o lungo le rotte desertiche dove, grazie ad una posizione di guida comodissima, si riesce a guidare per ore e ore a ritmi elevati senza stancarsi.

E che dire del cambio preciso negli innesti, nella frizione morbida e precisa nello stacco, nelle vibrazioni avvertibili solo se le tirate veramente il collo? Non c’è storia, questa enduro è una via di messo tra una moto da gara e una più stradale.

 

Guai a non capire il posizionamento, si finirebbe solo per valutare in modo sbagliato.

La frenata? Non è tipicamente Honda… Il posteriore è tutto OK ma l’anteriore non morde come di solito avviene per le serie CR. Ci vuole pressione sulla leva e anche forzando non si ottiene una risposta aggressiva. Con un dito non si gestisce tutto.

Non ci è piaciuta molto. Invece ci ha stregati il motore: tutto ruota intorno alla sua generosità, che diverte. Non si era capito? Ma provate a girare il gas e capirete cosa vuol dire sentire la coppia nelle braccia

Questa è una moto adatta per i primi approcci all’ off road, per avere una moto che dia delle soddisfazioni anche sull’asfalto ma che nel fuori strada si comporti bene, se in seguito si decide di proseguire si può passare a qualcosa di più specialistico.

 

Una bella immagine della XR650, da qui si può apprezzare tutta la sua potenza.