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Come è dura l'avventura

Se tornassi in dietro non lo farei più, tutti abbiamo detto questa frase almeno una volta nella vita. E se il contesto in cui lo si dice è una bella scampagnata tra amici, magari con delle enduro, vuol dire che qualcosa ha turbato irrimediabilmente la vostra tranquillità. Gli enduristi li si può dividere in due categorie, i tranquilli, quelli che prendono la moto per fare un giretto, andare in posti nuovi, e gli smanettoni, quelli "veri", quelli che viaggiano costantemente con medie da prova speciale. Paragonare queste due figure, o addirittura metterle insieme, stona come paragonare una moto ufficiale a una vecchia carretta resuscitata da un fienile.
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Clic per ingrandire la foto Ma a volte può capitare l'improbabile, come che il manico (quello bravo) prenda il bradipo (soprannome conquistato sul "campo" dal il tranquillo) e lo porti nei suoi habitat naturali, come il Fosso di Varzi, un devastante canalone nell'Oltrepò Pavese. I manici infatti sono sempre particolarmente felici quando conoscono qualcuno che condivide la passione per le gomme con i tasselli, per loro è sempre difficile trovare compagni per le uscite (visto il timore che incutono), e spesso si accontentano a invitare personaggi che il fuoristrada lo vivono diversamente.

 

Nell'enduro, per quanto sia una specialità possibile di infinite varianti, si possono delineare due percorsi tipo. Uno dove la differenza tra bravo e fermo è data dalla diversa velocità che sono in grado di tenere, l'altro è del tipo che chi è bravo sopravvive, mentre chi non lo è soccombe. Il Manico va ovviamente forte dappertutto e in qualsiasi condizione. Iniziando su un percorso veloce emergono subito le prime, evidenti, differenze. Il bradipo , nonostante proceda solo a 50/60 km/h, rischia di cadere da un momento all'altro: nei tornanti e nelle salite più ripide la ruota posteriore scoda in continuazione e avanzare dritti sembra impossibile. Clic per ingrandire la foto
Clic per ingrandire la foto La sensazione sarà di venire disarcionati da un momento all'altro, con il pilota che continua a cercare con le gambe il terreno in cerca di un po' di equilibrio. Intanto, il suo compagno vola come su un cuscino d'aria a oltre 120 all'ora, la moto scoda dolce e progressiva disegnando curve perfette, i discesoni sono momenti dove dare ancora più gas, per poi frenare poco prima della curva con dolcezza e curvare come se fosse su asfalto. Un confronto improponibile, ma del resto questi super manici sono in realtà il più delle volte degli ex-piloti, con magari qualche Sei Giorni di Enduro alle spalle, che stufi di dover fare sempre il "tempone", di cercare le traiettorie migliori, hanno appeso il pettorale di gara al chiodo. E il fuoristrada è rimasto per loro gioia di vivere e divertimento all stato puro, e le divagazioni sul percorso non sono altro che occasioni per sfogare il loro estro e la loro fantasia.
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E il loro repertorio di numeri sembra non avere mai fine; buche profonde come gole, salite impossibili, salti e marciapiedi (se siamo in città) costituiscono il pane per i loro denti

Tutto questo, non fa che complicare la vita se si è una persona normale in mezzo a questi fenomeni. Per loro, se c'è fango ci si ferma giusto il tempo per dare due consigli veloci del tipo, "aprite il gas, la moto galleggerà sulla palta senza fermarsi e i tasselli sposteranno via il fango" e poi partono in una nube di terra umida, con la moto che va da tutte le parti, e in un attimo sono in cima. Facile a dirsi, ma il "lento", al primo accenno di scodata, in preda allo spavento, chiude il gas bloccando la moto in 30 cm di fango. E il momento, tra gli insulti dei compagni bravi, assume così toni imbarazzanti e la sensazione di essere un fallito su due ruote fa rimpiangere le spensierate gite con gli amici di pari livello, dove ci si sente degli onesti piloti.Perché alla fine, le uscite con uno tropo forte fanno solo capire quanto si è indietro, si procede facendo una fatica tremenda, sperando che che ci è davanti sia a portata di vista, fino a quando un ora dopo compare la sua sagoma, seduto sul bordo della strada, con il motore spento, e preso dalla noia.
Ma in questi casi la cosa peggiore è quando si è i più lenti del gruppo, perché oltre ad arrivare per ultimo, non si ha nemmeno la possibilità di riposarsi visto che gli altri non vedono l'ora di ripartire! Così si inizia a cercare le scuse peggiori, ad incolpare la moto sostenendo che non si hanno abbastanza cavalli o incolpando la ciclistica (le sospensioni troppo morbide), quando poi si va ancora più lenti del moto turista tedesco in sella a una vecchia Yamaha XT 500. E se come soluzione ai propri limiti si sceglie di comprare moto sempre più specializzate e sofisticate si rischia solo di ottenere il risultato opposto, perché avere più potenza non fa necessariamente andare più forte, né avere più trazione e lo stesso vale per le sospensioni "pronto gara".