Ritorneroò... in ginocchio da teee! Bum Bum...
Bum Bum
Sforzo e Destino si diedero appuntamento
in casa di Beethoven. Bussarono alla porta
e lo sciagurato rispose. Gli insegnarono
che il Destino del musicista è Sforzarsi
ed egli comprese che era ora di tornare al
lavoro. Così nacque la Quinta sinfonia. Tra
i dolori del parto ed un bicchierino di porto.
Che Sforzo e Destino abbiano un volto, un
carattere ed una personalità è roba da matti.
Prendiamole come due "filosofie"
che cadono dal cielo nella zucca di due illustri
pensatori. A volte tre, perché ci si mette
di mezzo Sintesi. Tra i due litiganti il
terzo non gode quasi mai, di solito le prende
di santa ragione se non si leva di mezzo
il più rapidamente possibile. Stare tra Sforzo
e Destino quando contendono tra loro è impresa
sovraumana. E' destino che tu riesca senza
sforzo! Sei baciato dalla fortuna. Due giorni
dopo Ping, che conduceva un programma sulla
"Sette" mediando tra il Ministro
La Rissa avvolto nel tricolore risorgimentale
e il governatore del Nord-Ovest con gli occhi
foderati di verde ed un odio profondo per
l'Unità, scomparve misteriosamente e nemmeno
l'ispettore Barnaby riuscì a trovarne le
tracce.
Pong, sei sfigato come
pochi! Iooo? Io ho
la salute! Dei tuoi soldi
non so che farmene!
Il Sovrano Giallo pensava
di essere fortunato.
Nutriva la propria energia,
deliziava i sensi,
viziava ogni parte del
corpo e della psiche,
mentre godeva del favore
di un popolo che
lo onorava. Dopo quindici
anni la sua pelle
si scurì e i suoi cinque
sensi persero acutezza.
«Nei quindici anni
successivi fu angustiato
dal malgoverno che regnava
nell'impero. Profuse
dunque tutto il suo ingegno
e mise in campo
tutte le sue energie per
governare il popolo;
ciononostante la sua pelle
continuava ad
avere un colore scuro e
le sue cinque facoltà,
ormai offuscate, continuavano
a perdere acutezza.
L'Imperatore emise un gemito
e disse: "Davvero
profondo è il mio errore!
Il danno che mi
sono procurato coltivando
la mia sola persona
è lo stesso che mi sono
procurato governando
le Diecimila Cose!"»
Mente limitata o profondissima intelligenza?
Ma, cribbio! Trent'anni non passano invano!
Bisogna essere cinesi per mandare a dire
al Sovrano Giallo che non ha il senso del
tempo? Fatto sta che Huangdi - così si chiamava
l'invecchiante che non si accorgeva dell'invecchiare
- decise di licenziare la sua "orchestra
di tamburi e campane", lasciò i suoi
appartamenti, congedò i servitori e non arrivò
mai a leggere la Fenomenologia delle spirito di Hegel, laddove si parla del signore che
diventa servo-dipendente dei servi e dei
servizi. Si ritirò in una cella del palazzo,
praticò il riposo della mente, si nutrì di
soffio e bevve solo sorsate di rugiada. Tenne
unficata la forma e per tre mesi non si occupò
degli affari di stato. Durante il giorno
si addormentò ed ebbe un sogno. Visitò un
luogo "non si sa a quante migliaia o
decine di migliaia di li dal Paese del Centro".
Huaxu era il suo nome ma, Liezi si premurò di precisare che non era raggiungibile
con mezzi di traporto via mare, via terra,
via cielo. Ci si arrivava con lo spirito.
Tu chiamala, se vuoi, utopiaaa!
Utopia, diceva Karl Mannheim, è diverso da
Ideologia. La prima è lecita, la seconda
porta sfiga. Non sono del tutto d'accordo
ma, ha poca importanza. La visione di Huangdi
fu celestiale e post-apocalittica. Vide un
paese senza maestri e capi, dove "tutto
va come deve andare". Dove la gente
è senza avidità, ignora cosa sia il piecere
di vivere e la paura di morire, "ed
è per questo che nessuno vi muore prematuramente".
Ma, in che senso si dice "prematuramente"?
Se si afferra il "senso" di questa
frase senza che qualche "illuminato"
venga a pontificare, si è già avanti nel
lavoro. Qui, tuttavia, è anche importante
notare che Liezi entrò nel sogno di Huangdi, arrivato nel
mezzo del cammin di sua vita. Lucidamente
ed in stato di veglia. Non era stato lui
a sognare. Se due sognatori abituali si incontrassero,
sarebbe davvero un miracolo che uno riuscisse
a spiegare i sogni dell'altro per filo e
per segno.
«Sono rimasto in ritiro per tre mesi,
ho praticato il digiuno della mente... -
disse Huangdi - ho meditato sul Dao che permette
di coltivare se stessi e governare gli altri,
ma non ho trovato alcun metodo. Esausto,
sono caduto addormentato e ho fatto il sogno
di cui vi ho detto. Ora so che il Dao supremo
non può essere realizzato attraverso le emozioni..
Ora sì che lo conosco! Ora si che l'ho realizzato!
Tuttavia non mi è possibile descrivervi a
parole lo stato in cui mi trovo.» Huangdi
si prodigò per altri ventotto anni per governare
senza reazioni emotive e poi ascese al Cielo.
Il popolo lo onorò per duecento anni ancora...
come maestro (sic) e come capo (sic). Afferrato
il punto?
Nello stato di Song viveva un allevatore
di scimmie. Era talmente appassionato che
ne incrementò l'allevamento a dismisura.
Capiva i loro pensieri e le scimmie capivano
il suo cuore. L'uomo non ebbe remore a sacrificare
le proprie risorse per soddisfare le scimmie.
Finì col trovarsi in ristrettezze, sicché
decise di toglier loro un po' di cibo. Per
timore che esse non si sottomettessero docilmente,
cercò di ingannarle: "Vi darò tre castagne
al mattino e quattro alla sera. Vi sembra
ok?" Le scimmie si infuriarono. Al che
l'allevatore subito si corresse: "Vi
darò quattro castagne la mattina e tre castagne
la sera. Soddisfatte?". La protesta
delle scimmie si placò. Questo è quello che
succede quando il più furbo inganna il più
sciocco. Quanto al Maestro, mette tutti gli
sciocchi nel sacco con la sua saggezza, proprio
come l'allevatore mise nel sacco il branco
di scimmie. Lasciando immutati nome, numero
e sostanza delle cose, il saggio è capace
di provocare indifferentemente gioia oppure
ira! Il matematico venuto da occidente chiamò
questa faccenda "proprietà commutativa".
Da quel giorno vissero tutti felici e contenti.
Esaurite le energie in un combattimento durissimo
e feroce, Sforzo e Destino caddero al suolo,
pieni di lividi, rintronati dai colpi e con
qualche costola ammaccata. Sintesi, tenutasi
in disparte come la Nottola di Minerva, chiamò
il 118 al tramonto di un giorno epico.
Sforzo e Destino percorrono
la stessa via.
Uno viene incontro all'altro
ma, sarebbe
meglio si incontrassero
il più tardi possibile
per chi intende conservare
la vita, ed il
più presto possibile per
chi vuole tutto
e subito. Il che non è,
perché spesso accade
il contrario. Chi vuole
conservare la vita,
la perde; e chi vuole perderla
se la ritrova
noiosamente ed ossessivamente
davanti, un
giorno dopo l'altro.
Su Sforzo e Destino non c'è più nulla da
dire. Ma Liezitronen, spremendosi come un
limone, aggiunse tante altre storie.
(continua)
gm - gennaio 2012 |
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