GAYATRI (MANTRA)
LUNGO IL CORSO DI UN FIUME
Lungo il corso di un fiume dispida movenza
sciabordio lunare su ciottoli di luce
su ciottoli di luce sinfrange lobbedienza
e un cargo di dolore sincaglia alla foce
nel palmo di una mano sinterrompe una sequenza
ultima dimora nellacqua salmastra
nellacqua salmastra risorge una speranza
salgono le stelle e si portan via la pelle
Cantano gli eredi
cantano i loro padri
sfaldano le ombre
bruciano i temporali
cantano gli eletti
emulano i mari
consumano le rocce
bruciano i temporali
Ma per giorni ci fù sangue da barattare
argini di anime da innalzare
corpi di fango che la notte ingoiava
e lalba lenta poi elencava
Cantano gli eredi
cantano i loro padri
sfaldano le ombre
bruciano i temporali
cantano gli eletti
emulano i mari
consumano le rocce
bruciano i temporali
GENZIANE DI PALUDE
Con le genziane di palude
si distilli una cura
che inebri i sensi e le gesta
dellumana sventura
un nuovo canto salga ora
alle sorgenti del maestrale
spezie, argenti e vino nero
per solcar lumido sale
brucia la terra
che il cielo già la serra
pallida resina
diviene unaltra perla
con le movenze di una danza
si ripari allerrore
al fin di sciogliere lincanto
di questo grigio livore
con linsolenza dei lamenti
ci procurammo il deserto
serpi, sterpaglie e bianche croci
non più laulenza del mirto
brucia la terra
che il cielo già la serra
pallida resina
diviene unaltra perla
che questo sonno
più del fuoco
brucia la terra
che il cielo già la serra
unonda lieve ci sorprende
nellansia cupa dellalba
e il gusto antico dellattesa
sarrende al corpo che salpa
al corpo che salpa...
SPAZI E TEMPI DI UN ETERNO MUTARE
Non cè più nulla da cancellare
o che io desideri ricordare
manciate dispide variazioni
dun sogno futile senza emozioni
non cè più fretta da collocare
spazi e tempi dun eterno mutare
sorgenti daride proiezioni
dun falso scibile finte opzioni
non cè più molto da risparmiare
per poi magari farlo fruttare
la banca delle stanche finzioni
è ricca ormai di mie donazioni
e guardo il cielo dipinto qua e là
con la paura di perder poesia
cerco lombra di unaltra realtà
con lansia di farla un giorno poi mia...
COME LE NUVOLE DESTATE
Non rifiutare il mio sorriso se vengo da lontano
se pur sotto cieli differenti insieme noi cantiamo
e forse i nostri canti nel vento si tengono per mano
forse i nostri canti dirigono verso un luogo arcano
ma non rifiutare il mio sorriso se non porto doni
il viaggio è stato lungo e colmo di freddo e di tuoni
comunque sia accogli questo breve omaggio
perchè come le nuvole destate sono solo di passaggio
inseguo il respiro
caldo delle parole
che sul volto di mia madre
ogni attimo del cuore scolpiva
Vengo dal sole cavalcando il dorso del mio canto
libero il mio inno che tra le stelle avanza scivolando
vengo dal sogno dei figli dellequatore
laddove ogni orizzonte ha occhi da predatore
ed è per me già giunta lora di andare
nella direzione opposta a quella del mare
inseguo il respiro
caldo delle parole
che sul volto di mia madre
ogni attimo del cuore scolpiva.
SEGNI FORIERI
Segni forieri di tempesta
alla schiusa del giorno
orizzonti carichi di vento
la terra ancora nubile
muta attende
temporali carichi di canto
ci sarà darare questo ventre di sabbia
dove dorme il sole tra le code nervose
ci sarà da bonificare una dimora di rabbia
dove risiede il rancore senza far rumore
Segni forieri di tempesta
alla schiusa del giorno
mutamenti rapidi in aumento
lodio diventa inutile
lodio sarrende
condannato a lapidi di fango
ci sarà da solcare ogni sguardo di terra
come tele di ragno affichè essa sia serva
ci sarà daspettare che lalba raccolga il suo dazio
e per noi un nuovo giorno sorga
e se le nuvole cadranno
saranno gli angeli a vegliare il loro sonno stanco
e se saranno gli angeli a cadere
dicono che hanno le ali anche se non lo sanno...
IL CANTO DELLOMBRA
Il canto dellombra racchiude i silenzi
che scivolan pigri nellora del vespro
mentre braccate da sogni invadenti
femmine stanche aprono gli scuri
Lassenza del vento rimesta gli sguardi
che spaziano lenti in un caldo imbrunire
brani dorchestra sospendono il tempo
le ore carnali di madide attese
il corso dellastro rovescia le parti
che saniman forse di antichi rancori
mentre legate a sottili catene
femmine scalze sagghindano dori
si cercheranno
mani indiscrete
che odoran di fuoco
di pane e di neve
si eviteranno
rovi di memorie
che bruciano in un fumo.
NELLE RUGHE DELLA LUNA
Intrappolati nelle rughe della luna
i miei occhi stanchi si addormentano
alcuni sogni si spezzano nel sonno
come rami secchi da un albero
vanno alla deriva
attraversando il silenzio ansioso del vento
e si frammentano
entrano nellorbita di una fornace
che gli strugge con fuoco di riverbero
da un residuo di polvere rigurgitata dalle braci
ancora si scorgono
altipiani venati di luce liquida
in pellegrinaggio verso le vie dei re
da un lato una mano colma di tempesta
mesce sui confini che si confondono
dallaltro lato un tintinnabulum da festa
risale ogni latitudine
Juppiter ubi est cealum tuum
quod est carmen invocandum
Ardono e si sciolgono i nostri figli
ardono e si sciolgono su di noi
Ardono e si sciolgono i nostri figli
ardono e si sciolgono come noi
Juppiter ubi est cealum tuum
quod est carmen invocandum
LATTESA
Non cè direzione ne mutamento
su questo promontorio a picco sul vento
scivola il tempo nel mio rancore
scivola il tempo e unaltro giorno muore
forse domani qualcuno verrà
morsa notturna madida dinganno
presto i miei passi si perderanno
scura è la notte nel mio vagare
scura è la notte e non sa perdonare
ogni mio sguardo che nel mare và
nellagonia del cielo appassito
il canto dellalba ormai si è smarrito
scende la resa che dorme sul monte
scende la resa tra gocce profonde
in un mattino di eternità...
SAINTE NICHOLAS
Elegia di San Goderico in onore di San Nicola / 1170 circa (in inglese antico)
SAN NIcola
San Nicola, prediletto di Dio
gentilmente prepara per noi
delle belle dimore
dai meriti della Tua nascita
dai meriti del Tuo corpo santo
San Nicola portaci là al sicuro
CONTRAVVELENO
Nascondete la luna sotto le perle
nascondete il silenzio che osserva le stelle
nascondete le vele e i timoni
nascondete la rotta che sorprende i cicloni
nascondete le brezze e il mattino
nascondete la terra che sorregge il cammino
nascondete le attese e i riti
nascondete i ricordi degli inverni miti
perchè quando venne la follia
sulla riva che guarda la nostra frenesia
si prese tutto e tutto portò via
anche dei giorni di pioggia fece razzia
la follia è un predatore silente
passa sotto i letti dei fiumi e ti entra nel ventre
la follia è un cacciatore sapiente
ha dardi velenosi come il morso di un serpente
nascondete le insegne
nascondete gli stendardi
nascondete la cima dellarcobaleno
nascondete le insegne
nascondete gli stendardi
che nel buio delle cose forse cè un contravveleno...
I testi sono di Alessandro Brocchi tranne "Il canto dell'ombra" e "Spazi e tempi di un eterno mutare" di Massimo Gobber.