I luoghi infernali

A metà strada tra le moderne città di Igoumenitsa e Preveza, il fiume Acheronte un tempo si impaludava, poco prima della foce, formando il lago Acherusio che prendeva quindi il nome dal dal suo immissario; l'emissario del lago manteneva il nome Acheronte e, nel breve tratto prima della foce, posta nella baia di Ammudia, raccoglieva le acque del fiume Cocito.
 
La mappa mostra la dislocazione dei luoghi infernali descritti nell'Odissea: l'Acheronte, il Cocito, il Piriflegetonte (l'odierno Vouvos, secondo alcuni; il torrente Kakavas, secondo altri), il lago Acherusio, il Capo Cheimerion (la punta settentrionale della baia di Ammudia), la città di Efira ed il Necromandio.
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foto tratta dalla pubblicazione a riferimento 1

Alla confluenza dei due fiumi sopra citati, in cima ad una collinetta, sorgeva l'oracolo dei morti, il Necromandio di Efira, distrutto dai Romani al termine della 3.a guerra macedone.
 

La foto a destra mostra la collina su cui sorge il Necromandio. La piana che si stende al di là della collina costituisce la bonifica del lago Acherusio; la linea verde alla base della collina delimita il letto dei fiumi Cocito e Acheronte.
Cliccare sulla collina del Necromandio per averne un'immagine ravvicinata.

Il Piriflegetonte, altro fiume infernale, era, secondo alcuni, l'affluente del Cocito che oggi porta il nome di Vouvos (vedi mappa sovrastante), secondo altri, era invece un immissario del lago Acherusio, da identificarsi con il torrente Kakavas, attivo solo nel periodo invernale e osservabile nei pressi del moderno villaggio di Kanalaki.

Certo è difficile non rilevare l'impressionante serie di convergenze che riconducono l'area in esame a quella descritta da Omero: il Capo Cheimerion, i tre fiumi, la vegetazione di pioppi e di salici, la presenza di un oracolo, con l'unica differenza che Omero non parla del lago Acherusio, molto bene descritto invece da Tucidide (1.46. 3-4) quando riferisce dello sbarco dei Corinzi nella baia di Ammudia nel 443 a.C. , poco prima della battaglia navale contro i Corciresi, al largo di Sybota.


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La baia di Ammudia è lo specchio di mare delimitato, da un lato, dallo sperone roccioso al centro della foto, dall'altro, dal Capo Cheimerion che si intravede sulla destra. Il Capo C., secondo il grammatico greco Proteas Zeugmatites (3° sec. a.C.), prenderebbe il nome dai Cimmeri, abitatori del lido nel quale sbarcò Ulisse, subito prima della discesa nell'Ade.

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In alto, sulla collina, la chiesetta di Ayos Ioannis Prodromos, eretta agli inizi del 18° secolo della nostra era, poggia sulle rovine del Necromandio.
In basso si vede un ponte sul fiume Cocito.

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