Filippo I l'Arabo | |||
17.1.2002
Caro Giulio,
rev. questa è la terza moneta con un peso di circa 19 g. e un diametro di 2,8 cm., con le scritture meno leggibili delle prime due e quindi più difficile da esaminare, i tuoi dubbi sono più che fondati, notando lo stato di conservazione di queste monete sono del parere che, pur trattandosi di falsi, sicuramente hanno un epoca non recente, chissà se veramente esistessero zecche barbariche che si dedicavano al falso !?!; spero di dare delle risposte a questi dubbi, comunque quando le avrai viste tutte, grazie al tuo aiuto, qualcosa sicuramente la capiremo. Ti ringrazio di vero cuore per la tua disponibilità, hai trovato un amico che è sempre a tua disposizione. Ti abbraccio Michele |
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Roma, 19.1.2002
Caro Michele,
Filippo I l'Arabo, nato nella colonia araba di Bostria, aveva sposato quella Marcia Otacilia Severa di cui ti ho accennato in occasione di una corrispondenza precedente (clicca qui). Il suo regno iniziò nel 244 d.C.. Dopo l'assassinio di Gordiano III, egli concluse una pace soddisfacente con i Persiani, poi rientrò a Roma. Nel 248 organizzò, per il millesimo anniversario della fondazione di Roma (v. "Augusto e Filippo l'Arabo in corr. prec."), magnifici giochi con le belve che Gordiano III aveva raccolto con l'intendimento di celebrare il proprio trionfo persiano. Nel 249 Filippo scese personalmente in campo per sedare una rivolta delle legioni di Decio ma fu sconfitto a Verona e ucciso insieme al figlio (le notizie storiche sono state attinte dal Sear - v. nota(1)). Veniamo ora alla tua moneta (fig. 1/2) di cui di seguito riporto una descrizione (con lettere rosse ho indicato le parti abrase o illeggibili delle leggenda): D.
Busto di Flippo I laureato a destra
A titolo di confronto in
fig. 3/4 ho riprodotto l'immagine di un aureo di pari tipologia.
Concludo osservando che la moneta in questione mi pare autentica. Se poi effettivamente è stata trovata in Tunisia insieme ad altre due coeve sulle quali avevo espresso dei dubbi, sarebbe interessante approfondire se in Tunisia siano effettivamente esistite "zecche barbariche". Consentimi infine una battuta: visto che chi trova un amico trova un tesoro, mi pare di poter dire che, tra noi due, ad averne trovato uno originale, sono stato io. Ti saluto cordialmente.
Note:
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