Caro Giulio,
mi chiamo Michele e colleziono
monete e banconote da molti anni, recentemente mio fratello mi ha regalato
delle monete che ha trovato in Tunisia, volevo un aiuto da parte di un
esperto come te per dare un'epoca, un valore e un'autenticità a
queste monete. Ti mando le foto della prima, dopo te ne manderò
delle altre (v. pagina successiva), questa
pesa circa 21 grammi, ha un diametro di 3 cm. ed è spessa 5 mm.
circa. Ti ringrazio anticipatamente sperando di poterti ricambiare.
Saluti con stima
Michele. |
Roma, 16.1.2002
Caro Michele,
Marcia Otacilia Severa
(v. nota(1)), figlia di un Severo, Governatore della
Pannonia, sposò Filippo I il cui regno iniziò il 244 d.C.
e cessò, con la morte per mano di Decio nel 249. Donna ambiziosa,
prese parte col marito alla congiura che portò alla morte di Gordiano
III. Morigerata nei costumi, si dice che avesse abbracciato la fede cristiana
e che il vescovo di Antiochia, San Babila, le avesse inflitto una penitenza
ecclesiastica per la partecipazione alla congiura. Durante il regno di
Filippo I i cristiani non furono perseguitati, proprio per l'intercessione
dell'Augusta. Alla morte del marito e del figlio (avvenuta in seguito ad
una rivolta dei pretoriani, all'appressarsi a Roma dell'esercito di Traiano
Dacio), M.O.S. passò il resto dei suoi giorni in ritiro. In suo
nome furono coniate diverse monete che recano il segno delle prerogative
di "Augusta".
Esse mostrano al dritto
una delle seguenti leggende (v. nota(2)):
-
M. OTACIL. SEVERA AVG.
-
MARC. OTACIL. SEVERA AVG
-
MARCIA OTACIL. SEVERA AVG
-
OTACIL. SEVERA AVG
Il rovescio delle monete è
variabile (v. nota(3)), sono ricorrenti le personificazioni
delle virtù, tra cui la "PIETAS AVGVSTAE", rappresentata talvolta
con la mano destra levata che sorregge un portaprofumi, talvolta mentre
sorregge con una mano una patera e con l'altra uno scettro trasversale
e, ai suoi piedi, è dritto un fanciullo, talvolta con la scena arricchita
dalla presenza di un altare.
Veniamo ora alla tua moneta
di cui mi provo a dare una descrizione:
D. MARCIA OTACIL IYBDVCCI
Busto di Otacilia diademata a destra
R. HIETAS AVGVSTAE. SC
a destra e a sinistra nel campo.
A titolo di confronto ho
riprodotto:
-
in fig. 3 un sesterzio di 22,23
g., tratto dal sito http://www.noeren.de/shop/
; stessa tipologia e leggenda del dritto ma rovescio un po' diverso (qui
la Pietas sorregge un cestino) e anche la leggenda cambia (PIETAS AVG questa
volta); valore stimato nello stato "Bellissimo", 180 Euro;
-
in fig. 4 una moneta di billone
(lega di rame e argento) di 4,50 g e 23 mm di diametro, del valore di due
denari, tipologia confrontabile con la tua (manca tuttavia lo "SC", trattandosi
di una moneta d'argento), dedotta dal sito numismatico: http://www.cgb.fr/monnaies/rome/r09/fr/monnaiesc34a.html?depart=243&nbfic=405.
Qui cambia un po' la leggenda del dritto, ma è molto simile la tipologia
e la leggenda del rovescio; valore stimato nello stato "Bellissimo"
400 Fr. Francesi.
Come potrai osservare, i tipi
di fig. 1/2 sono rozzi, quanto quelli di fig. 3 e 4 raffinati.
Questo è il punto
di partenza delle mie perplessità riguardo alla tua moneta che si
aggravano quando osservo:
-
la storpiatura della P di Pietas,
trasformata in H
-
la leggenda n° 3, in cui,
al posto di "SEVERA AVG", troviamo, nell'ultima parte della leggenda del
dritto, una successione di lettere incomprensibili
-
l'irregolarità di stile
e grandezza delle lettere della leggenda
Lascio a te le conclusioni.
Ti saluto cordialmente.
Giulio De Florio
Note:
(1) "A
Dictionary of Roman coins" - Seth W. Stevenson - London Seaby ed. 1982
(2) David
R. Sear "Roman Coins and their values" - ed. Seaby 1981
(3) Henry
Cohen - "Description historique des monnais frappées sous l'empire
romain"- vol. V |