Roma, 16.11.2003
Gent.mo Sig. Giulio,
ho visto che sul suo sito
ha gentilmente risposto a molti "navigatori", così approfitto anch'io
della sua disponibilità e le sottopongo questa moneta che dovrebbe
essere di Nerone. La prego di farmi sapere se sia autentica o meno e nel
caso che lo sia, quanto possa valere commercialmente. Oltre alle foto in
allegato, eccone i dati:
Attorno al volto,
laureato e rivolto a dx, c'è scritto IMP.NERO.CAESAR.AVG.GERM
Tra una parola e l'altra c'è un piccolo puntino in alto (che io
ho messo in basso). Sul rovescio è rappresentato un tempio ripreso
di tre quarti con l'ingresso verso destra (la porta è chiusa). A
sinistra del tempio c'è la lettera S a destra la C. Attorno c'è
scritto PACEPRVBI.QPARTA.IANVM.CLVSIT.
Il peso è di 10,9
grammi ca e il diametro di cm 2,6 ca. Il colore è di un rossiccio
brillante non uniforme, ma misto ad aree scure tendenti al nero, tranne
una piccola parte sul bordo che è verde. Sembrerebbe rame.
L'asse di conio è
di ore 5 per il rovescio avendo di fronte a ore 12 il volto.
Ho fatto la prova ferromagnetica
con le calamite delle porte degli armadi ma non mi è parso che la
moneta ne restasse attratta.
La ringrazio anticipatamente. |
Roma, 30.11.2003
Egregio Lettore,
di seguito trascrivo i dati
significativi per la moneta di figura:
Asse di rame RIC347,
BMC230,
C147 (variante senza
globetto).
D. Nerone testa laureata a
destra. IMPNEROCAESARAVGGERM1
R. Vista frontale del tempio
di Giano2
con finestra munita di grate a sinistra e festone appeso su una porta chiusa
a due battenti dislocata a destra. PACEPRVBIQPARTAIANVMCLVSIT3.
S
C a sinistra e a destra nel campo.
Gli assi del periodo pesavano
in media 10,97g (media su 41 campioni), con una distribuzione di peso concentrata
nella fascia compresa tra 10,50 e 12,50 g. e asse di conio ad ore 6; aggiungo
che la moneta classificata come BMC230 in possesso del British Museum presenta
le seguenti caratteristiche: peso 10,67g, diametro 29,21mm, asse ad ore
6.
A titolo di confronto (oltre
che per una stima del valore) riporto i link trovati nel web:
Concludo osservando che le caratteristiche
fisiche della moneta di figura da lei indicate sono compatibili con l'asse
neroniano. Tuttavia, come del resto le ho già comunicato, lo scarso
dettaglio dell'immagine che mi ha inviato non mi consente di trarre conclusioni
definitive sull'eventuale autenticità.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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(1) IMPerator
NERO CAESAR AVGustus GERManicus. L'assunzione da parte di Nerone del titolo
IMP come 'praenomen' è riferibile agli anni 65-66 d.C. L'assenza
di un globetto in corrispondenza alla punta del busto dalla parte della
lettera M di GERM consente di ascrivere la moneta alla zecca di Roma.
(2) Secondo
Livio, il tempio di Giano, che rimaneva sempre aperto quando Roma era in
guerra, in tutto il tempo compreso tra la fondazione della città
e la battaglia di Azio rimase chiuso una sola volta, mentre sotto Augusto
tre volte.
(3) PACE
Populi Romani VBIQue PARTA IANVM CLaVSIT (avendo ovunque assicurato la
pace al popolo romano, chiuse le porte del tempio di Giano). L'utilizzo
della leggenda corta per il rovescio - altrove, nei sesterzi e nei dupondi,
la leggenda è più lunga in quanto, al posto di "ubique",
è presente l'espressione "terra marique" (in terra e in mare) -
è la norma per l' emissione del 66 d.C. che un'ipotesi suggestiva
vorrebbe effettuata, per ragioni di propaganda neroniana, in occasione
della visita di Tiridate a Roma in quell'anno. Riferisce infatti Svetonio
(Nero 13) a proposito dell'accoglienza riservata da Nerone a Tiridate:
"Posso ragionevolmente
includere fra le sue [di Nerone] invenzioni sceniche l'entrata di Tiridate
nell’Urbe. Questi era re d'Armenia, indotto dall'imperatore, dietro grandi
promesse, a venire a Roma; e poiché, a causa del maltempo, gli era
stato impossibile esibirlo in pubblico nel giorno prescelto, lo fece, in
occasione più favorevole, con le coorti armate pretoriane schierate
attorno ai templi del Foro, mentre egli era assiso sulla sedia curule issata
sui rostri quasi fosse un generale vittorioso circondato dalle insegne
militari e dagli stendardi. Appena il re si fu avvicinato lungo una piattaforma
inclinata, l'imperatore inizialmente lo lasciò cadere ai suoi piedi
quindi, porgendogli la mano destra, lo fece alzare e lo baciò. Poi,
mentre il re gli rivolgeva una supplica, Nero gli sollevò la tiara
che indossava sul capo sostituendola con un diadema, mentre un uomo di
rango pretorio traduceva le parole del supplice e le comunicava agli astanti.
Da lì il re fu portato al teatro [ di Pompeo Magno ] e quando il
re ebbe ripetuto l’inchino, Nerone lo fece sedere alla sua destra.
A causa di tutto questo Nerone ricevette l'acclamazione da Imperatore e
dopo aver deposto una corona d'alloro in Campidoglio [cosa normale quando
si celebrava un trionfo], egli chiuse le due porte del tempio di Giano,
come segno che nessuna guerra era più in corso da nessuna parte."
Tuttavia la chiusura del tempio
di Giano dovette avvenire già l'anno prima perché si conosce
un sesterzio con la tipologia del tempio di Giano che nella leggenda del
dritto riporta proprio la data del 65 (TR POT XI). Il che tuttavia non
impedisce di pensare che la cerimonia di chiusura del tempio venisse replicata
nel 66 in occasione della visita di Tiridate. |