Roma, 27.11.2003
Egregio Lettore,
di seguito trascrivo i dati
significativi per la moneta di figura:
Denario di Caracalla - RIC69,
C499,
BMC435
D. Busto giovanile di Caracalla1
laureato e drappeggiato a destra. ANTONINVS PIVSAVG2
R. Roma in abito militare
in piedi a sinistra sorregge una Vittoria e un'asta con la punta rivolta
in basso. PONT·TRP VI COS3.
Il RIC attribuisce a questo
denario, come grado di rarità, "scarce"4.
La moneta fu coniata dalla
zecca di Roma secondo lo standard del regno congiunto di Settimio Severo-Caracalla
che registra un peso medio per il denario di 3,24g (media su 458 campioni),
con un contenuto d'argento ridotto a poco più del 50%. BMC descrive
2 denari della tipologia di figura, presenti nel British Museum di cui
riporto le caratteristiche:
BMC |
Peso (g) |
Diametro (mm) |
Asse di conio (ore) |
Dritto |
Rovescio |
435 |
3,27 |
20,32 |
6 |
ANTONINVS PIVS AVG |
PONT· TRP VI·COS |
436 |
3,51 |
20,32 |
0 |
ANTONINVS PIVS AVG |
PONT TRP VI COS |
Un'immagine di riferimento5
(ma con una diversa disposizione delle lettere nella leggenda del rovescio)
è disponibile nel web al seguente indirizzo: http://www.fortunecity.com/victorian/cubist/158/L6/roman8.html.
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
------------
(1) Alla
nascita Caracalla aveva il nome di Julius Bassianus, mutuato dal nonno
materno. Figlio maggiore di Settimio Severo e Giulia Domna, nacque a Lugdunum
(Lione) in Gallia nel 188 d.C., al tempo in cui il padre rivestiva la carica
di governatore della provincia e gli fu dato il soprannome di Caracalla,
con cui è passato alla storia, per via di una lunga tunica con maniche
di foggia gallica che usava indossare e che portava quel nome.
(2) ANTONINVS
PIVS AVGustus. Per capire perché il giovane Bassiano mutasse il
proprio nome in Antonino è necessario rifarsi alla situazione politica
di Roma quando, nella notte tra il 31 dicembre del 192 e il primo gennaio
del 193, Commodo fu assassinato in seguito ad una congiura di palazzo a
cui avevano preso parte attiva i pretoriani, oltre che Marcia che di Commodo
era l'amante. Come successore di Commodo gli insorti nominarono il senatore
Publio Elvio Pertinace, uomo capace, che tentò di porre in essere
una politica di rigore finanziario e di freno al potere dei pretoriani.
Il neo imperatore durò in carica solo 87 giorni prima di essere
a sua volta ucciso dalla guardia pretoriana nuovamente insorta. I suoi
assassini non avevano un proprio candidato alla successione e, visto che
si erano rivoltati solo per ottenere una paga più alta, pensarono
bene di conferire il titolo di Augusto al migliore offerente sulla piazza.
Il ricco senatore Marco Didio Giuliano fu così proclamato imperatore.
La crisi del potere centrale
non poteva lasciare indifferenti le province nelle quali era concentrato
l'esercito. Le legioni dislocate a presidio della Britannia, della Siria
e dell'Illiria/Pannonia, alla notizia della nomina di Didio Giuliano,
insorsero proclamando ciascuna, come imperatore, il proprio comandante
e quindi, rispettivamente, Clodio Albino, Pescennio Nigro e Settimio Severo.
Fu quest'ultimo tuttavia, avendo le proprie truppe acquartierate in località
più prossima a Roma, a prendere l'iniziativa. Dopo aver stipulato
un accordo di non belligeranza con Clodio Albino, nell'occasione gratificato
con il titolo di Cesare (principe ereditario), calò a Roma
e la occupò. I pretoriani non gli opposero resistenza, anzi gli
consegnarono Didio Giuliano che fu presto condannato a morte da un Senato
terrorizzato e giustiziato il primo giugno del 193, dopo appena 60 giorni
di regno. A questo punto Settimio Severo mosse in Oriente contro Pescennio
Nigro. La campagna militare si protrasse per tre anni e si concluse con
la sconfitta del rivale orientale e l'esecuzione in massa e la confisca
dei beni dei suoi partigiani. Nel contempo una rivolta dei Parti tenne
Settimio impegnato lontano da Roma sino al 196, quando giunse notizia che
Clodio Albino si era autopromosso imperatore. Ora c'è da osservare
che Albino godeva di un certo prestigio a Roma, specie presso il Senato,
tant'è che Settimio nel 193, per rafforzare la propria posizione,
aveva deificato il defunto Pertinace e aggiunto il nome PERT alla
propria titolatura. Ma la mossa non era stata sufficiente ad assicurare
a Settimio il credito di cui aveva bisogno negli ambienti romani perché
Pertinace non era sufficientemente popolare nell'esercito. E allora la
trovata: Settimio si autoproclamò figlio del divino Marco (Aurelio
- per esteso Marcus Aurelius Antoninus) e fratello di Commodo, entrando
così a far parte della grande famiglia degli Antonini sicché
quando, nel 195, decise di elevare il proprio figlio maggiore alla dignità
di Cesare (designandolo quindi come suo successore), gli mutò il
nome in Antonino. Da quel momento in poi Caracalla fece rapida carriera
vista la ferma volontà paterna di assicurare all'impero una
successione per via dinastica e così da Cesare a soli 7 anni,fu
Pontefice Massimo a 9, Augusto a 10, console a 14. Dal 198 fu anche tribuno,
potere che, da quel momento, gli fu rinnovato dal Senato ogni anno. Per
un breve compendio della vita di Caracalla si rimanda al sito http://www.roman-emperors.org/caracala.htm
dove è presente un'ampia bibliografia di questo sovrano.
(3) Pontifex
TRibunicia Potestas VI COnSul. Il tema del rovescio di questa moneta viene
identificato dai numismatici come quello della "Roma Victrix". La potestà
tribunizia n° VI ci consente di datare esattamente il denario di figura
al 203 d.C. L'immagine giovanile del sovrano, quale si desume dall'immagine,
è dunque quella di un quindicenne. Nel 202, un anno prima della
coniazione della moneta, Caracalla aveva sposato l'altera Plautilla di
cui si è parlato in una precedente corrispondenza (v.
qui).
(4) La
tabella dei gradi di rarità è consultabile
cliccando qui.
(5) La
moneta di riferimento (la n° 72 del sito citato) possiede le seguenti
caratteristiche significative: peso 3,5g valore di mercato 38$ in condizioni
gVF (v. tabella sullo stato delle monete,
cliccando qui). |