CARACALLA
Roma, 14.11.2003
Gent.mo sig De Florio,

ringraziandola per il responso sulla sesta moneta, le invio come d'accordo i dati della settima moneta:

  Num. 7
 Diametro( mm) 17
 Peso (g) 3
 Ang.assi  D.-->R. 180 
 Materiale e/o colore Argento
 Aspetto generale ossidata verde
 Note ulteriori

Cordiali saluti. 

 fig. 1
Roma, 27.11.2003
Egregio Lettore, 
di seguito trascrivo i dati significativi  per la moneta di figura:

Denario di Caracalla - RIC69, C499, BMC435
D. Busto giovanile di Caracalla1 laureato e drappeggiato a destra. ANTONINVS   PIVSAVG2
R. Roma in abito militare in piedi a sinistra sorregge una Vittoria e un'asta con la punta rivolta in basso. PONT·TRP  VI  COS3.

Il RIC attribuisce a questo denario, come grado di rarità, "scarce"4.
La moneta fu coniata dalla zecca di Roma secondo lo standard del regno congiunto di Settimio Severo-Caracalla che registra un peso medio per il denario di 3,24g (media su 458 campioni), con un contenuto d'argento ridotto a poco più del 50%. BMC descrive 2 denari della tipologia di figura, presenti nel British Museum di cui riporto le caratteristiche:
 

BMC Peso (g) Diametro (mm) Asse di conio (ore) Dritto Rovescio
435 3,27 20,32 6 ANTONINVS PIVS AVG PONT· TRP VI·COS
436 3,51 20,32 0 ANTONINVS PIVS AVG PONT  TRP VI COS

Un'immagine di riferimento5 (ma con una diversa disposizione delle lettere nella leggenda del rovescio) è disponibile nel web al seguente indirizzo: http://www.fortunecity.com/victorian/cubist/158/L6/roman8.html.

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio

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(1) Alla nascita Caracalla aveva il nome di Julius Bassianus, mutuato dal nonno materno. Figlio maggiore di Settimio Severo e Giulia Domna, nacque a Lugdunum (Lione) in Gallia nel 188 d.C., al tempo in cui il padre rivestiva la carica di governatore della provincia e gli fu dato il soprannome di Caracalla, con cui è passato alla storia, per via di una lunga tunica con maniche di foggia gallica che usava indossare e che portava quel nome.
(2) ANTONINVS PIVS AVGustus. Per capire perché il giovane Bassiano mutasse il proprio nome in Antonino è necessario rifarsi alla situazione politica di Roma quando, nella notte tra il 31 dicembre del 192 e il primo gennaio del 193, Commodo fu assassinato in seguito ad una congiura di palazzo a cui avevano preso parte attiva i pretoriani, oltre che Marcia che di Commodo era l'amante. Come successore di Commodo gli insorti nominarono il senatore Publio Elvio Pertinace, uomo capace, che tentò di porre in essere una politica di rigore finanziario e di freno al potere dei pretoriani. Il neo imperatore durò in carica solo 87 giorni prima di essere a sua volta ucciso dalla guardia pretoriana nuovamente insorta. I suoi assassini non avevano un proprio candidato alla successione e, visto che si erano rivoltati solo per ottenere una paga più alta, pensarono bene di conferire il titolo di Augusto al migliore offerente sulla piazza. Il ricco senatore Marco Didio Giuliano fu così proclamato imperatore.
La crisi del potere centrale non poteva lasciare indifferenti le province nelle quali era concentrato l'esercito. Le legioni dislocate a presidio della Britannia, della Siria e dell'Illiria/Pannonia, alla notizia della nomina di Didio  Giuliano, insorsero proclamando ciascuna, come imperatore, il proprio comandante e quindi, rispettivamente, Clodio Albino, Pescennio Nigro e Settimio Severo. Fu quest'ultimo tuttavia, avendo le proprie truppe acquartierate in località più prossima a Roma, a prendere l'iniziativa. Dopo aver stipulato un accordo di non belligeranza con Clodio Albino, nell'occasione gratificato con il titolo di Cesare (principe ereditario),  calò a Roma e la occupò. I pretoriani non gli opposero resistenza, anzi gli consegnarono Didio Giuliano che fu presto condannato a morte da un Senato terrorizzato e giustiziato il primo giugno del 193, dopo appena 60 giorni di regno. A questo punto Settimio Severo mosse in Oriente contro Pescennio Nigro. La campagna militare si protrasse per tre anni e si concluse con la sconfitta del rivale orientale e l'esecuzione in massa e la confisca dei beni dei suoi partigiani. Nel contempo una rivolta dei Parti tenne Settimio impegnato lontano da Roma sino al 196, quando giunse notizia che Clodio Albino si era autopromosso imperatore. Ora c'è da osservare che Albino godeva di un certo prestigio a Roma, specie presso il Senato, tant'è che Settimio nel 193, per rafforzare la propria posizione, aveva deificato il defunto Pertinace e  aggiunto il nome PERT alla propria titolatura. Ma la mossa non era stata sufficiente ad assicurare a Settimio il credito di cui aveva bisogno negli ambienti romani perché Pertinace non era sufficientemente popolare nell'esercito. E allora la trovata: Settimio si autoproclamò figlio del divino Marco (Aurelio - per esteso Marcus Aurelius Antoninus) e fratello di Commodo, entrando così a far parte della grande famiglia degli Antonini sicché quando, nel 195, decise di elevare il proprio figlio maggiore alla dignità di Cesare (designandolo quindi come suo successore), gli mutò il nome in Antonino. Da quel momento in poi Caracalla fece rapida carriera vista la ferma volontà paterna  di assicurare all'impero una successione per via dinastica e così da Cesare a soli 7 anni,fu  Pontefice Massimo a 9, Augusto a 10, console a 14. Dal 198 fu anche tribuno, potere che, da quel momento, gli fu rinnovato dal Senato ogni anno. Per un breve compendio della vita di Caracalla si rimanda  al sito http://www.roman-emperors.org/caracala.htm dove è presente un'ampia bibliografia di questo sovrano.
(3) Pontifex TRibunicia Potestas VI COnSul. Il tema del rovescio di questa moneta viene identificato dai numismatici come quello della "Roma Victrix". La potestà tribunizia n° VI ci consente di datare esattamente il denario di figura al 203 d.C. L'immagine giovanile del sovrano, quale si desume dall'immagine, è dunque quella di un quindicenne. Nel 202, un anno prima della coniazione della moneta, Caracalla aveva sposato l'altera Plautilla di cui si è parlato in una precedente corrispondenza (v. qui).
(4) La tabella dei gradi di rarità è consultabile cliccando qui.
(5) La moneta di riferimento (la n° 72 del sito citato) possiede le seguenti caratteristiche significative: peso 3,5g valore di mercato 38$ in condizioni gVF (v. tabella sullo stato delle monete, cliccando qui).

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