22.11.2002
Cortese signore,
ho potuto apprezzare la consueta
disponibilità con cui Lei offre consulenza gratuita in merito a
monete antiche poste alla sua attenzione. Considerata la mia profonda ignoranza
in materia, non posso non chiederLe di fruire della sua preziosa consulenza,
per decriptare e decifrare i simboli, le lettere, le effigi presenti su
una moneta in mio possesso. Tale moneta ha le seguenti caratteristiche:
DIAMETRO: 3.1 cm circa, considerando
che i contorni sono irregolari
TIPOLOGIA METALLICA: oro (almeno
in apparenza)
Scritte presenti sul fronte
della moneta: indecifrabili per la maggior parte, tranne la dicitura: “TRAIANA”
Scritte presenti sul retro
della moneta: indecifrabili
Indicazione sulla lega del
tondello: non appare influenzata da fenomeni di magnetismo
PESO: 21g
Note: quando ho avuto questa
moneta, essa si presentava di colore marrone scuro con venature di verde
scuro. Una volta pulita con prodotto specifico per monete, essa è
apparsa colore giallo oro.
Sarei interessato ad ottenere
informazioni in merito alla originalità, alla storia della moneta,
alla vetustà, al valore.
Le invio le scansioni del fronte
e del retro della moneta.
Ho confrontato le effigi riportate
in moneta con altre monete osservate nella Sua casella di corrispondenza,
ma non ne ho trovate di uguali.
La ringrazio anticipatamente
per l’ausilio, la consulenza, la disponibilità.
Buona giornata e buon lavoro.
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Roma, 30.11.2002
Egregio Signore,
comincio con un garbato
rimprovero. Le monete antiche non vanno pulite; se lo si fa, si corre il
rischio, come nel suo caso, di privarle dell'eventuale sigillo di autenticità
rappresentato dalla patina verde che le ricopre, quando la lega metallica
è il bronzo; oppure si rischia di graffiarle se è argento
oppure oro.
Traggo dal Mattingly
("BMC 730 n" ovvero Cohen
"C.623") la descrizione che segue:
D. Testa di Traiano laureata
a destra. IMP CAES
NERVA TRAIAN AVG GERM P M(1).
R. La Concordia drappeggiata,
seduta a sinistra su una sedia senza schienale, sacrifica con una patera,
trattenuta con la mano destra distesa, al di sopra di un altare acceso
mentre sorregge con la sinistra una doppia cornucopia. TR
POT COS III P P(2).
SC in
esergo(3).
Dal sito http://www.wctc.net/~msersch/concord.htm,
dedicato ai sesterzi di Traiano, traggo le seguenti notazioni:
-
"Concordia" era la dea della
concordia o dell'armonia. Per essa i Romani nutrivano grande devozione.
La sua festa ricorreva il 16 gennaio, giorno nel quale le fu dedicato
il maggiore dei suoi templi.
-
"Concordia" veniva rappresentata
seduta, nell'atto di sacrificare con la patera su un altare acceso, a somiglianza
di quanto avveniva nella realtà durante i riti in suo onore.
-
La stessa tipologia monetale
del rovescio, accompagnata da svariate leggende, fu riutilizzata più
volte durante il regno di Traiano, dal 98 al 111 d.C.
Il "messaggio" della moneta
mi pare dunque trasparente, da un lato l'autorità dello stato romano,
evidenziata dall'immagine del sovrano sul dritto, accompagnata dai titoli
dinastici e imperiali estesi su entrambe le facce, dall'altra la Concordia
divinizzata, collante dell'impero universale multietnico.
"The American Numismatic
Society" ( http://www.amnumsoc.org/lookup.cgi?string=1957.172.1635
) riferisce di un sesterzio di pari tipologia, con le seguenti caratteristiche
fisiche: peso 25,44g , diametro 35 mm, asse di conio a ore 6. L'esemplare
in possesso del British Museum è invece pertinente alla variante
monetale "BMC 730" (in cui il busto di Traiano è drappeggiato sulla
spalla sinistra), pesa 27,43g
(4),
ha un diametro di 35,6 mm e un asse di conio a ore 6.
Il Mattingly data
la moneta al 100 d.C., anno in cui il Senato conferì al sovrano
il terzo consolato (COS III).
Veniamo dunque alla moneta
di fig. 1. A titolo di confronto, la invito a considerare all'indirizzo:
http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=41217&AucID=15&Lot=290
una moneta di tipologia
simile a quella di fig. 1, diversa tuttavia per un piccolo particolare
della leggenda del rovescio, (COS II, invece che COS III) in quanto coniata
due anni prima, al tempo del secondo consolato di Traiano.
Osservo che nella sua moneta:
-
il peso è un po' inferiore
alla media del periodo (v. nota 4). Anche il diametro
è di un paio di mm al di sotto di quello riportato per altre monete
catalogate dal British Museum;
-
le lettere della leggenda presentano
caratteri inspiegabilmente poco marcati rispetto alle figure centrali;
-
si manifestano alcune carenze
di stile, si veda in particolare il busto della Concordia con caratteri
poco femminili, le pieghe dell'abito, le gambe della dea e l'altare realizzati
in modo approssimativo.
Sebbene le ridotte caratteristiche
fisiche (peso/diametro) possano trovare qualche giustificazione sul piano
tecnico, i due aspetti stilistici sopra evidenziati mi sembrano preoccupanti.
Pur nei limiti di una valutazione a distanza, sono propenso a ritenere
che siamo di fronte ad una copia moderna.
La saluto cordialmente.
Giulio De Florio
Note:
(1) Nella
leggenda del dritto di questa moneta IMPerator diventa "praenomen". Essendo
stato adottato da Nerva, Traiano ne assume il "cognomen" che antepone al
proprio. Sicché la parte frontale del titolo imperiale diventa Imperator
Caesar Nerva Traianus, seguito dagli altri titoli, in primo luogo Augustus
(utilizzato in antico nel significato odierno di "imperatore"), quindi
Germanicus (titolo militare che richiamava il potere forte esercitato da
Traiano nell'amministrazione della Germania Superior in cui aveva svolto
la funzione di legato), Pontifex Maximus (massima carica religiosa).
(2) Sul
rovescio della moneta sono elencati gli altri attributi imperiali, la Tribunicia
Potestas, la carica di Consul e infine il titolo di Pater Patriae.
(3) Il
Senatus Consulto in esergo indica che la moneta fu coniata per decreto
del senato romano, secondo la prassi amministrativa consueta per
le monete di bronzo.
(4) Secondo
il Mattingly, un sesterzio di Traiano pesava in media 25,85g (media su
252 esemplari) ma il peso delle singole monete poteva discostarsi dalla
media sopra citata. La lega metallica dei tondelli era costituita in larga
parte da rame (più esattamente, circa: 80% rame 17% zinco, 1% piombo). |