Roma, 24.9.2003
Egregio Lettore
la moneta di cui mi hai inviato
l'immagine mi offre il destro di ritornare sul problema della identificazione
quando lo stato di usura rende problematica la ricerca. Come puoi osservare,
in questo caso non c'è la possibilità di identificare
alcun carattere della leggenda nel dritto, non dalla foto almeno. Disponiamo
tuttavia dei seguenti elementi:
-
per prima cosa il numero XVIII;
ora un numero non va mai da solo essendo solitamente associato alla TRibunicia
Potestas o all'IMPerator o eventualmente al COnSolato. Applicando al nostro
caso questa regola, la lettura delle prime tre lettere della leggenda del
rovescio diventa più semplice: TRP XVIII;
-
anche la tipologia del rovescio
è molto chiara, la figura elmata, armata di lancia e scudo, è
tipica di Marte.
Questi due elementi da soli costituiscono
un tesoretto di informazione, se dati in pasto a due potenti motori di
ricerca come:
-
http://www.amnumsoc.org/search/
- il quale accetta, come dati di ingresso, sia leggende parziali del dritto
e/o del rovescio (purché costituite da parti intere di leggenda,
es. XVIII e lunghe almeno, come nel caso in esame, tre caratteri), sia
la tipologia del dritto e/o del rovescio (nel caso nostro conosciamo quella
del rovescio, "MARS"). Il risultato è un elenco delle 7 monete presenti
nel data base dell'ANS (American Numismatic Society), tutte appartenenti
all'imperatore Marco Aurelio.
-
http://www.wildwinds.com/coins/findstr.html
- questo motore di ricerca non opera sulla tipologia ma solo sulle leggende,
anche se disponibili su base frammentaria (per esempio, nel nostro caso,
TR P XVIII). Il risultato è un elenco dei sovrani che avevano battuto
moneta con la leggenda TR P XVIII: Antonino Pio, Caracalla, Claudio, Commodo,
Domiziano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Tiberio. Un'ulteriore operazione
di ricerca della parola "MARS" all'interno dell'elenco, da effettuarsi
direttamente con il browser (con Internet Explorer, ad esempio), fornisce
come risposta solo e soltanto Marco Aurelio.
Confesso tuttavia che nell'identificazione
di questa moneta ho seguito un cammino un po' diverso, più intuitivo
e fortunato ma meno obiettivo: l'immagine del dritto, per quanto poco chiara,
mostra un profilo noto (quei capelli ricciuti, quella barba a riccioli
pendenti ...); dispongo inoltre di un piccolo catalogo con bellissime immagini
di monete romane comprato un paio di anni fa per 9,20 euro al Münzkabinett
- Staatliche Museen zu Berlin (lo raccomando a tutti i collezionisti, basta
scrivere); nel catalogo ci sono alcune chiarissime immagini dei sovrani
più noti, tra queste una di Marco Aurelio. Dalla convergenza tra
questa immagine e il risultato della ricerca ottenuto attraverso l'ANS
ho capito che quasi certamente la nostra moneta era di Marco Aurelio. I
dubbi sono caduti del tutto quando ho ottenuto la convergenza con il secondo
motore di ricerca, nel senso che ho potuto accertare che sebbene altri
sovrani, oltre a Marco Aurelio, avevano raggiunto la 18.ma Potestà
Tribunizia, solo Marco Aurelio l'aveva celebrata con l'immagine di Marte.
Certo, a essere rigorosi, avrei dovuto consultare i sacri testi (RIC o
BMC o Cohen) su un arco di trecento anni di storia romana ma così
avrei rischiato di rimanere sepolto sotto l'arretrato già considerevole
di risposte inevase che ho sinora accumulato. Diciamo che, stando così
le cose, il riconoscimento della moneta è ad un livello di un buon
99%.
Lasciamo ora la parte didattica
e torniamo alla tipologia monetale di figura, presente nell'antichità,
sia come sesterzio, che come dupondio e asse. Un dupondio si distingue
dagli altri nominali perché il sovrano indossa una corona radiata.
A distinguere il sesterzio dagli altri due nominali è il maggiore
peso, non il diametro che non era significativamente diverso tra i tre
nominali. Ma farlo capire ai miei lettori è difficile, essi si accontentano
di una risposta approssimativa per non chiedere ad un orefice di pesargli
la moneta!
Il sesterzio di Marco Aurelio
era di 25,16g (media calcolata dal British Museum su 597 esemplari), il
dupondio di 12,56g (media su 148 esemplari), l'asse di 11,13g (media su
153 esemplari) ma questi pesi non vanno presi alla lettera, nell'antichità
da una libbra di metallo si pretendeva di ricavare un certo numero di sesterzi,
perciò non bisogna meravigliarsi se di due esemplari dello stesso
sesterzio disponibili al British Museum uno pesasse circa 20g mentre l'altro
quasi 31. Tuttavia, visto che l'asse pesava meno della metà del
sesterzio, rimaneva ancora un buon margine per distinguere i due nominali.
Nel caso in esame non mi pare
di intravedere una corona radiata sulla testa di Marco Aurelio, d'altra
parte, nonostante le estensive ricerche effettuate in rete, non ho trovato
dupondi o assi di questa tipologia monetale, perciò forse non vado
lontano dalla realtà ad ipotizzare che il discreto peso a cui fai
riferimento nel tuo messaggio sia di almeno 20 g e quindi ancora associabile
a un sesterzio e in tal senso mi regolerò nella descrizione di questa
moneta.
Sesterzio - zecca di Roma
D. Testa di Marco
Aurelio1
laureata a destra.
M AVREL ANTONINVSAVG
ARMENIACVSPM2.
R. Marte elmato, in abito militare,
in piedi a destra, sorregge una lancia verticale rovesciata con la mano
destra e appoggia la sinistra su uno scudo rotondo, poggiato a terra.
TRPXVIII IMPIICOSIII3
. SC a sinistra e a destra nel campo.
Stanti le ipotesi sopra formulate,
la moneta è classificabile come C838,
ovvero BMC 1088. Essa
fu coniata, secondo BMC, tra il dicembre del 163 e il dicembre del 164
d.C., dalla zecca di Roma, nel periodo di coreggenza di Marco Aurelio e
Lucio Vero. La datazione scaturisce dall'indicazione della 18.ma Potestà
Tribunicia, oltre che dal titolo di Armeniacus. Il Senato, nell'estendere
anche a lui gli onori (già riconosciuti a Lucio Vero) per la vittoria
sugli Armeni, conia questa moneta che onora ad un tempo il sovrano con
il titolo di "Armeniacus" e rende omaggio al dio della guerra per l'aiuto
dato ai Romani.
La tua moneta mi pare abbia
asse
di conio a ore zero. Ciò è in armonia con la monetazione
di bronzo del periodo che prevedeva assi di conio prevalentemente, anche
se non esclusivamente, orientati a ore 0.
Monete di confronto sono disponibili
in rete ai seguenti indirizzi insieme con le indicazioni di valore (relative
tuttavia ad esemplari molto pregiati e in ottimo stato di conservazione):
http://www.nrarities.com/Detail.asp?PRODUCT_ID=8522
http://www.lawrence.edu/dept/art/buerger/catalogue/103.html
http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=36130&AucID=39&Lot=2227
http://www.cgb.fr/monnaies/vso/v18/gb/monnaiesgb243a.html?depart=393&nbfic=2582
http://www.stacks.com/catalog/dec1/bw216.html
http://www.vcoins.com/calgarycoin/store/viewItem.asp?idProduct=572&large=0
Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
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Note:
(1)Marcus
Annius Verus, questo era il nome alla nascita di quello che oggi conosciamo
come Marco Aurelio. Egli era nato a Roma nel 121 d.C. dal padre Annius
Verus, pretore e cognato di Antonino Pio. Dopo la morte del padre, Marco
ricevette da Adriano che di lui aveva stima l'appellativo di "Verissimus"
e, allo stesso tempo in cui Adriano adottava Antonino Pio, egli veniva
da Antonino Pio adottato insieme a Lucio Vero; la linea di successione
tuttavia era stata precostituita, talché nel 138 egli solo fu nominato
Cesare e poi Console. A quel momento egli assunse il nome di Marcus Aelius
Aurelius, dato che Elio era il nome di famiglia di Adriano e Aurelio quello
di famiglia di Antonino Pio. Nel 145, al tempo del suo secondo consolato,
rafforzò il legame con Antonino Pio sposandone la figlia, Anna Faustina.
Nel 147 fu investito della Potestà Tribunicia. Quando, alla morte
di Antonino Pio nel 161, salì al trono era al 15° anno di Potestà
Tribunicia e volle accanto a sé, come coreggente, il fratello adottivo
Lucio Vero. Per sottolineare il senso della continuità politica
nella successione, egli abbandonò il proprio nome di famiglia, Annio,
per assumere solo quello di Marcus Aurelius Antoninus che è quello
che ritroviamo sulla tua moneta. Dal 162 al 165 fu impegnato nelle operazioni
contro i Parti, i Medi e gli Armeni e, dopo la vittoria contro questi ultimi,
assunse il titolo onorifico militare di Armeniacus. Nel 166 partecipò
con Lucio Vero al trionfo decretato dal Senato in favore dei vincitori.
Tra il 167 e il 175 fu impegnato in una pericolosa ma vittoriosa guerra
contro i Marcomanni, i Quadi, i Sarmati e le popolazioni barbare del nord
Europa coalizzatesi contro Roma. Nel 169, dopo la morte di Vero, rimase
unico sovrano. Nel 177 ricevette il titolo di Padre della Patria.
Spese il resto della vita a combattere lungo il Danubio. Morì nel
180 lasciando le redini dell'impero nelle mani del figlio Commodo che tre
anni prima aveva fatto nominare Augusto e coreggente, all'età di
soli sedici anni.
(2)Marcvs
AVRELivs ANTONINVS AVGvstvs ARMENIACVS Pontifex Maximvs.
(3)TRibvnicia
Potestas XVIII IMPerator II COnSul III. |