Marco Aurelio e Marte
Roma, 14.8.2003
Queste due monete mi sono state regalate da mio nonno. la piu' grande ha un diametro di circa 27/29 mm. Non sono in materiale ferro-magnetico e, per quanto riguarda il peso, la piu' grande ha un discreto peso viste le dimensioni. Grazie e saluti.
 fig. 1
Roma, 24.9.2003
Egregio Lettore
la moneta di cui mi hai inviato l'immagine mi offre il destro di ritornare sul problema della identificazione quando lo stato di usura rende problematica la ricerca. Come puoi osservare, in questo caso non c'è la possibilità  di identificare alcun carattere della leggenda nel dritto, non dalla foto almeno. Disponiamo tuttavia dei seguenti elementi:
  • per prima cosa il numero XVIII; ora un numero non va mai da solo essendo solitamente associato alla TRibunicia Potestas o all'IMPerator o eventualmente al COnSolato. Applicando al nostro caso questa regola, la lettura delle prime tre lettere della leggenda del rovescio diventa più semplice: TRP XVIII;
  • anche la tipologia del rovescio è molto chiara, la figura elmata, armata di lancia e scudo, è tipica di Marte.
Questi due elementi da soli costituiscono un tesoretto di informazione, se dati in pasto a due potenti motori di ricerca come:
  • http://www.amnumsoc.org/search/ - il quale accetta, come dati di ingresso, sia leggende parziali del dritto e/o del rovescio (purché costituite da parti intere di leggenda, es. XVIII e lunghe almeno, come nel caso in esame, tre caratteri), sia la tipologia del dritto e/o del rovescio (nel caso nostro conosciamo quella del rovescio, "MARS"). Il risultato è un elenco delle 7 monete presenti nel data base dell'ANS (American Numismatic Society), tutte appartenenti all'imperatore Marco Aurelio. 
  • http://www.wildwinds.com/coins/findstr.html - questo motore di ricerca non opera sulla tipologia ma solo sulle leggende, anche se disponibili su base frammentaria (per esempio, nel nostro caso, TR P XVIII). Il risultato è un elenco dei sovrani che avevano battuto moneta con la leggenda TR P XVIII: Antonino Pio, Caracalla, Claudio, Commodo, Domiziano, Marco Aurelio, Settimio Severo, Tiberio. Un'ulteriore operazione di ricerca della parola "MARS" all'interno dell'elenco, da effettuarsi direttamente con il browser (con Internet Explorer, ad esempio), fornisce come risposta solo e soltanto Marco Aurelio.
Confesso tuttavia che nell'identificazione di questa moneta ho seguito un cammino un po' diverso, più intuitivo e fortunato ma meno obiettivo: l'immagine del dritto, per quanto poco chiara, mostra un profilo noto (quei capelli ricciuti, quella barba a riccioli pendenti ...); dispongo inoltre di un piccolo catalogo con bellissime immagini di monete romane comprato un paio di anni fa per 9,20 euro al Münzkabinett - Staatliche Museen zu Berlin (lo raccomando a tutti i collezionisti, basta scrivere); nel catalogo ci sono alcune chiarissime immagini dei sovrani più noti, tra queste una di Marco Aurelio. Dalla convergenza tra questa immagine e il risultato della ricerca ottenuto attraverso l'ANS ho capito che quasi certamente la nostra moneta era di Marco Aurelio. I dubbi sono caduti del tutto quando ho ottenuto la convergenza con il secondo motore di ricerca, nel senso che ho potuto accertare che sebbene altri sovrani, oltre a Marco Aurelio, avevano raggiunto la 18.ma Potestà Tribunizia, solo Marco Aurelio l'aveva celebrata con l'immagine di Marte. Certo, a essere rigorosi, avrei dovuto consultare i sacri testi (RIC o BMC o Cohen) su un arco di trecento anni di storia romana ma così avrei rischiato di rimanere sepolto sotto l'arretrato già considerevole di risposte inevase che ho sinora accumulato. Diciamo che, stando così le cose, il riconoscimento della moneta è ad un livello di un buon 99%.

Lasciamo ora la parte didattica e torniamo alla tipologia monetale di figura, presente nell'antichità, sia come sesterzio, che come dupondio e asse. Un dupondio si distingue dagli altri nominali perché il sovrano indossa una corona radiata. A distinguere il sesterzio dagli altri due nominali è il maggiore peso, non il diametro che non era significativamente diverso tra i tre nominali. Ma farlo capire ai miei lettori è difficile, essi si accontentano di una risposta approssimativa per non chiedere ad un orefice di pesargli la moneta!

Il sesterzio di Marco Aurelio era di 25,16g (media calcolata dal British Museum su 597 esemplari), il dupondio di 12,56g (media su 148 esemplari), l'asse di 11,13g (media su 153 esemplari) ma questi pesi non vanno presi alla lettera, nell'antichità da una libbra di metallo si pretendeva di ricavare un certo numero di sesterzi, perciò non bisogna meravigliarsi se di due esemplari dello stesso sesterzio disponibili al British Museum uno pesasse circa 20g mentre l'altro quasi 31. Tuttavia, visto che l'asse pesava meno della metà del sesterzio, rimaneva ancora un buon margine per distinguere i due nominali. 
Nel caso in esame non mi pare di intravedere una corona radiata sulla testa di Marco Aurelio, d'altra parte, nonostante le estensive ricerche effettuate in rete, non ho trovato dupondi o assi di questa tipologia monetale, perciò forse non vado lontano dalla realtà ad ipotizzare che il discreto peso a cui fai riferimento nel tuo messaggio sia di almeno 20 g e quindi ancora associabile a un sesterzio e in tal senso mi regolerò nella descrizione di questa moneta.

Sesterzio - zecca di Roma

D. Testa di Marco Aurelio1  laureata a destra. 
M AVREL ANTONINVSAVG  ARMENIACVSPM2

R. Marte elmato, in abito militare, in piedi a destra, sorregge una lancia verticale rovesciata con la mano destra e appoggia la sinistra su uno scudo rotondo, poggiato a terra.
TRPXVIII  IMPIICOSIII3  SC a sinistra e a destra nel campo.

Stanti le ipotesi sopra formulate, la moneta è classificabile come C838, ovvero BMC 1088. Essa fu coniata, secondo BMC, tra il dicembre del 163 e il dicembre del 164 d.C., dalla zecca di Roma, nel periodo di coreggenza di Marco Aurelio e Lucio Vero. La datazione scaturisce dall'indicazione della 18.ma Potestà Tribunicia, oltre che dal titolo di Armeniacus. Il Senato, nell'estendere anche a lui gli onori (già riconosciuti a Lucio Vero) per la vittoria  sugli Armeni, conia questa moneta che onora ad un tempo il sovrano con il titolo di "Armeniacus" e rende omaggio al dio della guerra per l'aiuto dato ai Romani.

La tua moneta mi pare abbia asse di conio a ore zero. Ciò è in armonia con la monetazione di bronzo del periodo che prevedeva assi di conio prevalentemente, anche se non esclusivamente, orientati a ore 0.

Monete di confronto sono disponibili in rete ai seguenti indirizzi insieme con le indicazioni di valore (relative tuttavia ad esemplari molto pregiati e in ottimo stato di conservazione):

http://www.nrarities.com/Detail.asp?PRODUCT_ID=8522
http://www.lawrence.edu/dept/art/buerger/catalogue/103.html
http://www.coinarchives.com/lotviewer.php?LotID=36130&AucID=39&Lot=2227
http://www.cgb.fr/monnaies/vso/v18/gb/monnaiesgb243a.html?depart=393&nbfic=2582
http://www.stacks.com/catalog/dec1/bw216.html
http://www.vcoins.com/calgarycoin/store/viewItem.asp?idProduct=572&large=0

Un saluto cordiale.
Giulio De Florio
 

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Note:
(1)Marcus Annius Verus, questo era il nome alla nascita di quello che oggi conosciamo come Marco Aurelio. Egli era nato a Roma nel 121 d.C. dal padre Annius Verus, pretore e cognato di Antonino Pio. Dopo la morte del padre, Marco ricevette da Adriano che di lui aveva stima l'appellativo di "Verissimus" e,  allo stesso tempo in cui Adriano adottava Antonino Pio, egli veniva da Antonino Pio adottato insieme a Lucio Vero; la linea di successione tuttavia era stata precostituita, talché nel 138 egli solo fu nominato Cesare e poi Console. A quel momento egli assunse il nome di Marcus Aelius Aurelius, dato che Elio era il nome di famiglia di Adriano e Aurelio quello di famiglia di Antonino Pio. Nel 145, al tempo del suo secondo consolato, rafforzò il legame con Antonino Pio sposandone la figlia, Anna Faustina. Nel 147 fu investito della Potestà Tribunicia. Quando, alla morte di Antonino Pio nel 161, salì al trono era al 15° anno di Potestà Tribunicia e volle accanto a sé, come coreggente, il fratello adottivo Lucio Vero. Per sottolineare il senso della continuità politica nella successione, egli abbandonò il proprio nome di famiglia, Annio, per assumere solo quello di Marcus Aurelius Antoninus che è quello che ritroviamo sulla tua moneta. Dal 162 al 165 fu impegnato nelle operazioni contro i Parti, i Medi e gli Armeni e, dopo la vittoria contro questi ultimi, assunse il titolo onorifico militare di Armeniacus. Nel 166 partecipò con Lucio Vero al trionfo decretato dal Senato in favore dei vincitori. Tra il 167 e il 175 fu impegnato in una pericolosa ma vittoriosa guerra contro i Marcomanni, i Quadi, i Sarmati e le popolazioni barbare del nord Europa coalizzatesi contro Roma. Nel 169, dopo la morte di Vero, rimase unico sovrano.  Nel 177 ricevette il titolo di Padre della Patria. Spese il resto della vita a combattere lungo il Danubio. Morì nel 180 lasciando le redini dell'impero nelle mani del figlio Commodo che tre anni prima aveva fatto nominare Augusto e coreggente, all'età di soli sedici anni.
(2)Marcvs AVRELivs ANTONINVS AVGvstvs ARMENIACVS Pontifex Maximvs.
(3)TRibvnicia Potestas XVIII IMPerator II COnSul III.

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