Maximinvs Nob. Caes. | |||
Roma, 5.5.2003
Egr Sig De Florio,
mi permetto di reinviare questo e mail, che forse non era stato ricevuto, per completare l'analisi delle tre monete in mio possesso. con questa per il momento concludo, essendo l`ultima. L`identificazione dovrebbe essere: un follis raffigurante Maximinus della zecca di Alessandria. Iscrizioni sul diritto: val gal maximinus nob caes Iscrizioni sul rovescio: genio caesaris Indicativo della zecca in 3 lettere: ALE ulteriori lettere K, R e P(?). Lo spessore e' circa 1,5mm
per un peso di 6g circa.
Essendo arrivata insieme al
falso, mi rimane un dubbio.
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Roma, 29.5.2003
Egregio Lettore,
di seguito troverà una breve descrizione della moneta di figura, ove ho applicato la solita convenzione di indicare con lettere rosse la parte illeggibile della leggenda: Follis - RIC
99a 1-
zecca di Alessandria - fine 308-310 d.C.
Un saluto cordiale.
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(2) "Galerius Valerius Massiminus Nobilis Caesar". Caius Valerius Galerius Maximinus, noto anche come Massimino Daia o Daza, era nato in Illiria da una sorella di Galerio. Quando Diocleziano e Massimiano Erculeo il primo maggio del 305, si ritirarono a vita privata, in armonia con quanto avevano precedentemente stabilito (si veda in proposito la "Tetrarchia" nella risposta data ad un altro lettore), i loro posti furono presi dai rispettivi Cesari, Costanzio Cloro e Galerio, i quali, divenuti Augusti, designarono come Cesari ("Nobilis Caesar" era il loro titolo ufficiale), Severo per l’Occidente e Massimino Daia per l’Oriente. In particolare Massimino ebbe l’incarico di governare il Medio Oriente e la parte meridionale dell’Asia Minore. Furono gli eventi in Occidente a segnare il destino di Massimino. Nel luglio del 306 infatti Costanzio Cloro morì e Severo fu elevato al rango di Augusto d'Occidente. Ma nel posto di Cesare che si era reso vacante, Galerio fu costretto dagli eventi a nominare Costantino che di Costanzio Cloro era figlio. Ciò suscitò le ire di Massimiano Erculeo che per quella posizione voleva il figlio Massenzio. Con l’appoggio della guarnigione locale e del popolo dell'Urbe Massenzio fu acclamato princeps. Due tentativi effettuati, prima da Severo (che poi morì) e poi dallo stesso Galerio, di sedare l’ammutinamento fallirono. Nell’autunno del 308 fu allora convocata una conferenza a Carnuntum per dirimere la questione e fu decisa la sostituzione di Severo con Licinio quale Augusto di Occidente, mentre Costantino e Massimino, furono designati "filii Augustorum", cioè futuri successori. La soluzione tuttavia scontentò Massimino che di Licinio era più anziano. Sicché nella primavera del 310 Massimino si autoproclamò Augusto senza arrivare tuttavia allo scontro con Galerio. Quando però, nel 311, Galerio morì, Massimino ne invase i domini entrando così in conflitto diretto con Licinio che si era spostato in Oriente. I due tuttavia alla fine trovarono un accordo di spartizione. La situazione precipitò di nuovo nel 313, allorché il matrimonio tra Licinio e la sorella Costanza di Costantino fu percepito da Massimino come una rottura degli equilibri di forza, con l'aggravante della morte di Massenzio, suo segreto alleato, sconfitto in battaglia da Costantino. Massimino allora ruppe gli indugi e mosse guerra a Licinio, all’inizio con successo, ma alla fine risultando perdente. La sua morte subentrò poco dopo e Licinio, per evitare ogni eventuale futuro problema di successione, soppresse l’intera famiglia del suo vecchio avversario. [Liberamente tratto dal sito "De Imperatoribus Romanis" - http://www.roman-emperors.org/daia.htm ] (3) GENIO CAESARIS. La iconografia del Genio, introdotta da Diocleziano a partire dal 294 come "Genio del Popolo Romano", fu largamente utilizzata in tutto l'impero e da tutti i sovrani durante la Tetrarchia a simboleggiare la visione ecumenica che Diocleziano aveva della Romanitas e l'armonia di intenti tra i Tetrarchi. Ogni cittadino romano era in grado di riconoscere questa moneta e riconoscersi in essa. Dopo il 305 tuttavia e particolarmente dal 307, quando il sistema tetrarchico fu messo a dura prova dalle lotte di successione, il "Genio del Popolo Romano" fu utilizzato per conferire legittimità al potere di quei Tetrarchi che si davano mutuo riconoscimento politico. All'Est però il Genio si trasformò, diventando, volta a volta, il "Genio di Cesare", come in questa moneta, o il "Genio di Augusto" o il "Genio dell'Imperatore", a testimonianza del prevalere della personalità dei singoli governanti a scapito dell'unità dei governati. Ancora tuttavia il tipo del Genio rimase simbolo di legittimità politica e di successione all'interno della dinastia tetrarchica. [RIC - vol. VI]. (4) Sul rovescio della moneta di figura una serie di lettere stanno ad identificare la zecca e l'officina di emissione, specificamente la seconda officina (B) della zecca di Alessandria (ALE); non è noto il significato delle altre due lettere probabilmente utilizzate per identificare la serie di emissione. |
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