L. AELIVS CAESAR | |||
Roma, 30.4.2003
ciao Giulio,
Ti ringrazio in anticipo per il tempo che mi stai dedicando. Alcuni giorni fa in uno sperduto mercatino in Tunisia, un vecchietto aveva, mimetizzata tra pezzi di spille, monete moderne, gioielli sporchi, ecc, questa moneta che, dopo strenua contrattazione abbiamo acquistato per circa 12 euro. Probabilmente è falsa, ma mi piace molto. Ci aiuti a capirne di più? Dati moneta: peso: gr 25; diametro: cm 3; spessore: 4mm nel lato più spesso e 2,8 nell'altro. Angolo fronte/retro 180° Fronte: scritte ?AESAR (ceasar), LAELIVS. Retro TRPOT, COS, SC; dal colore si direbbe bronzo, al lentino mostra piccole macchie verdi negli interstizi. In bronzo non sembra di buona qualità. E' corroso da una parte ed ha buchettini che sembrano bollicine d'aria. Le depressioni contengono sabbia (sembra calcificata). Guardandola di profilo si nota che le parti interne della moneta sono leggermente concave. La testa è più in rilievo di tutto. le scritte sono più in rilievo nella parte centrale e più consumate sui bordi. Le parti in rilievo della moneta sono smerigliate e si vede il bronzo, negli avvallamenti è molto scura, quasi nera. Ti allego le foto. Scusa la descrizione poco "tecnica", ma, sono una completa profana della numismatica. Se manca qualche dato importante, ti prego di scrivermi. Grazie ancora Susanna |
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Roma, 19.5.2003
Gentile Lettrice,
diceva di lui Sparziano, scrittore del quarto secolo: "Non c'è nulla di memorabile nella sua vita se non di aver assunto per primo l'appellativo di Cesare, non per testamento, come si usava prima, né seguendo l'iter con cui fu adottato Traiano ma utilizzando i modi con cui ai giorni nostri, per vostra clemenza, sono chiamati Cesari Massimiano e Costanzio, eredi designati della maestà augustea per il solo fatto di essere figli di principi.". Quando Adriano inaspettatamente lo adottò designandolo suo successore, L. Ceionius Commodus, era membro di un'illustra famiglia di rango senatorio, figlio del prefetto di Roma, Marco Annio Vero e fratello di Annio Vero (padre di Marco Aurelio) e di Faustina madre (sposa di Antonino Pio). Entrando a far parte, come figlio adottivo, della famiglia di Adriano, ne assunse il gentilizio, Aelius (Elio). Come primo incarico fu inviato governatore in Pannonia (regione grosso modo corrispondente all'odierna Croazia), nella tarda estate del 136 d.C.. Il titolo di Console gli fu conferito verso la fine dello stesso anno, come si evince dal fatto che non fece in tempo a battere monete che rechino i segni del suo primo consolato. La Tribunicia Potestas accompagnò la sua designazione ad erede, come era d'uso a quel tempo. La sua immagine sul dritto delle monete è sempre a testa nuda, segno di deferenza verso l'Augusto regnante. Nel 137, durante il viaggio di ritorno a Roma, essendo di salute cagionevole, si ammalò per poi morire il primo gennaio del 138. Dopo la sua morte Adriano nominò come successore Antonino Pio con il vincolo che questi, a sua volta, adottasse Marco Aurelio e il giovane figlio di Elio Cesare, Lucio Vero. Il rovescio delle sue monete reca spesso l'immagine di una Personificazione: la Concordia, la Pietas, la Felicitas, la Fortuna, la Spes, tutte volte ad enfatizzare il suo stato di figlio adottivo di Adriano e il suo legame affettivo con l'Augusto. Veniamo dunque alla moneta di cui fornisco una breve descrizione, con la solita convenzione di indicare con lettere rosse la parte illeggibile della leggenda: Sesterzio - zecca di Roma
C58,
RIC1055
- 137d.C.
Osservo innanzi tutto che:
Ti saluto cordialmente.
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