Košutnikov Turm

Uscita propiziata da un periodo di tempo incredibilmente bello e caldo per il periodo dell'anno (non ostante il calendario indichi la fine di ottobre c'è un'incredibile genziana in fiore). Sono riuscito a portare a termine un progetto che inseguivo da tempo, ovvero la salita alla Košutnikov Turn. Nelle Karavanke, tra Austria e Slovenia, c'è una sottocatena -Košuta- ricca di cime. Una, la più alta, è appunto la K. Turn (Koschutnik Turm per gli austriaci), situata quasi all'estremità orientale. Portarsi in zona, sapendo quel che c'è da sapere, è piuttosto semplice. Dall'autostrada Ljubljana - Jesenice si esce a Tržič. Attraversato il paese si imbocca la selvaggia Dolina sino a raggiungere Jelendol, ultimo avamposto. Lì l'asfalto termina. Si procede diritti per un lungo tratto pianeggiante con fondo stradale eccezionalmente buono. Arrivati ad un parcheggio (mt 854 - Medvodje?) si può proseguire in salita sino a che la strada non è sbarrata. Lì c'è un secondo parcheggio. Da Tržič mezz'ora scarsa.

Ho lasciato la macchina al parcheggio basso vicino ad una lugubre casa col tetto bruciato. Ci sono alquanti segnavia. Quello che mi interessava di più (K. Turm - 4h) è abbondantemente steccato per eccesso. Dal parcheggio basso a quello alto a piedi ho impiegato un'ora abbondante. Con la macchina sarebbero pochi minuti. Da qui la P.na Dolga Nijva (mt. 1400) è data a 20'. Tempistica corretta. Dalla malga alla cima, 736 metri più in alto, ci sono due possibilità: o 1h 30' oppure 1h 45'. Ho scelto la via più breve perché mi pareva ricalcasse meglio le indicazioni che avevo trovato in rete. Anche qui tempistica attendibile ma al limite. A conti fatti siamo sotto le 4 ore.

La strada sterrata tra parcheggio basso ed alto è molto buona mentre il percorso sino alla planina è alquanto sgangherato. La malga si scorge all'ultimo, uscendo dal bosco. È stata rimessa a posto ed è circondata da larici già in livrea autunnale. Senza folla, il posto è idilliaco. Il proprietario o chi per lui può arrivarci con la macchina (visto un suv con targa diplomatica). L'attività turistica che affianca quella pastorale la dice lunga sullo stato della strada!

Seguendo il segnavia ci si allontana dalla malga puntando decisamente verso ovest. Si entra in un bosco abbellito da larici che si risale a serpentine. Si perviene alla base di un ertissimo prato che si rimonta a strette svolte. È in battuta di sole. A fine ottobre il sole non ha la forza estiva e quindi la salita è fattibile senza problemi. D'estate è da evitare. Si attraversa un tratto di bosco, poi si risale a fianco di alcune rocce e ci si trova innanzi a vasti prati inclinati. Sempre verso ovest, ma con cautela. Perchè c'è un segnale poco visibile che impone di girare a destra, mentre sembrerebbe logico proseguire. Si percorre un tratto quasi orizzontale che attraversa una piccola mugheta e ci si trova al cospetto della cima che da qui appare ancora molto in alto. Prima con un po' di svolte e poi su diritti in salita molto forte si arriva sulla cresta. C'è un segnavia: la cima è a 15'. Sono reali ma a patto che non ci siano altri escursionisti e si abbia dimestichezza con tratti impervi. Dapprima per sentiero e poi con una breve arrampicata (I° UIAA) si raggiunge un palo. Da qui, sempre in forte salita sino a raggiungere nuovamente la cresta a poca distanza dalla croce. Un passaggio, sebbene non esposto, richiede cautela. Ancora una breve salita e si esce sull'ampia vetta (m. 2136).

Vista sul Triglav e Giulie limitrofe. Senza neve. Lo stesso dicasi per la parete nord dello Storžič e le vicine Alpi di Kamnik. Tutto ciò è molto strano perché sulla Košuta, in pieno sole, c'erano frequenti tracce di una nevicata recente. Temperatura molto alta con tempo bello ma non a nord ove le nuvole precludono la vista dei Tauri. Si intravvede, seppur molto parzialmente, uno dei laghi carinziani.
Dalla cima e dai paraggi si può notare una caratteristica della cresta: i pendii meridionali, con vegetazione, che digradano mentre a nord la montagna propone poderose pareti sulle quali sono state tracciate 2 ferrate, una delle quali alquanto pericolosa.

In cima sto non più di 20'. Sono preoccupato per la discesa. Anziché la traversata, preferisco affrontare il percorso che mi è noto. Seppur non elegantemente riesco a calarmi sino al segnavia senza patemi. In cima erano arrivati 2 escursionisti che poi ho reincontrato a valle. Loro hanno fatto la traversata giudicando la discesa "longer but easier". Resta comunque la grande soddisfazione di essere arrivato in cima lungo un percorso che da ultimo aveva delle difficoltà prettamente alpinistiche.


       

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