Crête Ombladet

Approfittiamo di un sabato per il quale le previsioni meteo erano concordi: ci sarà bel tempo. Previsioni che hanno indotto molti ad uscire e che poi sono stati presi in contropiede. In montagna ci sono nuvoli che vanno, vengono e stazionano. Senza pericolo di pioggia, però. La méta era la C.ma Ombladet, sopra Collina, una frazione alta di Forni Avoltri. Le relazioni parlano di una normale escursione. Ma nella realtà intervengono fattori non prevedibili. Ma andiamo con ordine.

Con l'auto sino a Forni Avoltri. Qui a destra, verso Collina. Arrivati nella piazza principale dell'abitato si svolta a sinistra per raggiungere una piazzetta secondaria che funge da parcheggio. La piazzetta è sorvegliata da una casa dallo stile inconfondibile. Quota stimata: 1250 mt.

Il percorso inizia bucolico, tagliando prati curati. C'è pure l'immancabile fienile. Un segnavia impone la svolta a destra. Si imbocca una specie di stradina terrosa a pendenza molto forte. Tratto faticoso, anche perché siamo ancora freddi. Ci si accorge che la segnaletica è poco o punto curata. Diverse volte addirittura mancante (ad un bivio prendere a destra). Si procede per bosco fitto sino a che un albero schiantato impone una digressione a sinistra. Ci si trova in un prato (qui visto dall'alto) ove l'inerbimento della traccia è pressoché totale. Procediamo alla cieca e più avanti ritroviamo la traccia. In discesa andrà meglio. Consiglio per la salita: tenersi preferibilmente a destra dove si dovrebbe rinvenire una piccola fonte raso terra.

Ora siamo fuori dalla vegetazione. Impossibile non notare funghi che rimandano alle favole. Il sentiero, a pendenza media, conduce ad un grande prato inclinato. Lo si risale per traccia piuttosto inerbita. 2 lunghi tornanti a pendenza blanda fanno arrivare ai pochi resti della C.ra Chiampei. Ora il sentiero punta verso una parete calcarea. A sinistra i resti imponenti di una grande valanga. Si tratta di neve nera, ma pur sempre neve. In zona incoccio in una pecora solitaria. Sprovvista di identificatore giallo appiccicato alle orecchie, quindi alla stato brado. Si avvicina e mi accorgo di essere in pericolo zoologico. Più volte ho letto l'invito a diffidare di animali selvatici o inselvatichiti dal comportamento amichevole. Meglio quindi stare alla larga.

Inizia ora la parte peggiore del percorso. Si rimonta faticosamente un canalone piuttosto erto, delimitato a destra da cupe pareti calcaree. Il terreno è letteralmente sconvolto dalla valanga. Difficile seguire le tracce sfuggite alla furia. Più in alto la pendenza si attenua e l'ambiente non appare sconvolto. Arriviamo alla F.lla Ombladet (mt. 2061): 800 metri di dislivello in due ore. Incontriamo due escursionisti che conoscono la zona a menadito. Ci avvertono che c'è un tratto infido e esposto su verdi molto erti. Sono allibito perché nessuna relazione menzionava il fatto. Sotto un cielo plumbeo e tra rocce ferruginose decidiamo di procedere fin che ce la sentiamo. Si tratta di percorrere una cresta che dalla F.lla Ombladet finisce sotto il cupolone sommitale della Cima Ombladet (a sinistra nella foto). Il sentiero si innalza un po' e poi si mantiene poco sotto il filo di cresta, a sinistra. Nella nebbia scorgiamo il tratto maledetto. Decidiamo di non forzare e ritorniamo indietro scoprendo una lapide della prima guerra.
La salita della Cima Ombladet è solo rimandata alla prossima stagione, partendo però da Sigilletto.

Ora le nuvole si sono diradate e cambiamo méta: non Cima Ombladet ma Crête Ombladet, posta sul circo di vette che contornano la Wolayer Alpe, in territorio austriaco.

Ora è tutt'altra musica. Sentiero ben tracciato ed evidente. Percorribile anche nella nebbia. All'inizio con pendenza un po' accentuata, ma poi gippabile. Numerose le svolte. Arriviamo in cresta (mt. 2360 circa) circondati da un po' di nebbia che rende il posto suggestivo. Poi le nuvole si diradano (parziale visione del M.te Volaia) facendo capire che il posto vale la pena di essere raggiunto. Quasi a picco sulla Wolayer Alpe e visione parziale del lago Volaia, con le ancora innevate pareti nord del Coglians a fare da sfondo. Tutto il tratto di cresta è costellato di osservatori, già di per sé non allegri e che la nebbia contribuisce a rendere un po' misteriosi. Foto ricordo, come da tradizione, e discesa ricalcando il sentiero di salita.


       

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