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Essere allenatore significa ingoiare tutta una serie di rospi
ed esserne felici. Ho scoperto che le problematiche di una squadra sono
le stesse per qualsiasi livello: dalla A1 alla Serie Z quello che cambia
è solo la velocità della palla e l'altezza dei giocatori.
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Ho allenato squadre di tutti i
generi, ed ho scoperto che solo con la giusta preparazione e la giusta
umiltà e coscienza dei propri limiti si può crescere passo dopo passo.
La bravura di un allenatore si misura attraverso i risultati che da il
campo, anche se spesso questi devono essere valutati con un certa
coscienza critica. Si possono perdere anche tutte le partite di una
stagione ma ottenere uno sviluppo tecnico e tattico completo dei propri
giocatori. Anche questo può essere un ottimo risultato. |
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Io
penso che gli allenatori possano essere suddivisi in due categorie:
tattici o costruttori. I tattici sono particolarmente portati a
leggere la partita e a trovare le soluzioni migliori match dopo match.
Mentre i costruttori sono particolarmente portati allo sviluppo tecnico
e tattico dei giocatori a propria disposizione. Dai costruttori può
venire fuori il grande campione o il buon giocatore, in base alle
caratteristiche fisiche e psicologiche del giocatore a propria
disposizione. Poi esistono i grandi allenatori, che sanno gestire
entrambi gli aspetti, le due facce di una stessa medaglia dovrebbe
essere mantenuta in equilibrio. |
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La Domino mi ha
permesso di lavorare con un gruppo nuovo di giocatori. Ogni volta che si
parte da zero con i giovani, la speranza è quella di ottenere sempre di
più rispetto a quello che si è fatti nel ciclo precedente. |
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La
selezione provinciale palermitana, è stata una esperienza unica, piena
di soddisfazioni e con qualche arrabbiatura. Lavorare come selezionatore,
in uno staff composto da due tecnici, come Biagio Sciortino e Vincenzo
Zangara, due amici e due allenatori preparatissimi, mi ha permesso di
mettermi alla prova come allenatore tattico. Quando si allena una
selezione, i compiti di crescita tecnica e tattica individuale, passano
in secondo piano. Per me è stata una bella
prova di maturità confrontarsi nella gestione e nello sviluppo
della tattica e dell'analisi dei match.
Una esperienza di crescita anche per i ragazzi. Un solo rimpianto,
quello di non avere mai potuto fare una selezione per la
rappresentativa, quando ero un giocatore. E' importante che tutte
le società si rendano conto che far entrare i propri giocatori in una
rappresentativa è sia una questione di prestigio che di sviluppo
tecnico dei propri giocatori.
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Catania è stata
sempre la nostra bestia nera. Una semifinale persa per pochi punti al
tie-break nell'edizione 2000, e tanta rabbia per l'occasione persa. |
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Chi l' ha
detto che chi sa allenare le squadre maschili sa anche allenare le
femminili. Tante promozioni vissute da secondo allenatore e la
ammirazione per il mio caro amico Isidoro Floria, primo allenatore, che
mi ha insegnato cosa significa combattere con un gruppo composto da
giocatrici. |
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Il
minivolley è la nascita di un giocatore. Probabilmente i vostri atleti
non ricorderanno mai tutti i propri allenatori, ma il tecnico che ha
insegnato a fare un gran palleggio o un bagher rimarrà per sempre
impresso nella memoria. Una occasione unica di far amare il nostro sport
e di farlo esplodere come una bomba atomica. |