"Alla ricerca di Beatrice"

"Dove è andato il tuo Diletto, o la più bella delle donne, dove si è diretto il tuo Diletto, perchè lo ricerchiamo con te?" (Dal Cantico dei Cantici 6,1)
La Storia. Il ritorno dell'antico e la venuta del nuovo.   Tutti i diritti riservati. Pulciko & Giannina



INTRODUZIONE  
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Il Luogo della Scoperta




  Monte Castello in Calaone
Vista sul monte Castello, importante luogo storico e spirituale. Ai piedi del monte sorge e si dirama il paesetto di Calaone, che in passato dominava sui territori circostanti.







Vista di Assisi. Nel medioevo Calaone poteva apparire come Assisi. Ai piedi del monte vi era il paese circondato da mura, e sul monte Castello si ergeva  un fortilizio, proprio come appare la Rocca sulla cima di Assisi.
 
Nel 2004 scoprimmo a Baone,  un paesino dei colli euganei, una sorgente di santi e beati inusuale. Non riuscimmo a capire come mai tanta grazia si fosse rivelata ai nostri occhi, ma non esitammo ad approfondire le ricerche. Ci sembrava impossibile che ai giorni nostri potessero emergere tali informazioni in territorio italiano.
Calaone di Baone, nello stesso periodo di San Francesco d'Assisi, diede i natali a Beata Beatrice II Estense, Beata Beatrice III Estense e regina d'Ungheria, San Contardo d'Este.
Beatrice III si sposò con Andrea II re d'Ungheria della millenaria dinastia degli Arpad.
Andrea II fu il padre di Santa Elisabetta d'Ungheria Langravia di Turingia.
Il 1200 è sempre il periodo in cui visse Federico II, fiorivano ordini religiosi e cavallereschi, continuavano le crociate. Andrea II capeggiò la V crociata e diede la Transilvania, allora ungherese, ai cavalieri teutonici. Ma siamo sempre nel periodo in cui in tutta europa vi fu un fiorire di eresie.

Storicamente, la casata Estense, a cui fanno parte le tre Beate Beatrici, ebbe origine dall'antenato comune che fa capo agli Windsor, attuali regnanti inglesi.
 
Per vari motivi, presso le rovine del Castello di Calaone in passato vi si recavano parecchie persone: durante le ultime guerre mondiali fu un luogo tra i quali i nazisti vi cercarono il Sacro Graal. Uno dei motivi di tale ricerca consistebbe nell'ipotizzare un ritrovamento della mitica Coppa, o gioiello, da parte di Andrea II, durante V crociata, con il successivo trasferimento di tale oggetto prezioso ad opera di Beatrice III, al suo ritorno in Italia. 
 



La scintilla





Medjugorie. Vista sul monte Krizevac. La costruzione contiene al suo interno delle reliquie della Santa Croce.

Curiosamente venimmo a scoprire che anche la croce sul Monte Castello doveva contenere qualche reliquia. I tedeschi la fecero saltare durante la II guerra mondiale.
 
La scintilla della nostra scoperta si accende nell'agosto del 2004, a due settimane dal ritorno da Medjugorie.
Dopo aver visitato il monte Gemmola e Villa Beatrice, ci eravamo fermati a Valle San Giorgio. Dopo la messa, avevamo colto l'occasione per chiedere alcune informazioni al parroco della frazione, sulla Beata Beatrice.
Lì abbiamo capito che c'era un qualcosa di strano sotto la storia di questa Beatrice, ed abbiamo deciso di indagare.
L'interesse alla parte sud dei colli Euganei era nata qualche anno prima, dopo alcune discussioni con Francesco, nativo di Ospedaletto Euganeo, che aveva insistito sulla bellezza dei luoghi.
Su insistenza di Francesco,  avevamo dunque esplorato Baone, Valle San Giorgio, Rivadolmo e infine Calaone, frazione della quale non sapevamo neanche l'esistenza. Non avevamo la cartina geografica, ed eravamo arrivati a Calaone per caso, salendo da Rivadolmo, esplorando una stradina imboccata quasi per caso.

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Cosa abbiamo scoperto











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Come tutte le scoperte, le cose erano da tempo sotto gli occhi di tutti: Calaone non sapeva di aver dato i natali a due beate e un santo, e lo ignorava pure la provincia di Padova.
Si confondeva spesso gli Estensi con la cittadina di Este ed era stato reciso un legame importante con Ferrara e Modena.
In realtà scoprimmo ben presto che l'odio dei padovani verso gli Estensi, molto vivo nel 1200, non si era ancora placato. Furono proprio i padovani a distruggere il castello di Calaone, fino alle fondamenta. Mantennero lo stesso comportamento con tutto quello che poteva ricordare gli Estensi e ancora di più i santi. Ebbero uno sguardo di favore solamente con Este, che però sembra essere ancora oggi più sotto il dominio di Ferrara che di Padova.
Ferrara, d'altro canto, ha tutti gli interessi a rivendicare come suoi alcuni santi che sono nati a Calaone. Sono molto gelosi di Beatrice II, che è la santa della città ferrarese.
Vi è infine Modena, molto comunista, che, liberatasi da un certo "malgoverno" di alcuni Estensi, con l'avvento del regno d'Italia, abbattute le antiche mura Estensi, sta cautamente raccogliendo i cocci di quel che resta... e resta molto più di quello che si può immaginare, se ne avrà la voglia o la lungimiranza.
In tutto questo vi sono profondi interessi economici, che vanno dal turismo, ai musei, ai libri e all'interesse per il "materiale" sacro.

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Intrighi e retroscena





Ci capitarono anche avventure ed incontri interessanti, come in Vangadizza, Badia Polesine (RO), dove scoprimmo che la regina madre inglese spediva ogni anno un mazzo di rose, al suo antenato sepolto nell'antica abbazia, e dove trovammo il vecchio custode che ci narrò dello scempio fatto dai francesi. Il custode era assistito da degli stranieri, convinti, su indicazioni del custode, che all'interno dell'abbazia vi fosse nascosto ancora un gioiello. Uno si era rotto pure un piede saltando da un muro, alla ricerca di un fantomatico gioiello rosso rubino, molto grosso, di forma esagonale.
Abbiamo incontrato uno studioso all'interno di  un monastero di clausura, vestito da uomo di fatica, impegnato in lavori di muratura e giardinaggio: faceva pure questo per tentare di recuperare informazioni storiche. Ancora oggi ci chiediamo cosa stesse cercando.
 
Fatalmente il monaco benedettino Mostardi, che aveva ricostruito con dovizia di particolari e prove la vita di Beatrice II, ed indirettamente di Beatrice III e San Contardo, è morto alcuni anni dopo la pubblicazione del libro. Era stato richiamato nel monastero fondato da Beatrice II per scrivere un nuovo libro: le monache lo hanno trovato morto, alla mattina, vestito e riverso sul letto della stanza, attigua alla bibiloteca del convento  .... forse aveva bevuto un thè.
Mostardi era ancora giovane e sportivo e nessuno si aspettava una morte simile.
Anche Monsignor  Felisatti, dopo aver scritto un libro dove riportava la nascita delle Beate a Calaone morì. Esattamente dopo averlo inviato a Broni.
Fatalità o no, anche noi abbiamo incontrato molte avversità: diciamo che il film o il libro "il nome della Rosa", è poca cosa in confronto.
Non ci aspettavamo di trovare un successo planetario, che in genere è dovuto a grossi investimenti di marketing: speravamo in un pò di entusiasmo, fosse anche sano campanilismo del tipo "quante belle cose abbiamo in Veneto". Invece trovammo molte ostilità.
(Chi poi arriva percorrendo la strada della autodifesa o dei corinzi capisce l'intrigo più grande.)

Vi invitiamo a leggere le varie pagine per scoprire queste ed altre cose.







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