La scintilla della nostra scoperta si accende nell'agosto
del 2004, durante le vacanze estive.
Dopo aver visitato il monte Gemmola e Villa Beatrice, ci eravamo
fermati a Valle San Giorgio. Dopo la messa avevamo colto l'occasione
per chiedere alcune informazioni al parroco della frazione, sulla Beata
Beatrice.
Lì abbiamo capito che c'era un qualcosa di strano sotto la storia di
questa Beatrice, ed abbiamo deciso di indagare a fondo.
L'attenzione alla parte sud dei colli Euganei era nata qualche anno
prima, dopo alcune discussioni con un nostro amico di vecchia data, che
aveva insistito sulla bellezza dei luoghi. Noi eravamo molto titubanti,
perchè si trattava di luoghi vicino ad Este, e fin da piccoli
sinceramente
non avevamo mai apprezzato particolarmente Este.
Su insistenza di Francesco, il nostro amico, avevamo dunque esplorato
Baone, Valle San Giorgio, Rivadolmo e infine Calaone, frazione della
quale non sapevamo neanche l'esistenza. Non avevamo la cartina
geografica, ed eravamo
arrivati a Calaone per caso, salendo da Rivadolmo, esplorando con molta
curiosità una stradina imboccata quasi per caso.
Calaone si trova in zona completamente separata rispetto a Baone, e non
vi sono indicazioni per il paese, eccetto un cartello in centro ad
Este, che non avevamo mai notato fino ad allora.
Attraverso Internet cercammo varie informazioni su Calaone: trovammo
molto interessanti le ricerche di Andrea Castagnetti, pubblicate sulla
rivista "Reti medioevali". Ci incuriosiva la figura di Cono da
Calaone
e del castello che vi era a Calaone.
Sempre su Internet abbiamo trovato un documento che riportava la
nascita della Beata Beatrice Estense a Calaone, nel castello. All'epoca
però non immaginavamo l'esistenza di più beate, nate e vissute in
questi luoghi:
pensavamo che alcune notizie contrastanti, ritrovate nei documenti,
fossero
dovute ad errori, o diverse interpretazioni storiche, e quindi
riferibili
alla stessa persona.
Dunque nell'agosto del 2004 avevamo già alcune informazioni su Calaone
e su Beatrice d’Este: avevamo già chiesto a gente del luogo qualche
informazione sul monte Castello. L'unica cosa chiara era che la gente
del luogo non conosceva affatto la storia del paese.
Questo ci sembrava strano ed abbiamo deciso così di procedere con
cautela.
Avevamo pure letto le strane storie riportate sul sito Internet del
comune di Baone, riguardo alla famosa terra ricercata nel monte
Castello, per
produrre la pietra filosofale.
Quando ci siamo recati a Valle San Giorgio, per noi, da bravi veneti,
esisteva un’unica Beata Beatrice Estense, nonostante le varie
informazioni contrastanti. Probabilmente, sotto gli occhi di tutti, si
nascondeva qualcosa di molto importante, ma nemmeno noi ci aspettavamo
tanto.
Chiedemmo ai vari sacerdoti locali, che non ne sapevano nulla: uno di
loro estrasse un volume con la copertina rossa, redatto dalla Curia di
Padova, e nulla vi trovò se non la biografia della Beata Beatrice con
il corpo in Este. In mezzo al libro c’era anche una vecchia immaginetta
di Beatrice, recante una biografia diversa da quella ufficiale, che
poneva la nascita in Calaone. Pure il sacerdote si stupì del
ritrovamento.
Altro nostro dubbio: in una biografia la data di morte di Beatrice è
1226, ed in un’altra biografia la data di nascita è 1226; entrambi i
documenti si riferiscono alla Beata Beatrice Estense.
C’era poi un'altra Beatrice, in provincia di Padova, il cui culto si
defininiva popolare, vale a dire storie da pie donne. Mah!
Insomma, c’erano troppe coincidenze e troppi errori per pensare che
fosse tutto falso: così è nata questa ricerca, in modo molto curioso,
interpellando nuovi amici, contattando chiunque potesse o volesse
aggiungere un pò di lavoro.
Si è creato un team di ricerca, un team certamente insolito e variegato.
E quello che emerso è stato sconvolgente, almeno per noi: ben due beate
Beatrici sono nate a Calaone, e probabilmente anche un santo, san
Contardo, mentre Beatrice I è sicuramente vissuta in Calaone.
Questi personaggi sono tutti della nobile famiglia estense, e
mantennero, a garanzia di santità, il corpo incorrotto; vissero
nell’arco di 70 anni, tra la fine del 1100 ed il 1262.
E soprattutto sono figure che fanno parte della nostra tradizione
storica, culturale e religiosa veneta, perché gli Estensi, a dispetto
della
mentalità, non sono originari del paese di Este, e non sono nemmeno
solo
patrimonio della città di Ferrara o di Modena.
Di là delle loro origini obertenghe, gli Estensi sono anche Veneti:
hanno lasciato importanti tracce della loro presenza in varie località,
ed è giusto che siano riscoperte e divulgate.
E chi direbbe che il Veneto è pure ancorato alle maggiori dinastie
europee, inclusa l'attuale inglese?
Così la nostra ricerca si è trasformata in un’avventura, un viaggio nel
tempo e nello spazio, alla ricerca della memoria storica, dei traffici,
delle liti, delle guerre, degli intrighi e dei santi, in Italia come
Lunigiana (Toscana, vedi Massa Carrara), l’Emilia Romagna, il Veneto e
pure nei paesi
dell'ex Jugoslavia, utilizzando sia conoscenze apprese in questi viaggi
sia da esperienze precedenti, sganciate da questa ricerca.
Abbiamo anche riflettuto su quanto imparato a scuola da bambini, in cui
Medio Evo era un periodo di oscurantismo ed ignoranza, con pochissimi
riferimenti alla ricchissima esperienza di cultura dell'epoca, ai
numerosi viaggi, ad al fatto che all'epoca, prima della nascita degli
stati, si andava in giro molto più liberamente.
Durante la scuola, a livello di studi superiori, si riprendeva da capo
la sequela di date, battaglie, conquiste, magari con qualche esame di
tipo storiografico negli ultimi anni, che dava la stessa lungimiranza
di un pugno di sabbia negli
occhi.
Fanno eccezione alcuni insegnanti, che riescono a trasmettere un pò di
senso della storia o degli argomenti che trattano.
Abbiamo dovuto imparare tutto da capo, perchè molte nostre certezze
erano state minate, e con prove inoppugnabili, ma di ciò siamo stati
anche ben felici:
le precedenti "certezze" lasciavano un profondo senso di vuoto, di
arido
e di grande stupidità.
Incuranti delle
critiche e delle teorie che vanno per la maggiore, abbiamo prodotto
questo reportage, un lavoro intermedio tra opera storica,
giornalistica, e pellegrinaggio, in cammino nelle avventure di questo
mondo.
Recentemente abbiamo ripreso in mano la ricerca, pubblicando nuovo
materiale e sviluppando la parte relativa agli Arpad,
all'Ungheria, all'Europa.
Buona lettura e
Buon viaggio.
Torna all'introduzione
generale