LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

La condizione degli ebrei subì un tragico peggioramento dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista e la successiva nascita della Repubblica Sociale Italiana. In quel periodo, secondo accurate ricerche del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano, erano presenti in Italia:

di cui

Il destino degli ebrei negli anni 1943-45 è purtroppo simile in tutti i Paesi occupati dai nazisti, che avevano messo a punto la cosiddetta "soluzione finale". Il contributo italiano alla politica di sterminio è il seguente:

ebrei deportati 8.451

ebrei reduci 989

ebrei morti 7.469

Dalla Liguria, considerando solo le Provincie di Genova e La Spezia:

deportati 244

reduci 12

morti 232

Efferati massacri furono compiuti dai nazisti anche in Italia, a titolo di esempio ricordiamo quello delle Fosse Ardeatine.

Ai fini della presente ricerca è però più utile soffermarsi sulle scelte e sul comportamento del nuovo fascismo repubblicano e prendere in esame la politica razziale della Repubblica Sociale Italiana. Le persecuzioni antiebraiche vi furono attuate non solo assecondando le direttive dell’Alleato Germanico, con la partecipazione a rastrellamenti e favorendo invii ai lager in Germania, ma anche con un contributo normativo autonomo.

Il 15 marzo 1944 fu creato, alle dipendenze della Presidenza del Consiglio, un ufficio per la razza sotto la direzione di un fanatico ammiratore della politica antiebraica nazista: Giovanni Preziosi.

Come scrive De Felice, questo personaggio, in Germania, si era persino spinto, l’anno precedente, a denunciare lo scarso antisemitismo e l’"inconsulta tolleranza" verso gli ebrei di Mussolini. Egli propose vari progetti di decreti legge, tra cui uno sulla definizione e differenziazione razziale – Vedere Appendice 5 -, e un altro sulla limitazione dei diritti dei non ariani – Vedere Appendice 6 -, soprattutto riferito agli ebrei.

Di una nuova legislazione antisemita la R.S.I. si occupò negli ultimissimi giorni della sua esistenza. Nell’ultima seduta del suo Consiglio dei Ministri, il 16 aprile 1945, appena una decina di giorni prima della Liberazione, fu approvato un D.L. che stabiliva un nuovo inasprimento delle leggi antiebraiche. In campo razziale fu questo l’ultimo atto del morente fascismo.

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