Un museo a cielo aperto unico nel suo genere, questo può definirsi Mattinata e il suo territorio, ove la storia ha lasciato innumerevoli tracce.
Il Museo Civico Storico e Archeologico di Mattinata, dopo un accurato restauro, finalmente ha potuto far riscoprire alla popolazione e non solo, il patrimonio storico-culturale del territorio del suo paese.
Il museo rappresenta un interessante centro di testimonianza
della civiltà locale nel tempo; ne sono prova le mostre documentarie
"dal Gargano al Tavoliere" e gli itinerari archeologici sulle
orme degli antichi dauni.
Le mostre permanenti come "Le pietre riportano", "Il Gargano
Antico" e "Scultura protostorica nella Puglia settentrionale",
sono viva dimostrazione di una forte identità storica.
In esso sono raccolti oggetti di corredo (spille, fibule,
anelli, collane) e alcune teste scolpite rinvenute sul monte Saraceno risalenti
a circa tremila anni fa.
Inoltre nel Museo sono esposti i corredi funebri degli antichi abitatori
saraceni, ricchi di oggetti in bronzo, avorio, ambra, osso, ceramica d’impasto.
Il Museo ospita sia reperti archeologici provenienti dalle
numerose necropoli ed insediamenti presenti attorno al paese, sia enormi
blocchi di pietra calcarea ove evidenti sono le impronte di dinosauri. Questa
eccezionale scoperta, confortata dal ritrovamento di altre impronte di dinosauro
nella zona di San Marco in Lamis, sta riscrivendo la storia geologica del
Gargano.
Gli scienziati non sono ancora tutti d’accordo nello spiegare la presenza
e la provenienza di questi grossi rettili terrestri nel Gargano, nel periodo
in cui il promontorio doveva essere un’isola abbastanza lontana dagli
allora continenti.
Qualche anno fa uno studioso venuto a Mattinata per le vacanze, passeggiando
sui macigni messi a protezione del piccolo porto, notò su di esse
qualcosa di particolare. Ritornatovi in seguito per una ricerca più
approfondita rilevò ciò che si ritenne essere impronte di
dinosauri vissuti milioni di anni or sono.
Oggi quelle grandi pietre con le loro preistoriche impronte sono esposte
al pubblico presso il Museo Comunale.
La struttura del Museo si sviluppa su due livelli di cui il primo è pienamente accessibile, mentre il secondo lo sarà nel momento in cui verrà effettuato il collaudo dei due montascale. La sala convegni ed i servizi igienici a norma sono ubicati nel primo livello.
Oltre al Museo, di particolare interesse risulta la Collezione
Sansone, esposta per gran parte nell'omonima Farmacia di Mattinata, situata
nella via principale del paese, che conserva reperti di carattere storico,
archeologico e folkloristico.
E' sicuramente tappa obbligata per i visitatori, sia per gli antichi ed
originali arredi farmaceutici, che per la ricca collezione di reperti archeologici.
Un insolito connubio tra medicinali e preziosi ritrovamenti archeologici;
oltre 4000 pezzi che il compianto dott. Matteo Sansone, appassionato collezionista,
ha raccolto incentivando la ricerca archeologica e divulgandone il valore.
Vi sono custoditi buona parte dei reperti provenienti dalla necropoli di
Monte Saraceno; ma ci sono anche stele daune, vasi dauni e appuli, utensili
litici e persino statue più recenti appartenenti ai presepi del '700,
atti a ricostruire segmenti della nostra storia.
La collezione Sansone è, forse, la più strana
(anche per l'insolita collocazione) e variegata raccolta di testimonianze
storiche, tra quelle esistenti in Italia.
Frutto dell'enorme passione e dell'amore immenso di un uomo per la propria
terra, che ha trascorso tutta la propria esistenza a rincorrere ogni pur
minima traccia di storia vissuta.
Il prof. Cleto Corrain, antropologo dell'Università di Padova, lo definì "il cultore delle ricerche archeologiche e antropologiche del Gargano" (Quaderni di scienze antropologiche - 16. Padova 1990, pagg. 223-228. Autore Prof. Cleto Corrain).
Molti scrivendo di lui gli hanno adattato decine di appellativi.
Noi preferiamo ricordare una sua auto-definizione: "Mi sento archeologo
per passione, farmacista per necessità". Diciamo che le due
cose restano comunque inscindibili, sia per il curioso accoppiamento, sia
perchè il proprio lavoro ha aiutato l'amatore nei grossi sacrifici
economici affrontati per mettere insieme questa raccolta.
Questa è dunque la collezione Sansone: un complicato e straordinario
intrigo di passione, curiosità e amore verso le proprie origini.
Ma la prima ragione che ha spinto il Dr. Matteo Sansone nel vulcano della
passione la scopriamo scavando nelle notizie biografiche. Nacque a Monte
Sant'Angelo il 1° Gennaio del 1916. Orfano di guerra, rimasto ospite
(con la madre) di un prozio, che ebbe ad allevarlo ed educarlo. Interessa
il fatto che detto prozio fosse erede di un sacerdote-archeologo, Don Giuseppe
Antonio Azzarone, il quale ebbe ad iniziare, a proprie spese, ricerche nella
necropoli protostorica di Monte Saraceno e nel territorio di Mattinata.
I reperti ritrovati si possono ora ammirare al museo di Artiglieria di Torino
e parte nella raccolta del Dr. Sansone.
La vocazione archeologica nasceva, pertanto, dall'ambiente familiare. Giovanissimo,
all'età di diciannove anni, dietro incarico del soprintendente Bartoccino,
diresse gli scavi presso la Basilica di Siponto. Da questa esperienza fiorirono
i contatti con molti eminenti studiosi: gli antropologi Raffaello Battaglia
e Cleto Corrain dellUniversità di Padova, il Prof. Ferrante Rittatore
Von Willer dell'Università di Milano, il Dr. Vincesco Fusco, il Prof.
Silvio Ferri dell'Università di Pisa.
Proprio quest'ultimo scese a Mattinata attratto dalla scoperta, da parte
del Sansone, di alcuni interessanti pezzi scultorei. Qui, il Prof. Ferri,
assunse un ruolo di protagonista nel proseguimento delle ricerche a Monte
Saraceno. Furono individuate e contrasegnate oltre 200 tombe e studiati
i resti scheletrici umani. Nel 1958 il Prof. Rittatore ed il Prof. Ferri
tornarono a Mattinata perchè il Sansone individuò l'area delle
Steli Daune e si affrettò a segnalarle. Ora la prestigiosa raccolta,
unitamente ai segnacoli scultorei di Monte Saraceno, fa bella mostra nel
museo Nazionale di Manfredonia, tranne qualche pezzo di cui si parlerà
dopo.
Negli anni '60, il Dr. Sansone, ospitò il Conte Adalbert Graf Von
Keyserlingk, un esperto medievalista, il quale riunì le proprie osservazioni
in un poderoso volume ricco di riproduzioni fotografiche, edito con la collaborazione
dell'ospite nel 1965 (Vergessene Kulturen in Monte Gargano).
La collezione Sansone si estende cronologicamente in maniera
assai vasta. Varia per composizione, consta di una parte etnografica ed
una archeologica, regolarmente catalogata dalla Soprintendenza; comprende
circa 4000 pezzi, in cui si racchiude un arco di migliaia di anni di storia
Garganica.
La preistoria è presente con materiale litico-garganico proveniente
dalle zone di Tagliata, Torre del Porto, Mattinatella, Coppa del Principe,
Due Olivi, Tor di Lupo e altre zone. Si possono ammirare amigdale, lame,
punte, tranchet del Campignano, tutto materiale risalente al paleolitico
inferiore.
La protostoria è documentata da una vasta raccolta di frammenti di
stele Daune, monumenti funebri posti all'apice del tumulo, con graffite
scene di vita domestica e l'eccezionale riporto figurato, la "stele
del mostro infernale o Stele Sansone", come la definì il prof.
Silvio Ferri, rendendo onore al suo scopritore. Delle 1500 e più
recuperate, è l'unica che raffigura una scena "sui generis":
quella del mostro infernale. Scolpita nella pietra tenera di Monte Sant'Angelo,
risulta essere, inoltre, di genere maschile e lo si deduce dalla mancanza
di incavi ai lati del collo e dalla presenza di uno scudo e di una spada
invaginata. Presenta due faccie e due margini. Nella parte inferiore della
faccia frontale si può notare la scena già descritta sopra:
il colloquio dell'anima terrificata del Dauno morto con un mostro infernale,
raffigurato con la testa, gli zoccoli e la coda di un asino ed il corpo
con mammelle di lupa o di cagna. Questo abbinamento crea un essere mostruoso
di eccezionale e sconcertante originalità e di terrificante aspetto.
Sempre dello stesso periodo storico, sono presenti sculture
di Monte Saraceno: fibule bronzee, illiriche ad occhiali, fibule ad arco
di violino, fibule serpeggianti e a sanguisuga, ambre figurate, pendagli
in bronzo della Dea madre ed una grossa quantità di antefisse e terrecotte
architettoniche.
E' documentato anche il periodo ellenistico-dauno del IV-III secolo a.C.;
dei bellissimi vasi figurati a pittura rossa in stile piano e in stile ornato
sono custoditi in grosse teche che esaltano la loro originalità.
Il sub-geometrico dauno è rappresentato dai numerosi crateri, piatti,
askos, attingitoi, olle, nei quali ai motivi geometrici si succedono motivi
floreali. Non mancano ceramiche figurate provenienti da Canosa e da Gnazia,
nè terrecotte figurate di tipo ellenistico.
Il periodo romano è rappresentato da un busto di marmo di un imperatore,
Flavio.
La parte antropologica ed etnologoca è ricca di migliaia di oggetti
provenienti dalla vicina Monte Sant'Angelo e da Mattinata.
Nelle masserie e nei casolari sono stati recuperati oggetti e testimonianze
della cultura contadina, mentre nelle case pitture in vetro, suppellettili
di arredo, mobili tipici come i cassoni da corredo di Monte Sant' Angelo,
straordinariamente decorati ed intarsiati; presenti anche i costumi tradizionali.
Inoltre non mancano la Statuaria di San Michele e gli oggetti di oreficeria
tipica, creazioni laboriose e di alto cesello delle officine artigianali
di Monte Sant'Angelo.
Insomma una collezione ricca di molti aspetti e testimonianze
storiche che ha raccolto anche lo stupore e la meraviglia dei visitatori
di tutto il mondo, poichè nessuno è convinto, prima di entrare
nella Farmacia Sansone, che per acquistare un'aspirina è necessario
dover passare attraverso ere e secoli.
Per tutte queste ragioni, mai come oggi, si è convinti che un patrimonio
di tale importanza meriti di avere una collocazione più consona,
che metta in risalto tutta la sua naturale bellezza.
Ci si augura che le attenzioni dei politici e la volontà del Ministero,
in unione di intenti con gli eredi di tale patrimonio, facciano sorgere
un museo Nazionale a Mattinata. Unico e solo riconoscimento (peraltro anelato
dal compianto Dott. Sansone) per un uomo che ha dato tanto per la propria
terra.
Nella piana di Mattinata, nei pressi del porticciolo, è
possibile visitare i ruderi di una grande villa di epoca romana, Villa Agnuli.
Numeroso è il materiale rinvenuto che ha permesso la ricostruzione
storica del sito, accertando la presenza di un'antica civiltà in
quest'area così favorevole agli scambi commerciali per la vicinanza
al mare.
Grandi mura si articolano in un complesso di ambenti, dove resti di opus
reticolarum insieme a grandi "olle" interrate, utilizzate per
la conservazione delle vivande, testimoniano una fiorente attività
agricola.