'Informatica Multimediale'' prof. Guido Tascini 2006
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Tra storia e tradizione
Murei e repertiTradizioni popolari
 
 
 
 
 

In questa sezione vorremmo rievocare la storia di Mattinata, ricordare le diverse tappe che hanno caratterizzato il lento ma continuo progresso civile e l’evoluzione a Comune della borgata Mattinata, cittadina oggi tra le più belle del Gargano. Le indagini archeologiche hanno dimostrato che nel territorio di Mattinata tracce di vita umana risalgono ad epoche remotissime.

Il territorio mattinatese fu abitato, con sicurezza, dall’uomo preistorico dell’età paleolitica, neolitica, eneolitica e del ferro.
Questi uomini primitivi erano di stirpe Indo – Europea, cioè Ariana; gli Japigi.
Una frazione di essi erano Dauni ed una tribù di questi furono “I MATINATES ex Gargano o MATINI”.
Una dimostrazione della presenza di questo popolo nel nostro territorio ci è data dal celebre astronomo e geografico Tolomeo, il quale enumera tra le città marittime della PUGLIA DAUNEA anche APENESTE.
L’ubicazione di questa città è piuttosto incerta: Apeneste etimologicamente esprime una posizione geografica esposta a Levante. Pertanto si può pensare che la stessa città per la sua posizione sia stata chiamata “Apeneste” nell’epoca ellenica e “MATINO” nell’epoca romana.
Qualunque sia l’ubicazione di Apeneste è certo che esistette una città denominata all’epoca romana MATINO che abbracciava l’ubertosa valle di Mattinata. Il territorio di mattinata sarebbe appartenuto a Siponto, fondata probabilmente dai Greci nel 694 a.C.

Fu questo un territorio continuamente molestato dai popoli valorosi ed agguerriti tanto che i sipontini, non potendoli scacciare con la forza delle loro armi, chiesero aiuto ai connazionali della vicina Grecia. Molti di essi si stabilirono a Siponto mentre altri fondarono nella Daunia e altrove diverse città, tra cui MATINO.

Si crede che il centro principale di Matino sia la contrada AGNULI, terreno salivo occupato in gran parte dal mare. L’importanza di tale centro abitato non c’è stata testimoniata da memorie scritte ma da manufatti ritrovati sul posto e più specificatamente da monete locali.

Nel 246 a.C. i romani potevano considerarsi padroni di tutta l’Italia peninsulare, e per conseguenza anche Matino passò sotto il controllo di Roma, entrando nella nuova fase della civiltà romana.
I motivi di contatto col mare svilupparono il loro commercio già fiorente precedentemente.
La maggior parte però dovette dedicarsi all’agricoltura ed alla pastorizia per la grande fertilità della terra ricca anche di ottimi pascoli. Da quando l’Impero Romano d’Occidente fu abbattuto, la città e il territorio di Matino furono legati in modo speciale con le vicende dei SARACENI svoltesi nell’alto Medio-Evo.
Col nome di “Saraceni” si indica quei nuclei di arabi provenienti dall’Africa Settentrionale, i quali, occupata la città nel IX-X secolo, fecero spedizioni e stabilirono stazioni lungo le costa dell’Italia meridionale, della Liguria e della Provenza.
Essi con una certa frequenza si slanciavano sulle coste pirateggiando, poi ivi furono invitati da alcuni principi in lotta.
Scacciati da Bari, un nucleo di essi trincerò presso Matino su un’altura che perciò prese il nome di MONTE SARACENO. Di lì essi scesero spesso per depredare e incendiare borghi, villaggi e città, per profanare templi, commettere ogni sorta di crudeltà e nefandezze. Sconfitti numerose volte da diversi popoli, i Saraceni, fuggiti dal Gargano del 967, si fortificavano a Bari, ma l’Imperatore Ottone I li assediò facendone una sanguinosa strage.
Nel 970 tornarono di nuovo sul Gargano devastando luoghi atterrendo in stragi e rapine gli abitanti, i quali furono costretti a chiedere aiuto a Ottone I.
E proprio sul Monte Saraceno, dove stavano fortemente trincerati, i saraceni furono sconfitti e scacciati dal luogo.

Circa la fine di Matino siamo completamente allo scuro. Sarà stata distrutta, almeno in parte, da qualche violento cataclisma: terremoto e conseguente maremoto, dato che non pochi dei suoi ruderi sono stati rinvenuti dalle acque del mare circostanti, oppure sarà stata distrutta dai saraceni?
Sono domande a cui non possiamo dare nessuna risposta. Ma la città di Matino, avvolta nel mistero delle sue origini e dalla sua fine, non è morta, infatti essa rivive nella sua figlia che ha voluto assumere stesso nome materno e che cerca di emularne le glorie: MATTINATA.

Gli inizi dell’attuale centro abitato di Mattinata risalgono al 1780, quando sulla collinetta del Castelluccio cominciarono a sorgere i primi pagliai.
Questi successivamente si moltiplicarono sia per la salubre posizione topografica della zona, sia per i molteplici vantaggi dell’accentramento delle abitazioni, sia per la facilità di poter usurpare dei sui edificabili a Danno della Beneficenza.
Infatti tutto il suolo occupato dall’attuale centro di Mattinata faceva parte di un parco cosparso di ulivi di pertinenza dell’antica Beneficenza, circondata da parti patrimoniali.

Proclamata dal Generale Chamionnet la Repubblica Partenopea (23-1-1799) e divisa in dipartimenti, Mattinata fece parte a quello dell’Ofanto di Foggia, diviso a sua volta in 14 cantoni, tra cui il cantone di Monte S. Angelo.
I moti carbonari del 1820 si ripercossero anche a Mattinata ma essi, come dappertutto, furono seguiti con entusiasmo dalla parte più colta.

Negli anni 1860-63 anche Mattinata fu infestata dal brigantaggio, fenomeno che trovò terreno adatto per svilupparsi grazie al clima di confusione, provocato dai disertori sbandati e dai turbolenti, sussidiati dai borbonici per suscitare una guerra civile.
Formatisi un po’ dappertutto, camuffati da soldati borbonici e mossi da sete di vendette personali, questi cominciarono le loro gesta con terrificanti scene di rapine e di sangue.

Essendo Mattinata ora un borgo isolato e privo di comunicazione il progresso economico e civile era piuttosto lento o del tutto inesistente. Fu questo forse l’incentivo che spinse gli amministratori di Monte S. Angelo ad approvare una delibera, l’8-3-1865, con la quale “ si istituiva costruirsi una strada mobile da Monte S. Angelo a Mattinata”.
I lavori saranno ultimati solo nel 1893: era un provvedimento importante questo, una decisione coraggiosa che corazzava però con la dura realtà della crisi economica del dopo-brigantaggio.

La preoccupazione di mantenere continuamente l’ordine pubblico a Mattinata, la situazione critica, data la frequenza e gravità di atti criminosi, richiesero una stabile frequenza dei reali Carabinieri nella borgata, i quali nel 1887 ebbero dimora fissa nel grande palazzo Malagoli. Il 21-8-1894 la maggioranza degli elettori della borgata presentò alla G.P.A. di Foggia una istanza che può essere considerata il primo passo verso l’autonomia amministrativa. Solo il 22-9-1947 il Consiglio Comunale di Monte S. Angelo espresse parere favorevole affinché la frazione di Mattinata venisse eretta a comune autonomo.

La suddivisione dei beni patrimoniali tra Mattinata e Monte S. Angelo richiese però parecchi anni. Così l’indipendenza effettiva si ebbe il 4 agosto 1955, anno in cui per l’occasione la festa patronale durò un giorno in più.
Le prime elezioni comunali avvennero il 27 gennaio 1956. il primo sindaco di Mattinata fu il democristiano Giuseppe Scirpoli.

Il resto è storia dei nostri giorni

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