Ponte della Costituzione Nel 1999 il Comune di Venezia ha affidato all'architetto Santiago Calatrava la progettazione del IV Ponte sul Canal Grande. I lavori sono incominciati nel 2003. I tempi previsti per la realizzazione erano stati stimati in 1 anno e mezzo, ma i lavori sono durati invece quasi 6 anni, tra rinvii, dubbi sulla stabilità del ponte e polemiche sulla lievitazione dei costi; i lavori di posa in opera del ponte si sono conclusi nell' agosto del 2007. L'apertura del ponte è avvenuta in sordina (per il timore delle preannunciate manifestazioni di protesta) il giorno 11 settembre 2008. Il costo finale di oltre 12 milioni di euro ha superato quasi del 100% il costo approvato inizialmente di 6,7 milioni, suscitando enormi polemiche anche per la necessità di inserire una "ovovia" per rendere il ponte utilizzabile anche da persone disabili. Il ponte è costituito da una struttura dalla forma arcuata con una campata di 81 metri, larghezza di 6 metri alla base e 9 al centro per un'altezza di 10 metri al culmine; l'altezza varia da 3,20 metri sulle sponde fino a 9,28 metri nella parte centrale. L'arco centrale in acciaio, elemento strutturale del ponte, ha un raggio di 180 metri. La struttura è in acciaio, i pavimenti in vetro, pietra d'Istria e trachite grigia classica di Montemerlo. Anche i parapetti sono in vetro, con corrimano in ottone ed all'interno dei corrimano sono installate lampade a led che diffondono il raggio di luce nei parapetti in vetro. | ||||||
Dipartimento Ferroviario L'imponente fabbricato fu eretto a partire dal 1908, alla sinistra della vecchia stazione ferroviaria poi demolita negli anni '50. Originariamente il fabbricato era più grande dell'attuale, ma nel 1935 l'ala sinistra fu abbattuta e ricostruita nella forma che vediamo oggi, sopraelevata su una terrazza. | ||||||
Stazione Ferroviaria di Santa Lucia La stazione di Santa Lucia fu realizzata tra il 1952 ed il 1955 su progetto dell'Ufficio Tecnico delle Ferrovie dello Stato allora diretto da Paolo Perilli, in sostituzione della vecchia stazione costruita attorno al 1841 quando fu realizzato il ponte ferroviario che per la prima volta andò a collegare stabilmente la città lagunare con la terraferma. La costruzione della stazione comportò l'abbattimento dell'antica chiesa palladiana di Santa Lucia e di alcuni palazzi seicenteschi (palazzo Bragadin e palazzo Barzizza) e cinquecenteschi (palazzo Lion Cavazza). Ai piedi della scalinata di accesso alla stazione, sul lato sinistro, si trova oggi una fontana con la statua in bronzo dell'immacolata realizzata nel 1959 a ricordo della chiesa di Santa Lucia che era collocata in quella posizione. | ||||||
Chiesa di Santa Maria di Nazareth La Chiesa di Santa Maria di Nazareth deve la sua origine all'insediamento dei Carmelitani scalzi nella città lagunare. Fu edificata nel XVII secolo su progetto del Longhena, con un'unica navata e due cappelle laterali, ognuna delle quali affiancata a sua volta affiancata da due cappelle minori. Fu consacrata nel 1705, e subì poi un importante restauro fra il 1853 e il 1862 da parte del governo austriaco. La facciata fu completata fra il 1672 e il 1680 da Giuseppe Sardi, grazie al finanziamento del nobile Gerolamo Cavazza, in stile tardo barocco veneziano scandito da colonne binate e diviso in due ordini. Nel primo ordine si trovano quattro statue di Bernardo Falconi rappresentanti la Madonna col Bambino, Santa Caterina da Siena (nella nicchia a sinistra della Madonna), mentre la nicchia a destra era occupata da una statua di San Tommaso d'Aquino. All'interno si trovano altre statue attribuite al Falconi Un affresco di Giambattista Tiepolo del 1743 andò distrutto durante i bombardamenti austriaci nel 1915. Proprio a seguito di questo danno, tra il 1929 ed il 1933, Ettore Tito dipinse per la chiesa una grande tela (di circa 100 metri quadrati), ed un grandioso affresco. I resti dell'affresco del Tiepolo e altri frammenti del soffitto sono oggi conservati alle Gallerie dell'Accademia. Sempre del Tiepolo è invece ancora conservato nella chiesa il quadro "Apoteosi di Santa Teresa", nella cappella dedicata alla santa. L'altare è opera di fra Giuseppe Pozzo. Il presbiterio è sovrastato da un baldacchino sorretto da colonne ritorte. Nel tabernacolo si trobva invece la statua della Madonna con putto e profeti, proveniente dall'isola di Santa Maria di Nazareth (poi Lazzaretto). | ||||||
Ponte degli scalzi Un primo ponte fu realizzato nel 1858 dall'architetto austriaco Alfred Neville sotto la dominazione asburgica, per migliorare l'accesso alla stazione ferroviaria recentemente costruita. Si trattava di un ponte in ghisa a struttura rettilinea, molto simile a quello eretto pochi anni prima dallo stesso Neville all'Accademia. L'altezza limitata (4 metri) impediva il passaggio di imbarcazioni alberate e lo stile dichiaratamente "industriale" mal si conciliava esteticamente con le strutture circostanti. La ghisa inoltre cominciò dopo pochi anni a dare segni di cedimento strutturale in alcuni punti, per cui il Comune di Venezia fu costretto nei primi anni trenta a prendere una rapida decisione riguardo alla sua sostituzione. Il ponte in metallo venne pertanto sostituito da un nuovo ponte a singola arcata interamente in pietra d'Istria, su progetto dell'ingegnere Eugenio Miozzi (1889-1979). I lavori di costruzione iniziarono il 4 maggio 1932 e il ponte fu inaugurato appena due anni dopo, il 28 ottobre 1934. | ||||||
Palazzo Calbo Crotta Palazzo Calbo Crotta risale al XIV secolo, quando fu costruito per essere dimora della famiglia Calbo, e fu numerose volte rimaneggiato nel corso dei secoli successivi, assumendo l'attuale aspetto nel XVII secolo. Nel XVIII secolo passò alla famiglia Crotta, che apportò modifiche soprattutto agli interni, impreziosendoli con ricchi arredi ed opere d'arte. Attualmente in buono stato, il palazzo ospita prevalentemente appartamenti privati. Si tratta di un complesso sviluppato in lunghezza e alto tre piani con mezzanino nel sottotetto. La facciata sul canale si presenta intonacata di bianco, divisa stilisticamente in due parti egualmente strutturate: hanno entrambe file di monofore, al centro delle quali, ai due piani nobili, si sottolinea la presenza di trifore, quelle della parte destra con parapetto lapideo. Lo stile della parte sinistra è gotico, con aperture ogivali; quello della parte destra tipicamente rinascimentale, con aperture ad arco a tutto sesto. Al piano terra si apre una terrazza che dà sul primo tratto del Canal Grande. Al primo piano è situata l'Unione Veneta Bonifiche, ente associativo e rappresentativo dei Consorzi di bonifica del Veneto. | ||||||
Hotel Principe | ||||||
Hotel Continental | ||||||
Casa Seguso | ||||||
Palazzo Flangini Il palazzo monumentale con facciata asimmetrica è forse un'opera di Giuseppe Sardi, discepolo del Longhena. Il progetto prevedeva un edificio simmetrico rispetto all’asse del portale ad arco con due pentafore sovrapposte ai due piani nobili e affiancate a destra e sinistra da due monofore. Purtroppo però per i proprietari del palazzo, gli edifici adiacenti a sinistra non poterono essere acquistati e la fabbrica è rimasta incompiuta, risultando così asimmetrica come la si vede oggi. Si noti che sullo spigolo i sinistra la colonna è tagliata a metà. Nel primo piano nobile sono conservati decorazioni del Settecento. Dopo la morte del cardinale Lodovico, l'ultimo discendente del ramo di San Geremia, il palazzo passò alla famiglia Panciera. | ||||||
Scuola dei Morti La ex Scuola dei Morti, piccolo e grazioso edificio del '600, fu ricostruita dopo il bombardamento austriaco del 1849. Piccola costruzione ad un piano con un teschio scolpito ed una iscrizione, che ricordano l'appartenenza dell'edificio alla Santissima Madonna del Suffragio dei Morti. Tale Congregazione, nel 1624 aggregata all'omonima Arcic fece costruire una Cappella dove tenere le adunanze e celebrare le funzioni. A spese della famiglia Savorgnan fu così costruita la sede della Scuola, andata poi distrutta durante un bombardamento austriaco nel 1849 ed oggi, dopo un'integrale ricostruzione, adibita a patronato della parrocchia di San Geremia. All'atto dell'iscrizione alla Scuola, vietata ai minori di diciotto anni, ognuno versava sei lire che servivano per comprare il candelotto con cui accompagnare in funerale i defunti e per far celebrare le messe per le anime del Purgatorio. Gli associati godevano dell'indulgenza plenaria concessa da Clemente VIII, di 8 giorni di indulgenza se partecipavano a tutti gli offici dei morti, di 100 giorni se il lunedì ed il venerdì recitavano il de profundis per le anime del Purgatorio: avevano nel contempo molti obblighi e regole da osservare, quali confessarsi una volta al mese e comunicarsi quattro volte all'anno nella chiesa di San Geremia, recitare le orazioni prestabilite ogni sera al tocco dell'Ave dei Morti, versare ogni mese quattro soldi e pagare due lire di multa se non partecipavano ai funerali e non mandavano nessun altro, vestito con il proprio abito. L'abito era di tela bianca sottile con maniche larghe, un cordone nero, una mozzetta nera sopra ambo le spalle ed un cappello nero con ala bassa e il sottogola; attaccato alla mozzetta della spalla sinistra andava portato il simbolo: l'immagine di Maria con il figlio in seno e sotto una fanciulla inginocchiata che versa acqua da un vaso sopra le anime del purgatorio. | ||||||
Chiesa di S Geremia e Lucia | ||||||
Palazzo Labia Il palazzo, oggi sede della RAI, venne costruito per la famiglia catalana dei Labia, iscritta al patriziato veneziano nel 1646. Il centro dell’edificio è il grande salone da ballo, ideato da Giorgio Massari (1746-47ca.) e decorato da un ciclo di affreschi che rappresenta uno dei vertici dell’arte di Tiepolo (1743-1750ca.). In un continuo scambio tra pittura e spazio reale, sulle pareti si dispongono le celebri scene dell’Incontro di Antonio e Cleopatra e del Banchetto durante il quale la regina egiziana scioglie una perla per dimostrare la ricchezza dell’Egitto. | ||||||
Palazzo Corner Contarini | ||||||
Palazzo Gritti Dandolo | ||||||
Chiesa di San Marcuola | ||||||
Casa Volpi | ||||||
Ca Vendramin Calergi Fu la famiglia Loredan a volere, intorno al 1481, la costruzione del palazzo, per la quale ingaggiarono l'architetto Mauro Codussi; per la decorazione di alcune pareti interne, oggi perduta, fu richiesta la mano del Giorgione, che le affrescò. Nel 1581 i Loredan furono costretti a vendere l'edificio, che passò varie proprietà finché passò ai Calergi che nel 1614, fecero ampliare l'ala destra del palazzo, coprendo parte del giardino e dando alla struttura l'attuale forma a L, su progetto di Vincenzo Scamozzi. Nel 1739 i Vendramin divennero i nuovi proprietari e il palazzo prese il nome di queste due famiglie legate da parentela: Vendramin Calergi. Nel 1840 la nobile Carolina di Borbone acquistò la dimora, venduta poi alla sua morte. Sotto la successiva proprietà dei Duchi di Grazia, tra 1882 e 1883 visse i suoi due ultimi anni il compositore Richard Wagner, che vi morì nel 1883. Nel 1946 il palazzo passò al Comune, che ne ha fatto una sede del Casinò di Venezia. E’ una delle più rappresentative facciate del Rinascimento veneziano. Il gioco architettonico crea un riuscito effetto per mezzo del contrasto di luci ed ombre. Composta di tre livelli divisi da pronunciati marcapiani, retti da semicolonne a ordini sovrapposti: dorico, ionico e corinzio. Cinque ampie bifore, dal ritmo diseguale (tre al centro, due ai lati), movimentano il prospetto. A differenza dei palazzi gotici e tardogotico veneziani, è il telaio architettonico a dominare la facciata, subordinando i sobri intarsi policromi e gli elementi decorativi. Davanti all'ala seicentesca (detta Ala bianca), il palazzo vanta un discreto giardino con vista sulle facciate antistanti, accessibile anche dal canale attraverso una cancellata i cui pilastri sono sovrastati da due grandi statue. Sul retro vi è una piccola corte, chiusa da un muro di cinta con un elegante ingresso a tutto sesto sovrastato da timpano e da stemma, esternamente è affissa una lapide che ricorda la morte di Wagner. | ||||||
Palazzo Marcello | ||||||
Palazzo Molin Erizzo | ||||||
Palazzo Soranzo Piovene | ||||||
Palazzo Emo | ||||||
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