Quasi quattro vertebre della spina dorsale di un enorme animale preistorico sommerso, il sistema dei Monticoli emerge dalla pianura della bassa Valle Camonica creando su un sedime di natura alluvionale, e quindi piatto, interessanti articolazioni, scavalcamenti, aperture, chiusure, proprie di un paesaggio alpino. Le sommità, anticamente integrate nel sistema delle torri di guardia della Valle, oggi permettono allo sguardo di misurarsi sia con la espansione urbana più importante dell’intera valle che anche di essere dominato dai ripidi versanti o di inseguire lontano la successione delle quinte delle convalli. Una di queste vertebre di verrucano rosso, il Castelletto di Montecchio, ha cominciato ad ospitare, nella poca terra riportata in tempi lontani, tante piccole piante di varie essenze colore e forma, animate tutte da una unica speranza quella del recupero da un disagio che la natura e i suoi cicli possono aiutarci a risovere più facilmente. Negli ultimi mesi del 1999, sul Castelletto, sono state messe anche molte pietre secondo un ordine che si chiama Architettura. Un ordine che abbiamo voluto armonizzare ai cicli del sole e della terra affinchè anch’esso faccia la sua parte in questa opera . Il progetto sociale al quale abbiamo dato forma e spazi si chiama ergoterapia: ovvero la volontà di risolvere i disagi della psiche con lavori leggeri e a diretto contatto con i cicli naturali. Gli ospiti della casa denominata “Castelletto” in parte sono residenti. Per loro, bisognosi di una terapia più intensiva, si sono ricavate 6 camere per un totale di 10 posti letto, una cucina, un “tinello”, un soggiorno pranzo. La architettura di questa parte è l’esito del recupero e dell’ampliamento di una antica costruzione preesistente sul Castelletto e della quale si erano conservati e sono state mantenuti i due piani voltati interrati. Per un’altra parte, gli ospiti, giungono al Castelletto il mattino e se ne vanno la sera. Questi ultimi, circa 25, qui trovano una loro cucina, una mensa e spazi a laboratorio e palestra che condividono con i residenti. I circa 8000 metri quadri di rocce rosse e di terra riportata sono in procinto di essere coltivati a frutta e verdura irrigata dall’acqua piovana recuperata iu una ampia cisterna-terrazzamento. L’architettura di questa parte si offre ad una esposizione in pieno sud con due logge per catturare l’energia del sole onde integrarla con quella prodotta dalla centrale termica e dai pannelli solari, mentre il sistema di ventilazione di pareti e tetto viene integrato, per il raffrescamento estivo, con l’aria dalle gallerie presenti nel ventre del Castelletto e opportunamente condotta negli ambienti costruiti.
|