S.Sabina. di S.D'Amato
FS.Sabina di E.Cerasani
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Santa Sabina

 

E’ la prima cattedrale della diocesi dei marsi di cui abbiamo la prima attestazione in un diploma di Ottone l°del 964 con il nome di Beate Savine Cristi martiris, que sita esse videtur infra ipsam Civitatem Marsicanam. Essa sorse probabilmente nel corso del IX secolo fra i ruderi della Civitas Marsicana in corrispondenza dei margini nord-est del diruto foro del municipio marso di Marruvium. Le descrizioni del primo medioevo ci descrivino la Cattedrale immersa fra campi coltivati e resti murari con il vicino palazzo episcopale della località detta Milvia posto “infra ispos muros de ipsa civitate Marsicana” (Chron. Casaur., 961, 992). I conflitti fra i Conti dei Marsi per il possesso della Diocesi resero spesso vacante la sede episcopale e solo con la bolla papale di Stefano 1X0 del 1057 Santa Sabina divenne sede definitiva della Diocesi dei Marsi.
Il periodo di massimo splendore fu segnato fra il 1100 e il 1130, dalla presenza ed opera riformatrice del Vescovo Bernardo, figlio del conte dei Marsi Berardo IV° e successivo santo diocesano con il nome di San Berardo. NeI 1222 la Chiesa e il palazzo episcopale furono saccheggiate e rovinati da Tommaso Conte di Mouse, Albe e Celano durante i conflitti di Federico ll° di Svevia con una successiva ricostruzione conclusasi nel 1287 con la visita del Papa Onorio 1V°. Nel XIV0 l’indifendibilità dell’area della Civitas Marsicana portò ad un lento abbandono della cattedrale a favore della vicina Pescina sede di una baronia nella Contea di Celano, abbandono segnato dalla bolla di traslazione del 1° gennaio del 1580 in cui si fa chiaro riferimento allo stafo di abbandono e necessità di restauro della struttura architettonica. La prima metà del seicento vede il definitivo a tracollo della cattedrale pescinese di 8. Maria delle Grazie di Pescina eretta già nel 1596. Nel settecento la chiesa fu sottoposta a continuo sace cheggio per prelievo materiali e nel secolo successivo era ormai ridotta ad un quinto della sua primitiva grandezza: nel 1894 fu ridotta a cappella la sopravvissuta prima campata d’ingresso sovrastata da una cupola esagonale.
Con il terremoto del 1915 la sola facciata frontale rimase in piedi, mentre il retro veniva occupato dalle “casette asismiche”. Dopo un recente restauro e riqualificazione dell’area l’edificio attende di essere riportato alle sue superfici originarie. Dalle vecchie descrizioni dell’edificio del XVII° e XVIII°secolo sappiamo che la chiesa aveva una struttura basilicale con pianta rettangolare (mt; 21,79 x 33,64) a tre na vate con cinque campate interne, divise da pilastri qua~ drati con capitelli marmorei, concluse da un’abside semi~ circolare, un campanile a pianta quadrata sul lato sinistro ~ ed un porticato esterno. L’attuale facciata, ridotta in altezza e relativa alla ricostruzione della seconda metà del X11l0 secolo (1287), risultano realizzati in pietra squadrata: alcuni conci fuoriescono nella parte superiore destra mentre in alto a sinistra la I pietra squadrata è sostituita da pietrame informe fissato con malta di calce. Elemento pregevole è il Portale: tutto iscritto in una cornice rettangolare e affiancato da due finestre strombate, presenta un grandioso giro di archi a tutto sesto con le colonne circolari di marmo sormontate da capitelli. Le due colonne esterne, che sorreggono l’arco principale, poggiano sul dorso di due leoncini, oggi deturpati. Gli stipiti e l’architrave sono mirabilmente fregiati con tralci di vite, grappoli, uccelli e volute eleganti e leggere che terminano da un lato con una colomba che si disseta e dall’altro con una testa di demonio, di ispirazione classica.
Nel complesso il Portale presenta una fusione armoniosa ed equilibrata di elementi di tradizione romanica e gotica.

 

 

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