Quinta lezione: Il bosco di latifoglie

Bosco Deciduo - Monte Colombino, Voze (SV)
Fotografia di Mario Marchisio © 2000

Premessa:

Siamo giunti al confine "botanico" della flora mediterranea, infatti con il bosco sempreverde che non ha ulteriore sviluppo termina qui. Rimane però un territorio che dagli altopiani della macchia, arriva allo spartiacque. In questo habitat il clima è caldo di giorno e freddo-umido di notte, (mesòfilo) questo determina il cambiamento nella flora: le foglie sono tenere e permeabili, perciò traspirano e si possono permettere di perdere umidità al calore del sole perché di notte la recuperano.

Il bosco di latifoglie.

Il bosco di latifoglie è composto da: castagni, frassini, carpini, saliconi e ontani. Una specie non autoctona ma ormai presente ovunque è la robinia o pseudo acacia o gaggìa; importata alcuni secoli fa dai monti Allègani degli Stati Uniti d’America per consolidare terreni acclivi e franosi, è diventata talmente invadente da soffocare le piante autoctone.

La faggeta.

Verso lo spartiacque, domina il bosco di faggio: pianta di alto fusto, frugale, resistente al freddo, con corteccia chiara, foglie caduche; i suoi frutti chiamate "faggiole" sono commestibili per i cinghiali .

Le faggete sono presenti in tutti gli spartiacque dell’area centro-europea. Nei pressi del colle del Melogno (Savona) c’è un bosco di faggi , riserva demaniale, denominato " Barbottina" una delle più belle foreste dell’entroterra ligure con alberi alti anche cinquanta metri ed oltre.

La faggeta, è sovente, accompagnata da: nocciolo, pino silvestre, pino nero o austriaco; il sottobosco è rappresentato da: agrifoglio, felce aquilina, mirtillo, anemone dei boschi, dente di cane, scilla a due foglie ed ovviamente il pregiato fungo porcino.

Spotorno, Aprile 2002

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