Giovanni Virginio Schiaparelli
La vita: |
|
Gli studi: |
|
I canali di Marte
Qui
sotto vedi una mappa dei canali di Marte che collegano numerose grotte. Quando
questo indovinello comparve per la prima volta in una rivista,
più di 50.000 lettori risposero: "Non c'é alcuna
soluzione".
|
|
Marziani oggi Piccoli omini verdi, mostri orribili, creature eteree e millenarie: forme diverse, a volte pacifiche, altre molto meno, per gli extraterrestri più famosi di sempre, i marziani! Ma perché non i venusiani o i gioviani, o gli abitanti della galassia di Andromeda? Cosa rende l'extraterrestre marziano così forte nel nostro immaginario collettivo? Per capirlo dobbiamo fare un lungo passo indietro, quando il celebre astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, correva l'anno 1877, stupì il mondo intero con le sue straordinarie osservazioni del pianeta Marte. Egli descrisse grandi aree verdi che vedeva al telescopio, che parevano enormi foreste, canali rettilinei che portavano, nell'idea dello scienziato, l'acqua dalle calotte polari alle aride zone equatoriali. I famosi canali non erano altro che effetti ottici, come si scoprì più tardi, ma ebbero ugualmente enorme risonanza presso il grande pubblico. Marte
è un pianeta molto simile alla Terra: con un diametro di
circa Poi,
nel corso degli anni, soprattutto a
partire dal 1960, ci si rese conto che Marte avrebbe
potuto difficilmente ospitare delle forme di vita molto evolute: il
pianeta era troppo freddo ed arido, possedendo inoltre una sottile ed
irrespirabile atmosfera di anidride carbonica. Tuttavia rimaneva viva
la speranza che in queste condizioni proibitive potesse sopravvivere
qualche organismo molto primitivo, come i virus ed
i batteri, che proliferano anche in condizioni ambientali estreme. Le
missioni spaziali Viking
(come i vichinghi che scoprirono, a quanto pare, l'America ben prima di
Colombo) si posarono sul suolo marziano nel 1977 e purtroppo non
trovarono nessun omino verde ad accoglierli (ma ormai nessuno se lo
aspettava...). Le sonde cercarono qualche microrganismo che vivesse
nella sabbia rossa del pianeta, ma senza risultati definitivi. Non dobbiamo in ogni caso rinunciare alla speranza e credere di essere le uniche forme di vita intelligenti nel cosmo: attorno alle stelle, quasi sempre, esiste un sistema solare, composto da pianeti del tutto simili a quelli che orbitano intorno al Sole. Molto difficile, per ora, poter sperare di contattare qualche civiltà extraterrestre, o viaggiare fino alle stelle, con i lenti mezzi di propulsione che possediamo, con i quali impiegheremmo migliaia di anni per raggiungere la stella più vicina. Ma il futuro ci riserverà senz'altro grandi possibilità in questa direzione. |
|
Hanno collaborato: Beatrice Borgognone Marco Borgognone Damiano Calcagno Giovanni Mucciolo Vincenzo Padellaro Sabrina Quaglia Chiara Seghesio della classe 3^ D (anno scolastico 2009-10) |