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Perpetua

      "Era Perpetua la serva di don Abbondio: serva affezionata e fedele, che sapeva ubbidire e comandare, secondo l'occasione, tollerare a tempo il brontolio e le fantasticaggini del padrone, e fargli a tempo tollerare le proprie, che divenivano di giorno in giorno più frequenti. Aveva da tempo passata l'età sinodale dei quaranta, rimanendo celibe, per aver rifiutato tutti i partiti che le si erano offerti, come diceva lei, o per non aver mai trovato un cane che la volesse, come dicevan le sue amiche".Perpetua rappresenta un complemento indispensabile del più attraente dei personaggi maggiori: don Abbondio. Perpetua, la governante, è davvero la protettrice del curato.Quanto più egli rivela la sua nullità, tanto più pronta, decisa, sicura è lei. Ma la serva non è solo il sostegno morale del suo padrone. Lo è anche artisticamente, perchè le tonalità della figura di don Abbondio sono sempre sottolineate, accentuate dall'ombra costante, dall'antitesi sicura di Perpetua: lui discute e lei agisce; lui non sa a che santo rivolgersi e lei ha pronti i suoi pareri; lui è sempre disposto alla soggezione e lei, nel buon senso di popolana, è ribelle, energica, sbrigativa.