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"Portava essa in collo una
bambina di forse nov'anni, morta; ma tutta ben accomodata, co' capelli
divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo, come se quelle mani
l'avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per
premio"."No!" disse: "Non me la toccate per ora; devo metterla io su quel
carro: prendete." Così dicendo, aprì una mano, fece vedere una borsa, e la
lasciò cadere in quella che il monatto le tese. Poi continuò:
"Promettetemi di non levarle un filo d'intorno, né di lasciar che altri
ardisca di farlo, e di metterla sotto terra così."La madre di Cecilia è un
personaggio ricco di spiritualità, che la sventura ha separato dalla sua
bambina. La sua bellezza velata ed offuscata, l'andatura stanca, gli occhi
che non danno più lacrime, ma dimostrano di averne sparse tante; e quella
bambina sorretta, seduta sulle braccia, con la manina bianca che penzola
ed il capo posato sull'omero della mamma: sono questi tratti,
accuratamente dipinti dal Manzoni, a fare in modo che la figura della
donna si imprima indelebilmente nella nostra mente. Pur fra gli orrori
della peste, l'autore riesce a comunicare un senso di armoniosa, composta
e spirituale bellezza. |
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