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"Il suo aspetto, che poteva
dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un'impressione di
bellezza, ma d'una bellezza sbattuta, sfiorita, direi quasi
scomposta...Due occhi neri... si fissavano talora in viso alle persone,
con un'investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per
cercare un nascondiglio; in certi momenti, un attento osservatore avrebbe
argomentato che chiedessero affetto, corrispondenza, pietà; altre volte
avrebbe creduto coglierci la rivelazione istantanea d'un odio inveteraro e
compresso".Gertrude è vista dal Manzoni in un'acuta indagine psicologica,
che penetra nelle pieghe più segrete del cuore, con profondo e pensoso
atteggiamento morale, sdegnoso di fronte alla violenza compiuta sui
diritti della natura e sulla fragilità di una creatura umana.La cupa
realtà del maggiorasco, l'insensibilità degli uomini di fronte
all'interesse della classe, l'assolutismo di un padre sordo alle voci più
umane, la debolezza di una creatura incapace di affermare fino al
sacrificio l'inviolabilità dei suoi diritti e dei suoi doveri, sono
tratteggiati con sapienza profonda di psicologo e mano leggera d'artista.Nata
per la libertà, per l'amore, per la gioia di vivere, Gertrude viene
costretta a chiudersi in un mondo che è l'opposto di quello sognato, con
un rancore che si fa odio verso tutti, con un rimpianto che diviene
assillante tormento, con un cuore refrattario ad ogni voce di
rassegnazione e di benefica fede. |
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