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Alessandro Manzoni

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Gertrude

      "Il suo aspetto, che poteva dimostrar venticinque anni, faceva a prima vista un'impressione di bellezza, ma d'una bellezza sbattuta, sfiorita, direi quasi scomposta...Due occhi neri... si fissavano talora in viso alle persone, con un'investigazione superba; talora si chinavano in fretta, come per cercare un nascondiglio; in certi momenti, un attento osservatore avrebbe argomentato che chiedessero affetto, corrispondenza, pietà; altre volte avrebbe creduto coglierci la rivelazione istantanea d'un odio inveteraro e compresso".Gertrude è vista dal Manzoni in un'acuta indagine psicologica, che penetra nelle pieghe più segrete del cuore, con profondo e pensoso atteggiamento morale, sdegnoso di fronte alla violenza compiuta sui diritti della natura e sulla fragilità di una creatura umana.La cupa realtà del maggiorasco, l'insensibilità degli uomini di fronte all'interesse della classe, l'assolutismo di un padre sordo alle voci più umane, la debolezza di una creatura incapace di affermare fino al sacrificio l'inviolabilità dei suoi diritti e dei suoi doveri, sono tratteggiati con sapienza profonda di psicologo e mano leggera d'artista.Nata per la libertà, per l'amore, per la gioia di vivere, Gertrude viene costretta a chiudersi in un mondo che è l'opposto di quello sognato, con un rancore che si fa odio verso tutti, con un rimpianto che diviene assillante tormento, con un cuore refrattario ad ogni voce di rassegnazione e di benefica fede.