Questa intervista è stata condotta da Andrea e Annalisa Imberciadori il 03/08 allo Studio Plastic di Roma e non può essere riprodotta senza autorizzazione. Le fotografie tratte dal concerto del 02/08 a Ladispoli sono di Andrea Imberciadori.

Ringraziamenti: Laura, che ci ha ospitati a Roma, rendendo possibile questo incontro con Max; tutto lo 'staff' del Plastic, che ci ha accolto con grande simpatia e cordialità; e ovviamente Max per la disponibilità, la simpatia e l'entusiasmo manifestato nei confronti di questo sito! 

Nota:La presenza di questa icona indica la possibilità di scaricare un frammento di intervista in formato mp3.

"Un pomeriggio con Max al Plastic Studio"

All'indomani del concerto del trio Gazzè/ Turci/ Consoli a Ladispoli (foto sopra) incontriamo Max allo Studio Plastic di Roma, dove è alle prese con la registrazione del nuovo album insieme ai suoi collaboratori  Gianluca, Daniele, Francesco.

 Stanno lavorando a un pezzo 'Jungle' intitolato "Megabyte": Max sta incidendo le parti di basso con il Music Man Stingray (il basso usato nel Gadzilla Tour) e i suoni 'infernali' cavati fuori da un nuovissimo Bass Synthesiser dell' Akai ("Deep Impact", nella foto a fianco) mentre Gianluca (Vaccaro - n.d.r.) si occupa di registrare e mixare al computer, con i software "Performer" e "Pro Tools". Il brano è veramente trascinante e in studio sono tutti entusiasmati!

Alla fine, registrate delle linee di basso provvisorie, Max cede il banco di registrazione al chitarrista Massimo Roccaforte, con la sua Rickenbaker, e ci accompagna nel corridoio dove, seduti su un comodo divano, iniziamo questa intervista.

Il nuovo album
 

Andrea: Parliamo un po' del nuovo album... La domanda che ricorre più frequente nelle mail riguarda la data di pubblicazione: quando uscirà ?

Max: Il primo singolo, il primo 'assaggino', dovrebbe uscire ai primi di settembre. Poi l'album uscirà nella seconda metà di ottobre, non ricordo il giorno esatto ma è comunque già stato stabilito dalla Virgin.

A: Ci puoi anticipare qualcosa?

M: E' un disco a cui ho lavorato durante questo anno in cui sono rimasto più o meno "fermo". Ho lavorato in casa, con tutte le difficoltà di lavorare in casa con due bambini: in tutte le tracce registrate, le chitarre acustiche, le voci guida, si sentono i bambini che urlano dietro. Oppure registravo la notte, sottovoce per non svegliarli... Ho avuto un po' di problemi di concentrazione: anche se avevo il tempo a disposizione, non riuscivo mai a prendere un ritmo perché dovevo andare a fare la spesa (ride), volevo stare a giocare un po' con Samuele...
Infine ho deciso di portare qui in studio undici canzoni su cui lavorare per il disco. Tra idee e canzoni terminate ne avevo un po' di più, ma ho scelto queste perché sembravano abbastanza diverse tra loro. Vorrei fare un disco che non sia ripetitivo nelle canzoni...
 

A: Più eterogeneo...

M: Sì, eterogeneo: anche un pezzo come questo che avete sentito, che si intitola "Megabyte" parte Jungle, poi a un certo punto entra il mandolino 'meroliano'! (suonato da Massimo Roccaforte, chitarrista di Carmen Consoli, nella foto a lato - n.d.r.).
Ho lavorato a vari pezzi con Magnelli dei C.S.I., poi verrà Lindo Ferretti a cantare un pezzo con me.
Più tardi qui in studio arriva Carmen e registriamo un brano insieme...

A: Dunque si preannuncia un album molto vario! Il precedente aveva forse il difetto di essere un po' omogeneo, anche se nella seconda parte diventava più vario, con pezzi più particolari: "La tua realtà", "Preferisco così", che tra l'altro è forse il mio preferito...

M: Era un po' troppo omogeneo, hai ragione. In effetti il problema di quel disco non sta forse nelle canzoni quanto piuttosto nella scaletta, che è sbagliata. Bisognava anticipare alcune canzoni, mettere magari "La tua realtà" come secondo pezzo, "Preferisco così" come terzo e poi "Il timido ubriaco"...

A: Per esempio, ne "La favola.." ti trovi tra i primi brani più orecchiabili, come la 'title-track' o "Vento d'estate", un pezzo intrigante e 'non-standard' come "Raduni ovali"! Ho sempre pensato che l'ordine dei brani in un album non è un aspetto marginale...

M: No, è stato uno sbaglio mio: sentendo i brani così tante volte in studio, spesso è difficile distaccarsi... Comunque in questo nuovo disco, a parte la scaletta, le canzoni sono già diverse tra loro a livello di produzione. Come ti ho detto ci saranno Magnelli, Carmen... Poi vari pezzi con Giorgio (Baldi - n.d.r.)...
Insomma delle co-produzioni, che secondo me sono importanti per dare un'interpretazione diversa alle canzoni che ho preparato a casa. Lavorando in casa ho una certa visione delle canzoni; un'altra persona può dirmi: "Io la vedo anche così". Si può riuscire a vestire la canzone in maniera diversa, come accoppiare dei colori, accoppiare dei vestiti.
Mi piace accostare dei colori simili ma non uguali. Per esempio mettere il mandolino su un pezzo Jungle è una cosa che crea una dissonanza naturale di contesto. E' interessante proprio per questo...

A: Senza comunque risultare fuori luogo...

M: Certo, e neanche forzata. Non voglio forzare, non devo fare per forza le cose 'strane'!

A: Unire elementi apparentemente dissociati...

M: ...che poi insieme creano un mondo a parte, un mondo interessante.
Quindi un disco che sia in partenza più eterogeneo, già dalle canzoni. Ci sono per esempio delle ballad molto belle, con gli archi, l'orchestra...

A: Col maestro Peppe Vessicchio?

M: No, gli archi li abbiamo scritti un po' io, un po' Clemente Ferrari, il tastierista che collabora con me. Stiamo lavorando insieme su opportuni arrangiamenti di archi.
Lui ha fatto gli archi su un pezzo che si chiama "Eclissi di periferia". E' un pezzo che parla del Corviale, una specie di palazzo di un chilometro e due che sta alla periferia di Roma, molto disagiato... E' la storia teorica di questo palazzo che si alza, come una grande astronave, decolla, punta verso i Parioli... Dove andrà a posizionarsi non si sa! (ride) Dove troverà lo spazio un chilometro e due ai Parioli... forse rimane qualche mese lì sopra! E' carina l'immagine di questo palazzo che decolla come una grande nave, i bambini che salutano dalle finestre come fosse una crociera, coi fazzoletti, all'antica...
L'arrangiamento è quasi beatlesiano, con le spinette, gli archi, tipo "Sergeant Pepper".
Poi c'è un pezzo che si chiama "Il grande bluff"- non so se il titolo definitivo sarà proprio questo- che parla del viaggio sulla Luna, che in realtà non è mai esistito: tutta un'invenzione...
 
A: Dunque le riprese finte, ecc.

M: Sì! La prima frase del testo dice:

"Base Terra qui tranquillità, anche se le gambe tremano d'emozione e di quella paura che un uomo coraggioso come me non dovrebbe mai tradire
ma se verrà il momento di raccontare tutto non saprò spiegarvi questo forte silenzio"

Poi prosegue, nella seconda strofa:
"... dove le bugie dell'uomo vagano impazzite prigioniere tutte della stessa orbita sbagliata,
anche questo viaggio le raggiungerà e non saprò spiegarvi questo forte silenzio"...

Nel senso che prima il silenzio era di meraviglia e stupore, dopo è riferito al fatto che c'è stata una grande bugia... che adesso chi osa svelare! (ride) Questo forte silenzio!
E' giocata un po' su questa doppia interpretazione del silenzio.
E' una bella canzone. Anche come musica, parte tutta piano... A casa ho un organo, un Farfisa di fine anni sessanta...

A: Stile Van Der Graaf...

M: Sì, quelli che fanno un accordo con una nota sola: basta che muovi un dito e fai l'accordo.
L'ho registrato così, col microfono.. Dunque: voce, questo organo e poi alla parola 'silenzio' parte una botta di suono! (ride) C'è il delirio c'è la 'cambogia', il 'muro'...

A: Il 'mostro'(sono tutti termini che Max e gli altri usano in studio per riferirsi a determinate situazioni 'sonore' - n.d.r.)...

M: Sì, c'è anche il 'mostro'! (ride) 

Sopra: Max al concerto di Ladispoli

A: Ci sarà anche una 'ghost-track' ? Ormai ci hai abituati...

M: Lo so, lo so.. ci vuole la 'ghost-track'! 
Ho fatto un concerto bellissimo con Ferretti, con i CSI ("Stazioni Lunari" a Firenze - n.d.r.) in cui abbiamo suonato anche un pezzo di Bregovic, che appartiene alla musica popolare balcanica, che ho anche registrato. L'abbiamo cantato in lingua rom, insieme a Ginevra Di Marco e Ferretti. La registrazione ha una grande energia, si percepiscono le dinamiche del concerto, il rapporto con il pubblico. Io suonavo lo Dzhura (? - n.d.r.), uno strumento greco, come un Bouzouki (uno strumento a corde simile ad un mandolino - n.d.r.).
Mi piacerebbe inserire questa canzone in qualche modo nell'album... potrebbe essere questa la 'ghost-track'!

A: A proposito di registrazioni dal vivo, tempo fa c'erano state delle voci sulla probabile uscita di un album 'live'...

M: Abbiamo registrato qualche data per bene, con tutti gli strumenti, ecc. però non ci abbiamo mai lavorato.
Le registrazioni ci sono, magari in futuro... mandiamo in giro qualche bootleg! (ride)

A: Per finire: hai già scelto quale sarà il primo singolo dell'album?

M: Dobbiamo ancora definire le cose. Sai, non ho voluto fare "Una musica può fare 2: la vendetta"!
Però ci sono dei pezzi che hanno lo stesso tipo di forza... si tratta di decidere quale fare uscire per primo.
 

Ipotesi di tour, immagini e video-clip
 

A: Forse è un po' prematuro chiedertelo ora, comunque: hai già progetti per il tour?

M: L'idea è di partire con qualche data a ottobre/ novembre, dopo l'uscita dell'album, per tenersi "in movimento".
Poi da gennaio iniziare un tour teatrale...

A: Bello! Così avremo una grande acustica!

M: Sì, finalmente un'acustica buona! Il teatro è bellissimo: puoi creare delle dinamiche, delle scenografie che rendano il tutto più palpabile... Abbiamo fatto tanti concerti all'aperto, nei locali, e ora mi manca una tournée teatrale. E' sempre molto costosa e rischiosa da realizzare, poi io non vendo milioni di copie... Però sarebbe bello coinvolgere anche il pubblico "che viene a teatro", magari un pubblico più adulto che apprezza un certo tipo di musica...
Mi ricordo quando ho fatto la tournée con Battiato (nel '95, per l'album "L'ombrello e la macchina da cucire" - n.d.r.) nei teatri: non mi conosceva nessuno, ma facevo questi quattro pezzi e c'era una risposta incredibile: il pubblico apprezzava veramente perché comunque in teatro, se canti una canzone, si percepisce quello che stai dicendo. Vorrei fare dei concerti in cui si senta bene la voce, la scelta degli arrangiamenti...
Ripetere esattamente le sequenze, con tutte le cose computerizzate, dal vivo, non mi piace.
Ma se dal vivo diamo un'interpretazione particolare, tentando di tirare fuori il meglio da quello che sono le canzoni registrate, e poi non si sente bene, allora tanto vale che ti ascolti l'album in cuffia a casa!
Il teatro ti permette di costruire qualcosa intorno al concerto, porre ogni canzone in una determinata luce, creare una scenografia. 
Ho già dei progetti su come realizzare certe cose, visivamente... 
C'erano ma... adesso non me ne viene in mente neanche uno! Che cosa avevamo pensato? (ride)

A: Qualcosa tipo le diapositive, come i Genesis nel mitico tour del "Lamb" del '75...

M: La diapositiva rimane comunque un elemento interessante. L'immagine in movimento, cui noi siamo abituati, scorre via velocemente... 
Se vediamo per esempio un telegiornale, il video scorre via e il cervello memorizza piuttosto delle singole immagini. Mi piacerebbe fare un video-clip di immagini fisse, come fossero diapositive.

A: Mi fai venire in mente uno dei primi cortometraggi di Wenders, in cui la camera rimaneva su delle inquadrature fisse per cinque minuti, paesaggi e ambienti con movimenti minimi o nulli... non proprio delle diapositive, ma quasi!
(si tratta di "Silver City" del '68: undici inquadrature della durata di circa tre minuti ciascuna - n.d.r.)

M: Magari invece che cinque minuti le lasciamo dieci secondi! (risate)
La fotografia è "più forte" del video. Il cervello tende a selezionare e comprimere. La memoria, man mano che si va a ritroso, si schiaccia sempre di più: delle ventiquattro ore della giornata di ieri il mio cervello ha collegato una serie di immagini che in tutto potranno durare cinque minuti! 
Il ricordo di un luogo in cui ho fatto un concerto lo focalizzo come "il luogo", un'immagine...
Dunque vorrei fare un video-clip in cui sia fondamentale l'immagine: diapositive, proprio col bianco in mezzo tra una e l'altra...

A: Dunque niente più video frenetici, che so... come "Colloquium Vitae"!

M: No, basta! Non ne voglio più fare! (ride) Mi stanco dopo un po' a vedere queste cose...
Nei video-clip spesso i registi badano più alle loro esigenze che a quelle della canzone...
 

A: Ma i tuoi video sono veramente molto riusciti: con Persica avete raggiunto ottimi risultati! (ha girato "La favola ..", "O Caroline", "Una musica può fare", "Amore pensato", "Colloquium vitae", "L'uomo più furbo"- n.d.r.) 

M: Certo! Magari "L'uomo più furbo" l'avrei voluto un po' differente, una cosa un po' più eterea...
Volevo un video-clip che fosse un misto fra il 'supercafone'... (risate)
Un video molto particolare è stato quello per "Il timido ubriaco", l'immagine che resta: ti vedi là, con 'sto cerino in mano!
Pensa che la RAI voleva fare un servizio al TG2 a "Costume e società" mi pare, ora non ricordo bene...
Non volevano mandare in onda il video-clip perché c'erano questi grandi momenti di buio!

A: "Perdiamo dei secondi di audience"!

M:(ride) "Perdiamo dei secondi di audience"! Erano preoccupati che ogni tanto quando si spegneva il cerino, c'era questo attimo di buio. Poi quando entra il ritornello sul quale normalmente deve succedere qualcosa di dinamico invece: "Potranno mai..." si spegne il cerino e rimane il buio (risate). Era pazzesco! E io cerco di riaccendere il cerino perché so che il ritornello è importante, ma non si accende! E' bellissimo, un video fantastico! 
Magari non avrete visto un video che si intitola "Sono pazzo di te"...
 

A: Sì, mi avevi detto che ti piace particolarmente! Ma è vero che sei vestito da cane dalmata?

M: Sì, da dalmata... sono 'muccato', completamente 'muccato'! (risate)
Ci sono delle immagini in cui sto in mezzo a un prato verde totalmente deserto, con un albero al centro, pure questo coperto di mucca: un albero 'muccato'! (risate) L'albero è dritto e io sono leggermente obliquo rispetto all'albero, ma sono io che sono un po' obliquo, nel senso che.. Così! (si alza e mima questa "obliquità"... risate)
Con una bambola gonfiabile, con la minigonna 'muccata' pure lei... (ancora risate)
Poi c'è un altro vestito di muschio rosso, in un lago; ho costruito anche un cubo di trapunta blu elettrica con la moquette arancione, proprio..
 

 

A: 'Elettro-trash'!

M: (ride) "Electro-trash"!! Veramente trash allucinante!! In questo cubo, in quest'ambiente completamente assurdo, presento a quello che interpreta mio padre questa bambola gonfiabile, con una lavagnetta con scritto: "Papà, ti presento la mia fidanzata". Allora vedi questa persona con la panza, ciccione, interpretato da un mio amico, che appena la vede si gira da una parte e vomita del kiwi su un vetro davanti alla camera. (risate)
Alla fine, mentre io guardo la televisione, si frega la bambola gonfiabile e cerca di... (mima un improbabile rapporto sessuale.. risate)

A: Ma è un delirio questo video...

M: Sì, ma è tutto molto rapido. L'ho girato insieme al mio amico Paolo Scarfò; abbiamo fatto insieme anche "Quel che fa paura"...
 

A: Anche "Cara Valentina", mi pare... A proposito, toglimi una curiosità: chi è quel signore che sta fermo in piedi durante il duello tra te e Silvestri?

M: Mio padre!

A: Me lo immaginavo! (risate)

M: Con mio padre .. faceva ridere, perché gli avevo messo in mano questo bernousse (si scrive così? - n.d.r.) tunisino che reggeva le spade. 
Tra l'altro facevamo il duello con spade vere (ride)e  lui era preoccupato: "State attenti, non vi fate male!", parlava! Se ci fai caso anche nel video lui parla, dice delle cose (risate) e io: "Papà, silenzio! Stiamo girando!" (ancora risate)
Troppo forte! Poi l'altro è Federico Zampaglione: il suo ruolo è "il cameriere di porcellana", con l'occhio di vetro (mima la scena del video... risate). Poi qualche giorno prima delle riprese mi era venuto un ascesso a un dente e avevo questo gonfiore che mi piaceva, era talmente assurdo! Troppo divertente...

A: E' vero... è un peccato che questi video non siano disponibili in videocassetta. Immagino che siano poco commerciabili...

M: No (sconsolato), non c'è un grande mercato. Però, secondo me, in qualche modo si potrebbe fare...

A: Magari un CD in Divx (è un nuovo formato di compressione video che permette di realizzare senza problemi video-CD - n.d.r.)...

M: Sì in Divx oppure un DVD... Avevo pensato di farlo. 

Sanremo e dintorni
 

A: Una "preoccupazione" che emerge da molte delle mail che ricevo riguarda "Sanremo": parteciperai quest'anno? 

M: No, a Sanremo non ci vado quest'anno. Sanremo è importante: dà una grande esposizione! Però ultimamente ho cercato anche di evitare...

A: La sovraesposizione..!

M: La sovraesposizione è una cosa che detesto, la massificazione: dover per forza partecipare ai programmi...
Devo lottare con la casa discografica. Ovviamente capisco l'importanza: se devi promuovere un disco e vai a Sanremo è molto più facile. Se vai con una bella canzone alla fine va bene, perché Sanremo concentra un anno di promozione in una sola settimana. 
Però anche questa troppa esposizione mi infastidisce perché non vorrei diventare 'l'ospite fisso di Sanremo', 'il cantante di Sanremo'. Non per il festival in sé, che anzi sta migliorando. Negli ultimi anni si sono viste delle cose...
L'anno scorso anche i Bluvertigo... Pure il fatto che abbia vinto Elisa, che viene da un percorso diverso.
Quando sono andato io, tutti quelli che erano i favoriti, i "big"... tutti ultimi... Sono rimasti anche male.
Ricordo per esempio che Minghi diceva: "Sanremo va bene quando i dischi di noi 'big' vanno bene e trasciniamo tutto il resto...".
Pare che ce l'abbiano un po' coi giovani emergenti!

A: A proposito: ricordo una puntata del "Night Express" in cui cantavi insieme a Vecchioni "Samarcanda" leggendo il testo da un foglio, perché non te lo ricordavi: non era chiaro se si era indispettito, anche dopo, durante l'intervista, o se invece stesse scherzando...

M: No, no... era preparato, era uno scherzo. No, Vecchioni no.. figurati! 

Con Morandi invece (ad una puntata del "Roxy Bar" - n.d.r.), stavo passando per andare a prendere un bicchiere d'acqua e mi dice "vieni, vieni" e mi dà il microfono... ma la canzone non la conoscevo. "Che devo fa' ?"

A: Ma ricordo che hai imbracciato una chitarra... era stata comunque una cosa simpatica!

M: Sì, mi son messo a suonare la chitarra! E' dal '93 che vivo in Italia.. e non conosco bene le canzoni di Morandi... ne ha fatte tante! Anche i suoi classici non li conosco bene, perché non li ho vissuti...

Ho conosciuto anche De Gregori di recente. Lui segue poco la scena musicale, però mi ha detto: "Ho sentito una canzone che mi ha colpito, si intitola 'Su un ciliegio esterno' ". Insomma... De Gregori! 

A: E' una bella soddisfazione! Anche perché mi pare che "Su un ciliegio esterno" sia stata un po' sfortunata...

M: Più che altro ci sono stati un po' di problemi con la gestione della casa discografica in quel periodo.
Ho un ottimo rapporto con la Virgin, una stretta collaborazione; però c'è stato un periodo di transizione particolare e loro non capivano l'importanza di fare un video-clip e di portare avanti questa canzone.
Era una canzone che aveva bisogno di essere accompagnata con un minimo di sottolineatura, creando un contesto.
Non era un singolo da radio, non è un pezzo estivo...

A: Secondo me è un bel pezzo: ha un testo poetico e toccante ma una melodia comunque piuttosto orecchiabile...
Però ricordo che un mio caro amico mi chiedeva: "Ma cosa significa questa canzone ?". A volte si tratta di fare un piccolo sforzo per immergersi in un brano un po' diverso dal solito e riuscire ad apprezzarlo ...
Forse effettivamente un video-clip d'accompagnamento avrebbe permesso di raggiungere un pubblico più vasto... anche i più 'distratti'!

M: Effettivamente penso che sia una bellissima canzone: era importante fare un video-clip, 'dare un senso' a questa canzone, accompagnarla e spiegarla. Invece l'hanno presa un po' così... come "il nuovo singolo di Gazzè".
Questo atteggiamento mi ha un po' infastidito e ho preferito non proseguire con quell'album: mi sono fermato proprio!

A: "Gadzilla" aveva comunque ormai raggiunto un buon successo...

M: Sì, certo. "Su un ciliegio esterno" voleva essere una canzone un po' diversa...

A: In effetti dopo un singolo come "L'uomo più furbo" era giusto proporre qualcosa di assolutamente 'non estivo'!
E' un peccato che i brani più originali e poetici debbano spesso restare confinati sull'album e non possano godere di una diffusione maggiore...

M: Certo, ormai è un problema grave. Le radio, che decidono la programmazione artistica, non dovrebbero dire che un pezzo come 'il ciliegio esterno' che non è 'radiofonico', allora non va bene... Ma che mi frega di fare il pezzo 'radiofonico'! E' un pezzo che, se fai un video-clip e lo accompagni per vie diverse, non è che devi andarci a Sanremo, diventare primo in classifica in radio, andare a "Media Control", te ne freghi...  è una canzone che ha una sua dignità. Non volevo portare l'album a un milione di copie con 'il ciliegio esterno'!!
Comunque, tirando le somme, anche il disco precedente è stato una bella soddisfazione...
 

A questo punto arriva in studio Carmen Consoli. Restiamo a parlare ancora qualche minuto scoprendo che anche per Carmen la casa discografica sta preparando un sito ufficiale (quello di Max dovrebbe debuttare a settembre - n.d.r.).
Infine, dopo la foto 'di rito', non resta che salutarci e lasciare Max e Carmen al loro nuovo brano! 
Usciti dal Plastic ci accorgiamo che sono riuscito a dimenticarmi il registratore con l'intervista, ma ecco Max mi viene incontro 'rimproverandomi'... sentitelo direttamente dalla sua voce!