INTRODUZIONE

 

 

 

 

CONTENUTI:

-    DEFINIZIONE DI RISORSA

-    ENERGIA RINNOVABILE O NON RINNOVABILE?

-    IL PROTOCOLLO DI KYOTO

-    ENERGIE RINNOVABILI

-    LA SITUAZIONE ODIERNA

 

 

 

 DEFINIZIONE DI RISORSA

Una risorsa è qualunque bene esistente in natura utilizzabile dall'uomo. Come ad esempio l'aria, il suolo, l'acqua e l'energia. Esistono vari tipi di risorse naturali che possono essere classificate secondo diversi criteri, il più comune le divide in: 

-           Risorse naturali non rinnovabili: hanno uno stock di quantità prefissata che non aumenta per via naturale. Anche le risorse naturali non rinnovabili seguono comunque un proprio processo di ricrescita. Si tratta però di un ciclo lunghissimo, di natura geologica, tale da superare la stessa concezione del tempo da parte dell'uomo. Ad esempio, il petrolio impiega milioni di anni per formarsi, lo stesso vale per le altre fonti di energia fossile (gas, carbone, ecc). Dal punto di vista delle attività umane e con una visione secolare del tempo, queste risorse vanno considerate in quantità fissa. Ogni prelievo o utilizzo implica una riduzione irreversibile dello stock della risorsa naturale

-           Risorse naturali rinnovabili: non diminuiscono con l'uso da parte dell'uomo entro certi limiti di sfruttamento. Ad esempio l'energia solare e l'energia eolica. In entrambi i casi si tratta di risorse rinnovabili permanenti. Per comprendere bene la definizione di risorsa rinnovabile è però necessario abbandonare il semplice paragone del sole e del vento, prendiamo per esempi in esame l’analisi di una foresta e lo sfruttamento delle sue risorse. Da un lato la foresta può produrre legname mediante le atttività di taglio che ne riducono la quantità di alberi presenti. Dall'altro lato, col passare del tempo la foresta tende a rinnovarsi grazie alla nascita naturale o artificiale di nuovi alberi. Anche una foresta è quindi una risorsa rinnovabile. Quando l'uomo inizia a tagliare più alberi di quanti ne nascono, prima o poi si arriverà a tagliare anche l'ultimo albero e la foresta scompare per sempre. Con questo intendo sottolineare l'importanza del concetto di stock e di flusso nel caso delle risorse rinnovabili.



Lo sfruttamento o il semplice uso di una risorsa naturale rinnovabile riduce lo stock della risorsa stessa. Quando il flusso supera quello naturale di ricrescita della risorsa, lo stock tende a estinguersi col passare del tempo.

In conclusione: lo sfruttamento eccessivo e senza limiti di una qualsiasi risorsa naturale può farla estinguere anche se la risorsa è rinnovabile.

 

ENERGIA RINNOVABILE O NON RINNOVABILE?

La possibilità di sfruttare diverse fonti rinnovabili è oramai dimostrata. Restano ancora irrisolti problemi di efficienza e soprattutto economici. La produzione di energia da fonti rinnovabili presuppone dei costi che non sono per niente concorrenziali rispetto all'utilizzo dei combustibili tradizionali. Gli impianti occupano in molti casi grandi superfici (come molte wind farm o pannelli fotovoltaici) per ottenere solamente esigue quantità di energia. I costi elevati e la scarsa diffusione delle opportunità esistenti per accedere a fondi comunitari non fanno decollare il settore del rinnovabile in Italia. Sono questi i principali problemi delle fonti rinnovabili.

 

 

Le fonti non rinnovabili come i combustibili fossili sono le fonti più diffuse in quanto sono facilmente utilizzabili, producono molta energia e possono essere trasportati, messi in magazzino e utilizzate quando servono. Il difetto è quello di creare un’energia non pulita, l’emissione di articolato, polveri sottili, gas serra, metalli pesanti è un problema non indifferente, tutto questo crea danni alla salute e all’ambiente che vede con l’aumento dei gas serra un aumento considerevole della temperatura, con il conseguente disgelo dei ghiacciai polari, l’innalzamento del livello del mare e cambiamenti climatici che sconvolgono l’intero pianeta. Nonostante i problemi tecnici, le risorse rinnovabili devono essere il futuro anche perché si stima che il petrolio si esaurirà nel giro di 50 anni. Come diceva sempre un mio professore “il modo più stupido per usare il petrolio è bruciarlo” perché il petrolio è fondamentale x tutto ciò che c’è di plastico al mondo.

 

 

  Contenuto in carbonio Quantità di combustibile Produzione CO2
Carbone 85% 290 t/GWhe 840 t/GWhe
Petrolio 85% 210 t/GWhe 670 t/GWhe
Metano 75% 190 t/GWhe 500 t/GWhe
 

 

IL PROTOCOLLO DI KYOTO

 

Per limitare i danni dell’inquinamento i paesi industrializzati  si è cercato un accordo: il protocollo di kyoto.

Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale in materia ambientalistica riguardante il riscaldamento globale sottoscritto nella città giapponese di Kyoto l'11 dicembre 1977 da più di 160 paesi in occasione della Conferenza COP3 della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). Il trattato è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (CO2, CH4, N2O, HFCs, PFCs, SF6) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990, considerato come anno base, nel periodo 2008-2012 . Il Protocollo di Kyoto prevede il ricorso a meccanismi di mercato, i cosiddetti Meccanismi Flessibili. il loro obiettivo è di ridurre le emissioni al costo minimo possibile; in altre parole, a massimizzare le riduzioni ottenibili a parità di investimento. Perché il trattato potesse entrare in vigore, si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione.

clicca sul grafico sopra  per scaricare il documento del protocollo di Kyoto in formato pdf.

 

 

 ENERGIE RINNOVABILI

Definiamo energie rinnovabili tutte quelle che derivano da risorse naturali rinnovabili. Le principali energie rinnovabili sono:
 
-    solare;
-    eolica;
-    idroelettrica;
-    geotermica;
-    da biomassa;
 
Anche se a pensarci bene è dalla prima, proprio dal Sole, che derivano tutte le altre. Una importante caratteristica delle fonti rinnovabili è che esse presentano impatto ambientale trascurabile, per quanto riguarda il rilascio di inquinanti nell'aria e nell'acqua; inoltre l'impegno di territorio, anche se vasto, è temporaneo e non provoca né effetti irreversibili, né richiede costosi processi di ripristino.
 
 

LA SITUAZIONE ODIERNA
 
Oggi le fonti rinnovabili rappresentano circa il 20% nelle statistiche delle fonti di energia mondiali, con una netta prevalenza di biomasse (quasi il 14%) e idraulica (il 6%). Va accennato che il contributo del solare per il riscaldamento e l'essiccamento e di molte biomasse, soprattutto nel Terzo Mondo, non viene in genere contabilizzato, in quanto difficilmente valutabile al di fuori dei normali circuiti commerciali. Nella Comunità Europea le energie rinnovabili contribuiscono per il 5,4% (circa 43 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio all'anno) alla copertura dei bisogni di energia primaria; le previsioni per i prossimi anni prevedono il raddoppio di tale contributo, cioè il 9,6% per il 2008, grazie soprattutto alle biomasse, ai biocarburanti, alla valorizzazione dei rifiuti urbani, all'energia eolica e alla minidraulica.