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La qualità formale La qualità formale è retta da regole e norme che garantiscono l’esistenza di procedure per tutti i compiti, la tracciabilità di tutti i processi e quindi la reperibilità di tutte le informazioni relative a ciascun processo. A questo scopo è necessario che esistano nell’Istituto, per garantire l’adeguatezza e la fedeltà dell’informazione:
Tutti i documenti della scuola, didattici e non, devono far capo all’archivio
generale elettronico, in modo da fornire a chiunque una visione generale
e di dettaglio dell’informazione utile disponibile nell’Istituto.
La disponibilità di una rete informatica efficiente può
consentire a tutti, eventualmente anche dall’esterno, tramite Internet,
di conoscere tale informazione (ovviamente con opportune chiavi d’accesso). La qualità sostanziale La qualità formale riguarda i contenitori. La qualità sostanziale
i contenuti. Va da sé che una classificazione pur eccellente della
documentazione non garantisce che la documentazione — norme, procedure
ecc. — sia adeguata ai fini dell’ottenimento di una qualità
sostanziale, vale a dire dell’efficienza, dell’efficacia e
dell’organicità dei processi, in particolare dei processi
formativi. È evidente che sia la qualità formale sia quella sostanziale sono totalmente disattese se la documentazione in questione (norme, progetti ecc.) è approntata solo per assolvere a un compito burocratico. Per questa ragione alla misurazione dei risultati e al raggiungimento degli obiettivi devono corrispondere riconoscimenti come esplicitato nei progetti relativi. Ma l’ottimizzazione e la tenuta nel tempo di questo metodo si ottengono quando ci si sforza di adeguare la qualità sostanziale a quella formale. In particolare, è importante rendere chiari i rapporti sia all’interno dell’organizzazione sia verso il mondo esterno. A questo riguardo, va ricordato che esistono sempre, all’interno
delle buone organizzazioni — vale a dire di quelle che funzionano
bene, durano e crescono,— due strutture affiancate e interlacciate:
una formale (in particolare gerarchica) e una informale. Alla seconda
si deve il funzionamento corretto della prima, che altrimenti, nella sua
rigidità formale, tende alla paralisi. La volontà di far
funzionare il sistema, in altri termini, risiede sempre nella struttura
informale, mentre il far riferimento in modo esclusivo alla struttura
formale rivela sempre la volontà di frenare i processi e di promuovere
la stasi. In questo senso, acquista importanza anche il concetto di selezione e remunerazione del per-sonale, pena la riduzione dell’insegnamento a parcheggio in mancanza di meglio, o a troppo facile part-time. E per una scuola di qualità, al di là della competenza in una disciplina specifica, la selezione deve riguardare la capacità di istituire buoni rapporti con gli allievi e con le famiglie, e la capacità di costante rinnovamento e adeguamento all’evoluzione non solo della propria disciplina e di quelle affini, ma soprattutto del metodo – da commisurare ai tempi e alla cultura della collettività – senza attendere che altri decida al riguardo e senza attendere corsi tenuti da non-professionisti.4 I migliori giudici, in questo senso, sono gli studenti e le famiglie. Circa il più sopra accennato part-time, una scuola di qualità è una scuola a tempo pieno. Che si tratti di liceo o di scuola indirizzata alle professioni, accanto
al tempo in classe per le lezioni, il resto del tempo va dedicato al laboratorio
nel senso più ampio del termine, oltre che alle attività
di relazione – con gli allievi, con le famiglie, con il mondo del
lavoro, – attività attualmente relegate a momenti formali
di nessun impatto concreto nella formazione e nei buoni rapporti fra le
varie componenti scolastiche e fra di esse e il mondo esterno. In un tale
contesto, anche le attività culturali in senso lato cessano di
essere sporadiche e disarticolate – estemporanee – ma diventano
parte integrante della formazione.
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