Hanno detto... - Luciano Casanova Fuga

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Hanno detto...

In occasione del trentennale del Coro Comelico (1966-1996), così si sono espressi
Bepi De Marzi e Primo Berardo...


Alle porte del Duemila ci sono ancora uomini buoni che nella piccola terra della grande civiltà montanara, delle nobili comunità, del riconosciuto coraggio nell’affrontare e condurre le stagioni, cantano i giorni per inventare nuove fiabe e nuove speranze.
Così possiamo rassicurare il cuore sul futuro della poesia popolare; così possiamo allargare l’anima alla certezza  dell’armonia che profuma il tempo nella fatica di vivere.
Lunga vita al Coro Comelico!

Bepi De Marzi



Le canzoni del Coro Comelico sono un altro pezzo di mosaico dell’immenso patrimonio che è il canto popolare italiano.
La caratteristica poi dell’armonizzazione per coro maschile conferisce ai canti l’ambientazione ideale del cantare “tra le valli”, poichè ognuna rappresenta un meraviglioso anfiteatro dove la vita, il paesaggio e il canto formano un documento integrato della vita quotidiana.
Un plauso va al Coro Comelico. Un elogio particolare al m.ro Luciano Casanova Fuga che con eleganza e competenza si è assunto il compito di raccogliere, armonizzare e comporre di suo pugno tanti brani interessanti e originali.
E’ doveroso evidenziare come ogni armonizzazione tenga presente il significato del brano, quasi che il Casanova voglia esprimere anche con la musica il contenuto del testo.
La musica e i testi delle sue canzoni rappresentano un importante esempio di come il canto popolare sia espressione chiara e genuina della gente, della sua terra e un documento prezioso di cultura.


Primo Beraldo
Ha conseguito i diplomi di pianoforte, organo, musica corale e composizione con i maestri Luigi Pavan, Giuseppe De Donà, Bruno Pasut e Wolfango Dalla Vecchia. Si perfeziona all’Accademia Chigiana di Siena con F. Germani per l’organo e G. Petrassi per la composizione. Intensa la sua attività didattica e concertistica. E’ stato direttore del conservatorio di Brescia e docente presso i conservatori di Cagliari, Parma e Verona nonchè titolare della cattedra di armonia - contrappunto presso il conservatorio B. Marcello di Venezia. Per le sue particolari benemerenze nell’attività musicale è cavaliere della Repubblica Italiana.



In occasione della pubblicazione del volume "La nostra storia" per il quarantennale del Coro Comelico (1966-2006), i seguenti musicisti così si sono espressi...

Ho conosciuto gli amici del Coro Comelico ed il loro direttore Luciano Casanova Fuga nel 1999 in occasione di un concerto natalizio nella chiesa di Costalta.
 Ricordo con chiarezza quell’incontro poiché avvenne in una cornice davvero speciale: un’abbondante nevicata aveva ricoperto il paese, creando la tipica atmosfera natalizia. L’aria era pulita, i rumori attutiti, la luce dei fanali si rifletteva sulla neve diventando quasi irreale.
 Con non poche difficoltà siamo riusciti ad arrivare in chiesa e quindi abbiamo cantato, insieme, i canti di Natale. C’era in me una sorta di felicità diversa, la stessa che provavo da bambino quando arrivava la neve e tutto sembrava magico. Magia dei ricordi, magia del paesaggio, magia della musica, ci sono tutti gli ingredienti per rivivere insieme emozioni autentiche: unire le nostre musiche in un volume è anche questo.
Quarant’anni di vita corale sono un bel traguardo, che ha richiesto impegno, passione e dedizione non comuni. Un sentito grazie a Luciano ed  ai cantori del Coro Comelico che, con il loro canto e la loro musica, riverberano sentimenti ed emozioni autentiche che sempre sapranno conquistare il cuore di chi sa ascoltare.


Carlo Berlese

Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio "J. Tomadini" di Udine e in Musica Corale e Direzione di Coro al Conservatorio "B. Marcello" di Venezia. Ha diretto vari cori in Friuli Venezia Giulia tra i quali ricordiamo l'Associazione Musicale Corale "Contrà Camolli", l'Orchestra e Coro San Marco di Pordenone. Ricopre il ruolo di Maestro di Cappella presso il Duomo di Sacile (PN), città dove vive. Si occupa di organizzazione del mondo corale in qualità di Presidente dell'USCI-PN, collabora inoltre con USCI-FVG e FENIARCO per vari progetti e manifestazioni.
Come compositore si dedica soprattutto al coro, ha pubblicato alcuni lavori con Carrara, Lim, San Paolo, FENIARCO e Pizzicato. E’ insegnante di Educazione Musicale presso l'Istituto Comprensivo di Cordignano TV.



Agli amici del Coro Comelico e al direttore Luciano Casanova Fuga.
Ho scritto una benedizione! Proprio così, una benedizione che scenda su Voi tutti cari amici che in quarant’anni di attività avete portato nelle nostre anime messaggi di pace e di bellezza.
Una benedizione per il lavoro che avete svolto, ma soprattutto una benedizione come augurio per un futuro ricco di grandi progetti e felici realizzazioni.
Mi sono sentito molto onorato quando Luciano mi ha telefonato chiedendomi di scrivere un brano per il suo coro. Inizialmente ho pensato di elaborare un tema popolare arcaico, ma poi il cuore mi ha dettato questa musica dalle suggestioni antiche e dalle armonie moderne proprio come il Coro Comelico che, nonostante il lungo passato alle spalle, proietta il suo sguardo verso il futuro, consapevole della forza di un messaggio musicale in continua evoluzione e fiducioso nella capacità di coesione interpersonale come caratteristica peculiare della coralità.
“ Il canto di unisce” dice il motto della  “Corale Zumellese” coniato ormai 35 anni fa dai suoi fondatori…. E’ proprio così e Voi ne siete l’esempio! Grazie di cuore e che Dio vi benedica sempre!

Manolo Da Rold
Ha conseguito i diplomi in Organo e Composizione organistica al Conservatorio "A. Steffani" di Castelfranco Veneto, e in Musica Sacra presso il Conservatorio "Santa Cecilia" di Roma con il massimo dei voti e la lode, successivamente ha frequentato numerosi corsi di perfezionamento e di improvvisazione sotto la guida di diversi docenti. Si è esibito sia come solista che in duo o in trio con cantanti e strumentisti partecipando a concerti e rassegne organistiche nazionali ed internazionali. Ha studiato Organo, Direzione di Coro e Composizione con vari maestri (G. Graden, L. Rogg, S. Kuret, M. Ciampi, A. Aroma, G. Durighello, J. Busto, C. Pavese, G. Kirschner, N. Stefanutti, B. Zagni, G. Zotto). Ha diretto numerosi gruppi vocali e strumentali. Come compositore si dedica particolarmente alla musica corale polifonica sacra e alle elaborazioni di canti popolari provenienti dalla tradizione orale arcaica in particolar modo dell´area veneta e friulana. Ha pubblicato con ASAC, Feniarco, Edizioni Musicali Europee, molti suoli lavori sono stati inseriti in raccolte musicali e riviste specializzate. È membro della Commissione per la Musica Sacra della diocesi di Belluno – Feltre come Coordinatore della sottocommissione per gli organisti. È membro della "Consulta Organi" della diocesi di Belluno – Feltre ed è stato membro di commissioni di restauro di organi antichi.



Fra gli anni ’60 e ’70 si assistette, in tutta l’Italia settentrionale, principalmente nell’area triveneta, ad una straordinaria fioritura di nuovi complessi corali di ispirazione popolare.
Che cosa stava accadendo? La già ultradecennale - allora - lezione del coro della SAT di Trento, sorretta dalla diffusione del disco in vinile, fece la sua parte e scatenò un legittimo spirito di emulazione. Sulla scena corale, però, in quel tempo avevano già fatto la loro comparsa personaggi del calibro di Paolo Bon, Gianni Malatesta, Bepi De Marzi, Flaminio Gervasi, Giorgio Vacchi, Mino Bordignon, tanto per citare i più famosi armonizzatori di quegli anni che andarono a implementare i repertori dei vari Pedrotti, Luigi Pigarelli, Renato Dionisi, Arturo Benedetti Michelangeli e quant’altri hanno fatto la fortuna del famoso coro trentino.
In quello scenario la provincia di Belluno non si discostò dalla maggioranza, accettò quasi in toto la lezione satiana e solo pochi osarono già allora seguire le strade di Bon, De Marzi, Malatesta. Il Coro Comelico, come altri della montagna veneta, fu figlio di quel contesto musicale e ne fu subito un fedele interprete, fondando la sua cifra stilistica sulla possanza delle vigorose voci virili. Fu coro di montagna - anche se tale terminologia è artifizio, più che realtà - perché era espressione genuina di una montagna dimenticata che solo allora cominciava il legittimo riscatto da una forzata condizione di isolamento, sia geografico che culturale.
Il coro come strumento di riscatto, perché no? Il complesso diretto da don Renzo Marinello, poi da Luciano Casanova Fuga, da quarant’anni è uno dei più apprezzati e conosciuti biglietti per visita dell’incantevole Comelico. La sua voce, in giro per l’Italia e per l’Europa, è stata una delle voci più convincenti per far conoscere il Comelico fuori dai confini ristretti delle sue pur belle montagne.
Ora il complesso comelicese compie quarant’anni, un traguardo che, nella coralità bellunese, fino a oggi è stato raggiunto solo dai cori Minimo Bellunese, Cortina, Cadore, Agordo e Polifonico Ctg. Se si pensa che attualmente la stessa coralità bellunese è composta da un numero variabile dai 35 ai 40 complessi, ovviamente con storia e attività significative e continuative, si capisce come il Coro Comelico sia uno dei decani che ancora sanno resistere al passare del tempo, alle mode, all’indifferenza strisciante che spesso allontana le nuove generazioni da qualsivoglia proposta associativa. In questa provincia come altrove.
Pur non essendosi mai discostato del tutto dal modello iniziale, il coro di Luciano Casanova Fuga ha battuto l’altra strada - anch’essa pregna di stilemi canonici - del canto d’autore, ovvero imprimendo al repertorio il segno inequivocabile del credo musicale del suo direttore.
Ora, per celebrare il prestigioso traguardo, ecco apparire all’orizzonte altri autori quali Mauro Zuccante, Giorgio Pressato, Gastone Zotto, Battista Pradal, Stefano Da Ros, Gianmartino Durighello, Manolo Da Rold, Maurizio Fipponi e Giancarlo Brocchetto. Si tratta di musicisti di solida preparazione che da qualche anno stanno dando nuova linfa vitale alle armonizzazioni corali nell’intera area triveneta, spesso affermandosi anche in concorsi e rassegne.
Mi pare di poter affermare che oggi chi vuole proporsi con successo nel campo della musica corale deve accettare il fatto che molto è cambiato dagli anni ’60. Anche il pubblico è maturato - di poco… - e chiede musica popolare ad ampio spettro, forse influenzato, comunque positivamente, dalla globalizzazione dei tempi moderni.  
Dopo quarant’anni, pertanto, è bene continuare a guardare fuori della valle senza perdere di vista la fisionomia che appare nella propria carta d’identità: nel giusto e saggio equilibrio di questa dicotomia può celarsi la possibilità di continuare la bella avventura corale iniziata nel 1966.
Ciò che conta, in questo continuo processo di evoluzione e maturazione della proposta musicale, è mantenere uno spirito autenticamente popolare, il che non significa fare musica di basso profilo per palati che si accontentano, ma fare musica che arrivi subito al cuore e alla mente dell’ascoltatore. Ciò si può fare solo non chiudendo la porta a nessuna anima genuinamente popolare che sappia raccontare le vere storie della gente, fatte di amore, sogni, illusioni, delusioni, speranze di tutti i giorni. Il Coro Comelico, tutti questi elementi li ha sempre cantati, non potrà non farlo anche in futuro. Ovviamente, con l’ausilio della propria inequivocabile e irrinunciabile cifra stilistica. Se la vita comincia a quarant’anni, ce n’è davvero tanta di strada ancora da fare!

Dino Bridda
Gornalista ed operatore culturale, collaboratore di varie testate e direttore responsabile di “Musica Insieme”, organo dell’ASAC Veneto (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali), della quale è stato anche vice presidente.



Carissimo Luciano, e carissimi tutti del Coro Comelico,
mi sembra ieri quando ero con voi a far festa per i vostri trentacinque anni. Allora curai la presentazione del CD Armonia di voci.
Ed oggi gli anni da festeggiare sono quaranta.
Ed è ancora... armonia di voci. Voci e colori. È bello vedere come riuscite a combinare assieme in maniera così squisita queste due arti, musica e pittura.
E guardando i nomi dei compositori... è davvero una gioia trovare tutti nomi e volti di stimati amici. Mi complimento perché siete riusciti a riunire in questa rosa di amici petali affermati ed altri più giovani, ma che già hanno impreziosito il mondo dei suoni con la loro bella presenza.
Accolgo allora con piacere, Luciano, il tuo invito a far festa con voi. Lo voglio fare con una semplice riflessione ed un augurio.
In una tua lettera mi dici del canto “La nostra storia”, che potrebbe essere la trama di un coro che arriva ai quarant’anni. La coppia in questione si chiede: “dimmi che mi vorrai bene anche quando il sole avrà sciupato il mio viso...”.
In un mondo che sembra dimenticare tutto, compresa la propria ombra, è importante cantare... la nostra storia. Non solo. Gli antichi, che di storia se ne intendono, perché ne hanno posto le fondamenta, affidano al numero quaranta importanti significati. Il quaranta è il numero della stabilità, della prova superata, della porta oltrepassata... Ma soprattutto della vita che nasce: come il bimbo nel ventre della madre matura in sette quarantene. Il volto che appare sciupato, ha la forte bellezza di una vita che nasce. E cantare in coro ti dà la forza di vivere di entusiasmo e amore per la vita ogni volta come la prima volta. ... innamorati della vita come la prima volta... Davvero cantare significa che “anche quando il sole avrà sciupato il nostro viso” teniamo vivo come il primo giorno questo nostro “volerci bene”. E il mondo oggi ha tanto bisogno di gente che canti in coro.
Lasciatemi partecipare alla vostra festa allora non come alla festa di un coro che compie quarant’anni e basta, ma come alla festa di un coro che ha memoria della propria storia, e quindi si prepara a far nascere un domani.
Permettetemi di estendere il mio abbraccio a voi, ma anche a tutta la coralità bellunese, perché davvero le nostre voci continuino a far cantare la nostra storia, dando bellezza, suono e colore al nostro domani.
Con il mio augurio più sincero,

Gianmartino Durighello
Compositore, musicologo e didatta, è titolare della cattedra di «Esercitazioni Corali» presso il Conservatorio “A. Steffani” di Castelfranco Veneto ed insegna «Musicologia Sacra», «Spiritualità ed Estetica del canto gregoriano» e «Tecniche di composizione per la Liturgia» nel Biennio di specializzazione in Musica Sacra presso lo stesso Istituto. È consulente artistico dell’Asac-Regione Veneto. Come compositore ha collaborato con vari enti, musicisti e formazioni corali ed è stato chiamato come docente in master class e laboratori di composizione. Alcune sue composizioni sono state premiate in concorsi nazionali ed internazionali, trasmesse da RAI Uno e da emittenti private, scelte come brano d’obbligo in concorsi, inserite come brano di studio in corsi di formazione e specializzazione, e incise. Insegna «Musicologia Liturgica» e «Direzione di Coro» presso l’Istituto di Musica per la Liturgia della Diocesi di Padova. Ha pubblicato testi di spiritualità liturgica e lectio divina.



Entrai silenzioso, con la prudenza di un ladro, nella camera in penombra, per timore di svegliarlo.
Dal letto, dove sarebbe spirato tre mesi dopo, mi lanciò uno sguardo e io "....Papà, in Comelico mi hanno chiesto del canto "Ad un alpino", che avevi scritto parecchi anni fa...ricordi? Dove posso trovarlo?"
La mascherina dell'ossigeno si appannò leggermente, mentre balbettava qualcosa che non riuscii a capire. Non era la prima volta che gli chiedevo notizie di quel brano....si agitò un poco: gli ricordavo tempi e luoghi che l'avevano visto giovane ed attivo insegnante nelle scuole del Comelico.
Di carattere schivo, esageratamente restio a parlare di sé e dei suoi lavori, era severo con se stesso e per niente comprensivo con i mediocri venditori di fumo. Scavalcando banalità armoniche e scontati contrappunti di buona scuola, soprattutto nella fase più matura della sua attività, intensificò il suo lavoro con le voci, alla ricerca, attraverso dissonanze o modulazioni improvvise, del nuovo, dell'insolito, dell'irraggiungibile.
Il brano "Ad un alpino" non è frutto di travagli interiori, ma di amicizia con gente buona, sane bevute in compagnia, lunghe conversazioni in strada, con la neve che si accumula sull'ombrello, e della condivisioni di antichi valori.
Le semplici frasi che si svolgono, dolenti, ad accompagnare in un ideale corteo lo sfortunato alpino, evocano il tiepido odore del muschio bagnato, la fragranza dei mughi e, oltre l'insidiosa morena, i silenzi eterni delle crode del Comelico.
Lo trovai, il canto, pochi giorni dopo la morte di papà.
Era lì, sepolto fra altre carte che non conoscevo, mute e fedeli testimoni di cose mai dette, ma profondamente vissute.
Due settimane fa, prima che il maestro Casanova mi scrivesse chiedendomi di mandargli due righe, ho sognato mio padre.
Con movimento silenzioso, si chinava appoggiando il gomito sul tavolo vicino al mio braccio, come chi cerca di avvicinarsi per vedere meglio, e mi chiese, accennando a quanto stavo scrivendo sul pentagramma, perchè usassi un "SI", proprio in quel punto. Al che gli risposi con la naturalezza dei sogni, dove le cose più strampalate appaiono logiche ed ovvie, che quella era una nota "per il Comelico".
Detto e fatto. Il tempo di girarmi ed esclamare, commosso e stupito, un "....Sei tornato!....."e, già, non c'era più. Che sia un segno?

Bruno Ferroni
Si è diplomato in pianoforte ed ha seguito gli studi di composizione organistica. Ha insegnato pianoforte in diverse scuole della provincia di Belluno. Ha scritto 5 commedie in dialetto della Val d’Ansiei per gli alunni della scuola Media di Auronzo. E’ organista titolare dell’organo Callido nella chiesa parrocchiale di S. Giustina di Auronzo e si interessa di organaria. Ha diretto la Banda della Brigata Cadore.



Quarant’anni di voci, quarant’anni di passione.
Quali vicende, quali vite, quali personalità si sono incontrate, sono cresciute insieme nel nome della musica. Quali percorsi hanno accomunato  gli animi di coloro che hanno voluto cantare in coro!  Luciano Casanova Fuga, l’ho conosciuto ai corsi ASAC di S. Giustina, ambedue eravamo impegnati a mettere in pratica gli insegnamenti  dei docenti: quattro giorni che devono bastare un anno. Eppure tra una lezione e l’altra c’è posto anche per due chiacchiere, per scambiasi impressioni, esperienze, emozioni.  Per raccontarsi del proprio coro (Ogni direttore, si sa;  ne parla come di un figlio).  Luciano ascolta, parla poco con la voce, ma parla e si fa capire con lo sguardo. Forse sono i paesaggi delle sue montagne che l’hanno fatto così: capace di ascoltare e di rispondere con poche parole che sintetizzano pensieri alti come vette. A Luciano e al suo coro vada il mio augurio di secoli di musica! Di eterno  piacere di cantare!  Il mio piccolo contributo possa servire a trovare una occasione in più per farlo, possa essere un segno di stima e di simpatica amicizia: quell’amicizia che non ha bisogno di tante parole.  
Un grazie ad un altro Luciano: Luciano di Trissino al quale ho rubato parole che io non so dire. La sua immediatezza, la sua spontaneità sono il vero sentire dell’animo popolare: teniamoci  stretti questi poeti, teniamo stretti questi direttori, teniamo stretti questi cori!


Fipponi Maurizio
Diplomato in pianoforte e laureato in Musicologia presso l’università degli studi di Bologna, dal 1980 è attivo come direttore di coro: prima con l’incarico presso il “Coro Val Liona”, poi presso il “Coro Andrea Gabrieli” che ha fondato nel 1985, e dal 1998 con la costituzione e la direzione dell’ “Ensemble Vocale Vita Nova”.
Svolge un’intensa attività concertistica, per enti ed organizzazioni musicali del territorio regionale e nazionale, ed ha ottenuto vittorie e piazzamenti ai più prestigiosi concorsi corali italiani: Stresa, Arezzo, Vittorio Veneto.
Si dedica agli studi storico-musicali curando la biografia e la trascrizione e l’esecuzione di alcune opere di Amadio Freddi (Padova 1580 – ivi 1643), collabora inoltre come consulente ed organizzatore musicale con formazioni corali ed enti culturali.



Caro Maestro Casanova Fuga,
sono onorato di essere presente nel Vostro prestigioso volume che celebra il quarantesimo anniversario della Vostra illustre attività.
Sono un autore che ha scritto molte canzoni popolari ma solo poche pensate per l’esecuzione corale perciò mi gratifica tantissimo, e mi lusinga, che abbiate scelto questi miei due brani, scritti entrambi in momenti di particolari emozioni:
“Le mie Valli” in un periodo in cui sognavo la pace, la natura e le vallate serene, “Preghiera alpina” invece l’ho dedicata a mio padre, che era un alpino.
Auguro a tutto il Coro un lungo cammino ricco di soddisfazioni ed emozioni da ricevere  e da trasmettere a chi lo ascolta.
Viva la musica e i testi poetici che tengono alti i valori de “La nostra Storia”.


Fausto Fulgoni
E’ l’autore dei brani e anima de “I Girasoli” gruppo musicale emiliano (Parma e Piacenza) che esegue canti ormai famosi in tutto il mondo. Ricordiamo tra i più famosi: Bugiardo amore, Cuore alpino, Croce bianca, Preghiera alpina, Le mie valli, Torna amore.
Il suo stile, semplice ed immediato, giunge diritto al cuore di chi ascolta.
Le sue musiche sono prevalentemente per i gruppi orchestrali e per il canto solista, musiche ballabili e dallo stile popolare che coinvolge ed invita a cantare.
Ma anche molti Cori hanno attinto al suo repertorio per farne delle elaborazioni corali.



La nostra storia è anche, sia pur indirettamente, la storia del Laboratorio permanente di elaborazione corale di Vittorio Veneto, ideato alcuni anni fa dalla fervida e inesausta creatività di Stefano Da Ros e portato avanti alacremente grazie alla collaborazione del locale Coro A.N.A. (“creatura” del compianto e indimenticato Efrem Casagrande).
Non è un caso che tra le “firme” di queste composizioni figurino con onore, oltre al citato Da Ros, alcuni dei migliori alunni e insegnanti che si sono alternati nel vivo del workshop vittoriese: ne sono esempio – tra gli altri e oltre ovviamente allo stesso Luciano Casanova Fuga – Mauro Zuccante, Carlo Berlese, Carlo Tommasi e Battista Pradal; anche se va pur rilevato che la rappresentanza di direttori di coro e compositori bellunesi è sempre stata a Vittorio Veneto troppo al di sotto delle sue forze in campo.
Pur non essendo un musicista di professione (il che, detto fra noi, non è neppure un difetto…), Casanova Fuga ha studiato seriamente sotto la guida di armonisti, elaboratori e compositori, provenendo da quel poderoso vivaio di coristi e appassionati cultori che attorno alla carismatica figura di Paolo Bon (anch’egli docente a Vittorio Veneto) non hanno mai smesso di ruotare. E anche il direttore del Coro Comelico ha capito ben presto che la coralità popolare richiede mestiere e cultura, nonché la chiara consapevolezza di quelli che sono i suoi reali confini e le sue spesso inesplorate potenzialità.
L’elaborazione corale è un’arte somma e variegata che va ben oltre i limiti della cosiddetta “armonizzazione”, parla tuttora in essere ma ormai storicizzata nel suo originale assunto.
Elaborare per coro significa fare opera di ricreazione compositiva in senso lato. E in questo volume non mancano esempi preclari di tale impostazione costruttiva: a cominciare da Alakiaz, un canto etnico armeno che fu oggetto di studio e di analisi durante un’edizione del laboratorio vittoriose, e che Casanova Fuga riscrive in modo terso e morbido, con un intreccio delle parti e un delicato trattamento delle dissonanze che rende davvero giustizia al melos primigenio di questo mirabile esito di tradizione orale.
Ma si potrebbe continuare a lungo. Che dire, ad esempio, dell’elaborazione approntata dallo stesso Da Ros sulla base del classicissimo Plaisir d’amour di Jean Paul Martini, molto più bella in questa veste – provare per credere! – che nell’originale? E come non apprezzare nel giovanissimo e talentoso Manolo Da Rold – un altro bellunese franco e impegnato – la finezza di scrittura sfoderata nella Benedictio contenuta sempre in questo volume?
Chi ha davvero voglia di andare a scuola di coralità popolare troverà in questa pubblicazione pane per i suoi denti. Come vi coglierà tanta buona musica, condivisa con passione e ripensata con intelligenza e mano ferma.

Roberto Ghedini

Ha studiato composizione ed organo ed è diplomato in pianoforte. Abilitato all’insegnamento di educazione musicale nella scuola media e negli istituti secondari di secondo grado, è docente di ruolo specializzato nelle attività di sostegno nella scuola secondaria. Pianista accompagnatore, fonda nel 1998 con Sonia Garna ed Enrico Dalla Cort The Soulful Spiritual Trio (dedito esclusivamente allo studio della musica religiosa afroamericana) e collabora con cantanti e formazioni corali. Giornalista pubblicista, ha al suo attivo un’intensissima attività di critico musicale per diverse testate, tiene conferenze, scrive per la rivista bimestrale di musica corale e didattica La Cartellina di Milano ed è stato direttore artistico e presidente dell’Associazione Musicale Feltrina “G. B. Maffioletti”.


Ho accolto con piacere l'invito dell'amico Luciano Casanova Fuga di scrivere un brano per il quarantennale del Coro Comelico. Subito la mente è andata ai versi di una poesia scritta da una zia materna - Gemma Rosada,  scomparsa nel 1999 - intitolata "La mia Valle" e dedicata al paese di Mel in provincia di Belluno, paese nel quale, assieme a mia madre, trascorse diversi anni della sua giovinezza presso un loro fratello sacerdote.  Ho provato un'emozione particolare nel mettere in musica questo canto d'amore dedicato alla straordinaria bellezza della montagna e alle sensazioni meravigliose che essa sa donare alle persone che la amano, e sono contento di poterlo dedicare a Luciano e al suo "Coro Comelico". Una grande famiglia, come amano definirsi, che da sempre canta e trasmette  con grande entusiasmo l'amore per la  montagna insieme  alla passione per le proprie tradizioni e per la propria cultura. L'idea del volume di nuovi brani, che coinvolge una folta schiera di compositori amici di Luciano, rafforza ulteriormente questo impegno verso il canto corale  e i valori che esso trasmette  e contribuisce ad arricchire di nuovi brani il repertorio già esistente.
Complimenti e Auguri Coro Comelico!


Battista Pradal
Ha compiuto gli studi musicali presso i Conservatori "B. Marcello" di Venezia e "J. Tomadini" di Udine diplomandosi in Composizione, in Pianoforte -  con la prof.ssa Wanda Leskovic - ed in Musica Corale e Direzione di Coro.
Numerose sue composizioni sono state premiate in importanti concorsi nazionali ed internazionali.
In qualità di pianista ha tenuto concerti in formazioni cameristiche e come accompagnatore di cantanti lirici. Ha partecipato a diversi corsi e master class per direttori d'orchestra tenuti da prestigiosi Maestri. Dirige la Corale polifonica "S. Tomaso" di Gaiarine (TV). E’ docente di Pianoforte, Composizione e Armonia presso l'Istituto Musicale "Opitergium F. e L. Visentin" di Oderzo (TV) ed insegna  Composizione ed Armonia presso la Fondazione Musicale "Santa Cecilia" di Portogruaro in provincia di Venezia.



Sono felice che la composizione "Go paura de farte pecà" venga pubblicata nel volume celebrativo del vostro 40° anno di presenza corale.
Ho scritto il testo in dialetto perché la situazione che vi è narrata è stata parlata così.
La lingua che parliamo ogni giorno con i nostri intimi, la vibrazione delle voci dei nostri cori….: quali mezzi migliori per esprimere in musica una emozione profonda quale la nostalgia per un carissimo amico perduto?
La musica ha ogni capacità di manifestare i più diversi sentimenti dell’uomo, dai più gioiosi e augurabili a quelli più tristi ma inevitabili, perché l’esperienza della vita li contiene tutti. E’ importante che ogni nostra situazione interiore trovi sbocco nella musica, quale via di consolazione e di catàrsi personale e collettiva.
Il vostro Coro Comelico – assieme a tutti i nostri Cori – ha la capacità, il merito e – oserei dire – il "privilegio" di dare voce al sentire di tutti.
Il Maestro Luciano Casanova Fuga, sostenuto dal vostro impegno, ha il merito dell’ideazione e della attuazione di questa bella iniziativa editoriale. Lo ricordo partecipe ai Corsi residenziali estivi dell’ASAC Veneto.
Continuate a "camminare" con lui, con amicizia vicendevole e fiducia, nella grande strada della musica corale che tutti amiamo.
Quarant’anni?… La maturità comincia ora!
Con amicizia.

Giorgio Pressato
Dopo gli studi classici ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Padova con i maestri F. Della Ragione e W. Dalla Vecchia, diplomandosi dapprima in Musica Corale e Direzione di Coro e successivamente in Composizione.
E’stato direttore della Scuola Civica di Musica di Belluno e titolare della cattedra di Fuga e Composizione al Conservatorio Statale di Rovigo.
All’attività didattica in Conservatorio e nell’Istituto Malipiero di Padova ha sempre affiancato l’attività divulgativa tenendo cicli di conferenze di acculturazione musicale presso Biblioteche, Enti Culturali, Cori, corsi di formazione di maestri e coristi della Regione Veneta e presso Scuole di ogni grado.
Come compositore è stato vincitore del primo premio nazionale di elaborazione corale indetto dall’Ars Cori (2000) e sue composizioni sono pubblicate ed eseguite in concerti e nella pratica didattica di Scuole, Cori professionali e amatoriali.



E’ con grande piacere che ho constatato quanto sia vero il detto “non c’è il due senza il tre”.
Dopo aver illustrato pittoricamente il fascicolo dedicato al ventennale dalla nascita di questo magnifico Coro e aver rinnovato la collaborazione anche per la ricorrenza del suo trentennale, vedo ora, fresco di stampa, il terzo volume con una copertina che reputo la migliore delle tre da me eseguite.
Quarant’anni, quasi il percorso di un’intera vita, sono trascorsi veloci.
Durante questo lungo periodo di tempo sono nati splendidi canti che, pur rinnovandosi costantemente con il mutare di una realtà in rapida trasformazione, hanno mantenuto i veri valori e le tradizioni della propria terra.
Una terra forte, onesta e sempre vitale.

Luigi Regianini
Pittore, scultore e grafico milanese, con profonde radici lombarde e venete, più precisamente in Val Comelico, ha conseguito il diploma di Liceo Artistico e, in Scultura, all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Ha al suo attivo 260 esposizioni, tra personali e collettive, in Italia e all’estero.
In possesso di quattro abilitazioni all’insegnamento di diverse discipline artistiche, è stato professore di ruolo, per 37 anni, presso una scuola statale di Milano.
Pur operando essenzialmente in territorio lombardo, numerose sono le opere del Maestro che si trovano in Val Comelico.
Due grandi tele sono poste nella chiesa di Costalissoio, un’altra si trova nel Museo di Padola ed una quarta è collocata presso la sala consiliare del Comune di S. Stefano di Cadore e nella biblioteca civica del Comune di San Pietro di Cadore.
Recentemente è stato realizzato, per volontà della Regola di Costalissoio, un museo permanente dedicato interamente alle sue opere denominato “Museo Regianini” in cui sono esposte 35 opere surrealiste tra le più significative del Maestro, suddivise in tre spazi: “Local Art” con dipinti dedicati alla storia, le leggende ed i personaggi importanti inerenti al paese; “Harmony Art” con immagini impregnate di surrealismo romanticamente dolce e “Horror Art” con soggetti forti con tematiche filosofiche ed esistenziali.




…Si “La nostra storia”, perché quando anch’io, dalla bassa Emilia, mi sono finalmente comelicato, era l’ormai lontano 1973 e il Coro Comelico frequentava ancore le elementari perciò, mentre io crescevo ed invecchiavo, Lui cresceva con me!
La nostra storia è una storia fatta di canto e, come il canto può essere stata allegra o triste, colorata o grigia ma sempre punteggiata non da gente ma da persone…..persone e uomini di pietra o di fiori, di pianto o di riso, di urla o di voci.
Ed è quando questo voci trovano il desiderio di unirsi che può nascere un coro: ed eccolo questo piccolo grande Coro Comelico di cui posso dire, dopo quarant’anni, con orgoglio, di fare parte un po’ anch’io!
Grazie voci e cuori!


Alberto Rustichelli

Dopo essersi diplomato in decorazione murale, pittorica e plastica all’Istituto d’Arte “Venturi” di Modena, inizia la sua attività, interessandosi a molte tecniche artistiche. Infatti, oltre che alla pittura si è dedicato e si dedica tuttora, alla scultura in legno, all’incisione, all’affresco ed al graffito.
Ha dimostrato di essere un profondo conoscitore della figura umana e ricercatore della bellezza che vi è in essa, che traduce con intensa sensibilità ed inconfondibile maestria pittorica, l’espressione dei volti è rivelatrice di un universo di squisita umanità tutta da scoprire.
Possiede particolare predilezione per l’arte sacra e per l’illustrazione ritrattistico-satirico-umoristica, palesando una certa qual vena di sottile ironia.
Ha realizzato, tra l’altro, una serie di grandi vetrate policrome per la chiesa della Madonna Incoronata di Padova e una serie di graffiti in scagliola che decorano le sale dell’Hotel Castello di Rodi sull’omonima isola greca.
Innumerevoli le esposizioni dell’artista in Italia e all’estero.



Per fare un Coro……… È un onore per me contribuire a questa pubblicazione, e lo è ancora di più per il fatto che nel 1966, anno di fondazione del Coro Comelico, non ero ancora nato… Quasi mi dispiace! Sarebbe sempre bello, in questi casi, poter dire: “io c’ero”.
Da giovane direttore che i suoi cori se li è dovuti fare da sé, so però quanta pazienza, abnegazione, spirito d’iniziativa e di coinvolgimento ci voglia per far nascere un coro. È, veramente, una scommessa sul futuro, perché non sai mai se le cose andranno avanti o no, e come: ci sono realtà corali che nascono con grande entusiasmo ma non riescono a sopravvivere al primo momento di crisi; altre che magari nascono un po’ “in sordina” e che pian piano riescono ad arrivare a livelli insperati; un coro può anche rimanere quasi inattivo per anni e poi, improvvisamente, rifiorire… Non ci sono regole generali. Ma, questo sì, la probabilità di successo di un coro è maggiore in presenza di determinate caratteristiche: un terreno fertile in cui ci sia interesse per la musica o voglia di coltivarla, meglio ancora il desiderio di valorizzare a livelli più alti una tradizione musicale già esistente; un ambiente (parrocchia, circolo culturale o altro) che sappia supportare il coro favorendone la crescita; inoltre, cosa importantissima, la figura di un maestro che sappia coinvolgere, allettare, insegnare, anche sgridare quand’è necessario, mantenendo sempre – nella serietà come nel divertimento – la sua riconosciuta e condivisa autorità.
Non ho dubbi che il Coro Comelico sia nato sotto tutti i migliori auspici da questi punti di vista. Ma a legarmi a questo Coro è, soprattutto, un ricordo personale.
Ho conosciuto Luciano Casanova Fuga ai Laboratori di elaborazione corale di Vittorio Veneto: questi week-end musicali, una decina di edizioni tra il 2001 e il 2003, per i quali è passata la formazione di molti compositori - assistiti ogni volta da diversi ma sempre rinomati insegnanti – hanno visto me e Luciano tra i loro più assidui frequentatori. L’ambiente della vecchia filanda restaurata diventava ogni volta teatro di composizioni estemporanee, ascolti, consigli, scambio di idee che man mano – specialmente dopo una certa ora e dopo qualche caffè corretto con la grappa, bevanda ufficiale dei nostri incontri  - lasciavano il posto ad aneddoti, battute, barzellette e cori alpini più o meno goliardici… Sono momenti che affratellano inevitabilmente coloro che vi partecipano, e lasciano il segno.
A Vittorio Veneto, Luciano veniva sempre a lezione con i cd del suo coro e – quando eravamo ancora sobri naturalmente! – ce li faceva ascoltare… Da qui è nato il mio interesse e la voglia di scrivere, prima o poi, qualcosa di dedicato a loro. Ora sono contento e lusingato perchè ho potuto concretizzare ciò che speravo, anzi addirittura di più, collaborando con un mio lavoro a questa grande impresa editoriale.
A Luciano e al Coro Comelico ancora tanti tanti auguri e un sincero ad maiora… Chissà quali sorprese ci aspetteranno per il cinquantenario!

Carlo Tommasi
Ha studiato pianoforte e organo ed è diplomato in musica corale e direzione di coro e in composizione. Si è laureato in lettere presso l’Università di Trieste con una tesi sulla musica cinematografica. Insegna educazione musicale nella scuola media e superiore. Dirige il coro misto “Panta Rhei” e il coro di voci bianche “Catticoro/Katizbor”. Scrive musica da camera, musica vocale sacra e profana, musiche per spettacoli cinematografici e teatrali. Sue composizioni ed elaborazioni sono state eseguite in Italia e all’estero, trasmesse da emittenti radiofoniche, premiate e segnalate a concorsi internazionali, pubblicate in raccolte edite da Feniarco-Carrara, Feniarco-Pizzicato, Ars Publica e sulla rivista “La cartellina”. Collabora con riviste di argomento musicale.



Con questo breve canto “E se tu mi vorai bene” intendo rendere omaggio al Coro Comelico in occasione dei festeggiamenti per il 40° anniversario di fondazione, con l’augurio che la sua attività di diffusione e valorizzazione del canto popolare possa essere di stimolo per i più giovani a proseguire su tale strada, così da non dimenticare il piacere del cantare assieme, con l’occhio rivolto da un lato alle radici della nostra tradizione e dall’altro aperto al necessario rinnovamento del repertorio.

Bruno Zanolini
Ha studiato nella sua città (Milano) conseguendo al conservatorio il diploma di pianoforte e quello di composizione e parallelamente ha studiato all'università, dove si è laureato in lettere con il massimo dei voti. È stato allievo e poi collaboratore di Renato Dionisi, con il quale ha pubblicato un importante trattato sul contrappunto. Attivo come compositore, ha scritto lavori sinfonici, cameristici e corali che hanno ottenuto consensi e significativi riconoscimenti nelle più svariate sedi (cfr. le stagioni sinfonico-corali del Teatro alla Scala, della RAI, dei Pomeriggi musicali, dell'Angelicum e ancora di Carme, Sagra malatestiana, i Solisti dauni, Novurgia, Sferisterio di Macerata, ecc.) avendo, fra gli interpreti, direttori quali K. Martin, Daniele Gatti, Giorgio Bernasconi, Othmar Maga, Bruno Casoni e Ruben Jais, cantanti del calibro di Gabriella Ravazzi o Gemma Bertagnolli e strumentisti quali E. Dall'Oca, Sergio Del Mastro, M. Carulli, C. Maghenzani, R. Negri, Riccardo Balbinutti.



In qualità di Presidente dell’ASAC (2006), con vera soddisfazione partecipo alla presentazione del volume ed alla celebrazione della ricorrenza. Quarant’anni di attività corale comporta un arco di quasi due generazioni: mille esperienze, mille fatiche, mille soddisfazioni, mille risultati, e più!, ci stanno dentro e dietro. Alla fine non ci resta che esprimere - anche a nome di tutta la coralità veneta –  il complimento più vivo oltre all’ammirazione più sincera per quanto raggiunto e fatto finora da questo Gruppo corale.
Un complimento particolare va riservato per la pubblicazione di questa raccolta di composizioni, attestante anzitutto il valore e l’impegno del maestro Luciano Casanova Fuga bravo a dirigere (lo abbiamo visto sempre presente e attivo ai corsi di Formazione per Direttori di Cori, organizzati dall’ASAC e tenuti da grandi maestri tra cui Werner Pfaff e Peter Neumann) ed anche a scrivere musica (abbiamo visto molta musica corale da lui stesso encomiabilmente armonizzata, elaborata o composta) ed attestante pure il grande merito di raccogliere dalla mano compositiva dei migliori maestri del veneto alcune importanti e significative pagine di musica corale. L’ASAC ha sempre tanto bisogno di raccogliere e diffondere musica nuova e bella per i propri cori. Un buon cantare ed un buon materiale da cantare in coro costituiscono il vero e fondamentale scopo della nostra Associazione. Per concludere, esprimo l’augurio più vivo che il maestro Luciano e il suo Coro Comelico possano continuare a raccogliere ancora per molti anni in futuro grandi soddisfazioni umane ed artistiche, abbinate ai più lusinghieri  risultati professionali. Ad multos annos …!

Gastone Zotto
Annovera tra i suoi più significativi maestri: Wolfango dalla Vecchia, Franco Donatoni e Silvio Ceccato. In diretta collaborazione con quest’ultimo per più decenni ha svolto lavori di ricerca con particolare attenzione per il settore dell’estetica e della didattica musicale. Ha fatto parte per molti anni del Direttivo Nazionale della S.I.E.M. (Società Italiana per l’Educazione Musicale). Ha vinto concorsi di composizione nazionali ed internazionali. Ha pubblicato molti lavori di composizione musicale e di saggistica e presso numerose riviste specializzate. Ha conseguito una laurea con specializzazione e tre diplomi di musica. E’ stato direttore dei conservatori di musica di Mantova, Castelfranco Veneto, Vicenza e Udine e titolare della cattedra di “Musica corale e Direzione di coro presso il Conservatorio di Padova. E’ stato Presidente dell’ASAC – Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali) che raccoglie, rappresenta e cura la grande maggioranza dei Cori attivi in tutta la Regione del Veneto.



Ho conosciuto Luciano Casanova Fuga qualche anno fa a Vittorio Veneto, in occasione di un seminario sull'arrangiamento dei canti popolari per coro.
Gli incontri di Vittorio Veneto, promossi dal locale Coro ANA, sotto l'impeccabile direzione artistica di Stefano Da Ros, hanno contribuito ad avvicinare le esperienze artistiche di compositori provenienti da varie parti d'Italia.
Ricordo le appassionate discussioni intorno a tematiche inerenti alla musica per coro: armonizzazione o elaborazione?, semplicità o complessità?, tradizione o innovazione? Ricordo i tentativi, in parte riusciti, di portare a compimento nuove opere sotto lo stimolo del confronto con gli altri compositori. Ricordo l'impegno dei cori trevigiani nell'eseguire in concerto i lavori realizzati dai partecipanti ai laboratori.
Luciano Casanova Fuga ha seguito quelle giornate con lo spirito di chi, pur vantando una ragguardevole e consolidata produzione di canti per il suo coro (nella fattispecie, il Coro "Comelico" di S. Stefano di Cadore), accetta di rimettere in gioco le proprie acquisizioni, nell'ottica di migliorare e aggiornare il proprio stile e mestiere. "Tanto di cappello", quindi, a Luciano; sono pochi i direttori di coro-compositori che rivedono le loro opere alla luce di nuove esperienze e suggerimenti, che scaturiscono in seguito ad uno scambio di esperienze.
Auguro, perciò, a Luciano di conservare a lungo il suo spirito di apertura e la sua voglia di conoscere e approfondire; questi sono atteggiamenti che aggiungono qualità all'operato di chi si cimenta nella difficile arte di scrivere per coro.

Mauro Zuccante
Conseguiti i diplomi di Pianoforte, di Composizione, di Musica corale e direzione di coro e di Musica elettronica, ha ottenuto primi posti ai concorsi internazionali di composizione e di elaborazione come Tours, Tolosa, Lezo, Trento e Gorizia. Dedica particolare attenzione alla composizione corale nelle sue molteplici sfaccettature, lavorando sia come compositore di opere polifoniche originali su testi sacri e profani, sia su elaborazioni di melodie provenienti dalla tradizione arcaica, sia su arrangiamenti vocali di brani pop e jazz. Le sue opere sono pubblicate da Pizzicato, Carrara, Suvini Zerboni, Pro Musica Studium, Editions A Coeur Joie, Feniarco, ed eseguite da gruppi corali e orchestre in tutto il mondo.È stato chiamato come membro di giuria ai concorsi corali e di composizione, nazionali ed internazionali (Riva del Garda, Trento, Biella, Aosta, Arezzo, Gorizia, Vittorio Veneto). È consulente artistico delle Associazioni corali del Trentino, del Veneto e della Valle d'Aosta, è membro della Commissione artistica nazionale della Feniarco (Federazione nazionale italiana delle associazioni regionali corali). Collabora come compositore pubblicando in numerose riviste specializzate, tra cui "La Cartellina" diretta da Marco Boschini.



 
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