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Tengo le sue mani e le stringo al mio petto. Tento di riempire le mie braccia della sua bellezza, di rubare con i baci il suo dolce sorriso, di bere i suoi neri sguardi con i miei occhi. Ah, ma dov’è? Chi può appropriarsi dell’azzurro del cielo? Cerco d’afferrare tanta bellezza, ma mi sfugge, lasciando solo il corpo nelle mie mani. Stanco e deluso io me ne vado. Come può il corpo toccare il fiore che solo lo spirito riesce a sfiorare?
- da Il Giardiniere -
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Credevo di doverle dire qualcosa, quando i nostri sguardi s’incrociarono oltre la siepe. Ma lei non si fermò. Le parole che dovevo dire, notte e giorno, scivolano come barche sopra l’acqua, o sembrano alzarsi nelle nuvole autunnali perennemente ansiose, o cercano l’attimo perduto nel tramonto, perdendosi nei fiori tardivi. Come una lucciola, mi trema in fondo al cuore il discorso che dovevo fare, per trovare il giusto significato nella sua fine disperata.
- da Dono d’amore -
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Lontano da me quest’amore illimitato! E’ come il vino che spumeggia e che, rotta la giara, subito è aceto.
Portami, invece, l’amore fresco e pulito come pioggia che disseta la terra arida e i vasi di terra della casa riempie.
Dammi l’amore che arriva fino in fondo, diffondendosi come linfa misteriosa e invisibile, nei rami dell’albero della vita, l’amore che fa crescere fiori e frutti.
L’amore che tranquillizza il cuore in pace piena, regalami.
- da L’offerta di frutta -
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Corro come un cervo muschiato che, pazzo del suo stesso profumo, si lancia nell’ombra della foresta. E’ una notte di maggio e il vento è la brezza del sud. Smarrisco la strada e cammino, cerco ciò che non posso ottenere, ottengo quel che non cerco.
Dal mio cuore esce e danza l’immagine del mio desiderio. La folgorante visione corre via fuggendo. Provo a stringerla forte, ma mi sfugge e mi fa smarrire la strada. Cerco ciò che non posso ottenere, ottengo quel che non cerco.
- da Il Giardiniere -
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Svegliandomi, un mattino, la sua lettera ho trovato. Non so leggere, non so cosa dica. Ai suoi libri lascerò il saggio, per non disturbarlo. Saprebbe forse spiegarmi il contenuto del messaggio? La premerò nella mia fronte, la stringerò al cuore, e quando tacita e serena diventerà la notte io l’aprirò sulle mia ginocchia, in silenzio, finché sorgeranno a una a una le stelle.
Frusciando, le foglie, ad alta voce, me la leggeranno, la corrente del ruscello scorrendo la ripeterà, dal cielo me la narreranno le sette stelle del Carro.
Non riesco a trovare quel che cerco, quello che vorrei sapere non lo posso capire, ma queste parole non dette hanno addolcito il mio dolore, il mio pensiero in canto han trasformato.
- da L’offerta di frutta -
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In un momento d’incoscienza sono venuto. E tu, alza quegli occhi e lasciami indovinare se i fantasmi possano attardarsi ancora, simili a certe nuvole che giocano allo zenit. Poi sono qui, tollera la mia presenza.
Le rose del giardino già hanno i boccioli, ignorano che trascureremo di coglierle quando saranno fiorite... Palpita la stella del mattino, una luce si mescola ai rami che ombreggiano la sua finestra, come nei giorni passati.
Ma che quei giorni siano passati io lo dimentico durante quel momento d’incoscienza.
Dimentico pure se m’hai umiliato, voltandoti da un’altra parte quando io t’aprivo il mio cuore. Non ricordo altro che parole fermate sulle tue labbra che tremavano mentre nel tuo sguardo passava l’ombra della passione.
Proprio dimentico che hai scordato tutto!
- da Petali sulle ceneri -
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La sera è buia, il sonno tuo profondo nel silenzio del mio essere. Svegliati, pena d’amore, non so aprire la porta, rimarrò fuori. Lente scorrono le ore, vegliano le stelle, il vento tace, pesante cala il silenzio nel mio cuore. Svegliati, amore, svegliati! Il mio bicchiere è vuoto, riempilo, smuovi la notte col respiro d’un canto per cose al di là della speranza. Ci basta ciò che diamo e quello che riceviamo. Non abbiamo schiacciato la gioia per spremerne il vino del dolore. Quest’amore tra me e te è semplice come un canto.
- da Il Giardiniere -
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Un tempo, ogni mattina, quando la rugiada splendeva nell’erba, venivi a dondolare la mia amaca. Slittando dai sorrisi alle lacrime, io però non ti riconoscevo.
Durante i sontuosi mezzogiorni d’Aprile Tu mi parlavi, credo, di seguirti. Cercavo però il Tuo viso ed ecco che tra noi passavano processioni fiorite, uomini e donne che spargevano le loro canzoni al vento del Sud.
T’ho incrociato, senza riconoscerti, sulla strada. Poi, certi giorni, pieno di indefinito profumo d’oleandri e di vento che s’ostina fra le palme gementi, t’ho lungamente considerato... E io non so se Tu mi sei mai stata sconosciuta.
- da Petali sulle ceneri -
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Se mai, per caso, rivolgi a me il pensiero, immagina che io scriva un canto quando la sera piovosa diffonde ombra sul fiume, trascinando lenta la sua luce offuscata, quando lo spazio del giorno è troppo breve per il lavoro e l’ozio. Sarai sola e seduta nella terrazza a oriente, io canterò dalla stanza semibuia. L’umido profumo delle foglie entrerà dalle finestre avvicinandosi il crepuscolo, mentre il vento urlerà la sua ira nel boschetto dei cocchi. Quando nella stanza sarà portata la lampada accesa io andrò via. Tu forse allora ascolterai la notte, e, anche se io tacerò, sentirai la mia canzone.
- da Dono d’amore -
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Il tempo in cui potevo ricompensarti d’ogni tuo regalo è finito. La tua notte ha trovato l’alba. A chi t’ha preso tra le braccia porto la gratitudine e i doni che avevo preparato per te, con il perdono per tutte le ferite e le offese che ti ho procurato. I fiori del mio amore, che non sbocciarono allora, io offro adesso a te perché hai aspettato che si aprissero.
- da L’offerta di frutta -
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