Quest’autunno è mio,

fu cullato

nel mio cuore.

I campanelli luccicanti

alle caviglie

mi tintinnavano

nel sangue

e il suo san di velo

ondeggiava

nel mio respiro.

 

Io riconosco il contatto

dei suoi capelli ondulati

in tutti i miei sogni.

Intorno c’è sempre lei,

anche nei tremuli rami

che danzano

al mio ritmo,

e i suoi occhi,

che dal cielo azzurro

sorridono,

presero luce da me.

 

  

  - da  Dono d’amore -

 

___________

 

 

Stavo per lasciarla.

Lei non parlava,

ma io capivo dal suo

languore che avrebbe

desiderato trattenermi.

 

Più volte avevo creduto d’indovinare

la supplica delle sue mani,

sebbene ne fosse incosciente.

Le sue braccia esitanti

avrebbero potuto diventare

una ghirlanda di giovinezza

attorno al mio collo...

 

Tanti gesti impauriti

ritornano alla mia memoria

e mi rivelano cose tenute

segrete finora.

 

 

- da Petali sulle ceneri -

 

___________

 

 

Ho desiderato tracciare

le parole dell’amore

nel proprio colore...

Ma come si nascondono

in fondo al mio essere

e come sono deboli

le lacrime.

 

Amica mia, queste parole

senza colore

tu le riconosceresti?

 

Ho desiderato esprimere

le parole dell’amore

nella loro propria musica...

Ma questa melodia

non risuona che nel mio

cuore e i miei occhi

sono pieni di silenzio.

 

Amica mia, queste parole

senza musica

tu le riconosceresti?

 

 

  - da Petali sulle ceneri -

 

___________

 

 

Mi chiami di nuovo?

La sera è giunta.

La stanchezza mi circonda

come le braccia d’un amore supplicante.

E tu mi chiami?

 

Ti diedi tutta la mia giornata, crudele padrona,

vuoi togliermi anche

la notte?

Ogni cosa deve avere un

termine, la solitudine della notte ci appartiene.

Deve la tua voce

interromperla e colpirmi?

 

La sera non reca alla tua

porta la musica del sonno? Le stelle, con le ali

silenziose, non volano mai nel cielo, al di sopra della

tua torre spietata?

I fiori non cadono mai,

con dolce morte, fra la

polvere del tuo giardino?

 

Devi proprio chiamarmi,

anima irrequieta? Allora

veglino e piangano invano gli occhi tristi dell’amore.

Arda la lampada nella casa solitaria. Porti il traghetto a casa gli stanchi lavoratori. Mi lascio dietro i miei sogni e corro al tuo richiamo.

 

 

           - da Il Giardiniere -

 

___________

 

Vaghe parole m’assillano,

ma lascerò il silenzio e la notte

esprimersi lentamente in musica.

 

Oggi la mia vita è come un eremo,

dove la primavera esita ad agitarsi

e a mormorare.

 

Non è l’ora per te, Amore mio,

di superare l’ostacolo della mia porta.

Alla sola paura di sentire il tintinnare

dei tuoi braccialetti,

si svegliano echi in giardino.

 

Le rose, per profumare, devono ancora

aver pazienza;

non dare alle corolle chiuse l’inquietudine

di aprirsi prima del tempo.

 

 

- da Petali sulle ceneri -

 

_____________

 

 

Ho incontrato numerose ragazze in paesi lontani.

Alcune mi affrontavano per chiedere il mio nome,

altre abbassavano gli occhi e restavano mute.

Ho visto sorrisi aguzzi come spade,

e sorrisi evocanti un abisso di lacrime.

Io andavo sempre, attirato dalla distanza

che rinnova le sue incerte promesse

come i suoi differenti paesaggi.

 

È nei giorni di primavera, con le foglie nuove,

che aspetto il reame incantato del Sonno.

Attraverso una processione di servitori

addormentati, supero la porta d’un palazzo.

Lungo i corridoi vuoti, passo davanti alla

camera del Re e alla camera della Regina,

poi arrivo a quella dove, addormentata

sotto le luci addolcite del crepuscolo,

dorme la figlia del Re.

 

Il suo letto è morbido e bianco come

un petalo di loto, le sue trecce sparse vicino

al cuscino assomigliano a una scura

cascata immobile, il suo braccio sinistro

era gettato sul disordine dei suoi veli e,

quello destro, riposava sul suo petto

agitato da un respiro regolare.

In questo strano dominio del Sonno

sembrava la vera immagine del Sogno!

 

In ginocchio, davanti a Lei, ho avvicinato

il mio viso al suo, finché il suo respiro

ha fatto fremere il mio sangue.

Ho fissato a lungo le sue palpebre chiuse

e le ho baciate perché il mio bacio

penetrasse fino ai suoi sogni...

Su una foglia di betulla ho tracciato

il mio nome e aggiunto queste parole:

«A te che dormi, abbandono il mio cuore».

Poi, dopo aver annodato la foglia

di betulla alla mia collana di perle e averla

gettata sui suoi capelli sparsi, sono fuggito.

 

L’incantesimo però si dilegua.

Il reame che dormiva, piano piano

si sveglia dal torpore. Dal fondo

del silenzio vibrano voci umane:

il Re e la Regina si sono risvegliati

e i giovani principi si meravigliano di vedere

la terrazza nuda invasa dalle erbe già alte.

Nella camera, dove le lampade si sono spente,

dove l’incenso dei portaprofumi non è più

che un mucchietto di cenere, la figlia del Re,

seduta sul suo letto, contempla, una alla volta,

la foglia di betulla e la collana di perle.

 

Pudicamente, Lei copre la sua gola nuda

con una tunica; fremendo. Lei spia, cerca

e non scopre nessun visitatore misterioso.

Legge e rilegge il messaggio tracciato sulla

foglia di betulla: prende la sua fronte

tra le mani e s’interroga, s’interroga ancora.

E, a lungo, resta incerta.

 

Vicino a Lei i segreti della natura sono

mormorati dal fogliame del giardino,

pur sentendo che simili segreti

accompagnano i battiti precipitosi

del suo cuore. Il soffiare del vento

viene a imporre lo stesso interrogativo

che ossessiona il suo spirito turbato.

La figlia del Re s’interroga:

«Chi dunque ha deposto sui miei capelli

un messaggio d’amore e una collana di perle?»

 

Così passavano i giorni. Spariva

la primavera, facendo posto all’estate

piovosa, in seguito arrivava

l’autunno nella calda luce

che indora le messi mature,

e l’inverno, con le nebbie mattutine,

con le sue notti ostili, gli succedeva.

Ed ecco che una primavera nuova

rinasceva dalle morte stagioni.

La figlia del Re è alla sua finestra,

fra i suoi capelli spettinati brilla

sempre una collana di perle.

 

 

 - da Petali sulle ceneri -

 

___________

 

Hai colorato

i miei pensieri

e i miei sogni,

con gli ultimi riflessi

della tua gloria,

Amore,

trasfigurando la mia vita

per la prossima bellezza

della morte.

Come il sole,

al tramonto,

ci lascia intravedere

un angolo di cielo,

hai mutato il mio dolore

in gioia immensa.

 

Per incanto, Amore,

vita e morte

sono diventate

per me

la stessa grande

meraviglia.

 

 

       - da  Petali sulle ceneri -

 

 ___________

 

 

Non lasciarmi,

non andartene,

perché scende la notte.

 

La strada è deserta e buia,

si perde tortuosa.

La terra stanca è tranquilla,

come un cieco senza bastone.

 

Sembra che io abbia

aspettato nel tempo

questo momento con te

così accendo la lampada

dopo averti donato fiori.

 

Con il mio amore

ho raggiunto stasera

il limite del mare

senza spiaggia,

per nuotarci dentro

e perdermi in eterno.

 

 

 - da  Passando all’altra riva -

 

___________

 

 

Come il pietoso tramonto

annulla l’impronta del

giorno, lascia così che il mio dolore d’averti perso, Amore, getti su di me il velo perfetto

del silenzio.

 

Lascia mescolare rovine

e naufragi, nell’immensità d’una sera confortata

dal tuo ricordo,

piena di serena  armonia,

di pace triste.

 

 

 - da Petali sulle ceneri -

 

___________

 

 

Nel tuo sonno, al limite

dei sogni, aspetto guardando in silenzio il tuo viso,

come la stella del mattino che appare per prima

alla tua finestra.

Con i miei occhi berrò

il primo sorriso che, come

un germoglio, sboccerà sulle tue labbra semiaperte.

Il mio desiderio

è solo questo.

 

- da Pùràvi -

 

___________

 

 

Qualcuno mi ha

segretamente lasciato

in mano un fiore d’amore. Qualcuno mi ha rubato il cuore e l’ha sfogliato

in cielo.

Io non so se l’ho trovato

o se vado a cercarlo ovunque e se c’è un tremore di gioia

o di pena.

 

 

 - da Dono d’amore -

 

___________

 

 

Il mio cuore è un flauto

col quale ha suonato

il mio Amore.

Se qualche volta dovesse

cadere in mani estranee,

che lo gettino via lontano!

 

Il flauto al mio Amore

è molto caro.

Se mai un altro fiato

lo volesse suonare

in un altro modo, che la terra sia cosparsa dei suoi rottami!

 

 

 - da Petali sulle ceneri -

 

___________

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Casella di testo: Rabindranath Tagore: Poesie d’amore