Casella di testo:

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Non t’ho chiesto nulla,

al tuo orecchio non ho sussurrato il mio nome.

Quando mi hai salutato

sono rimasta zitta.

Sola, vicino al pozzo, sono stata

dove l’ombra degli alberi cadeva obliqua.

Le altre donne erano tornate a casa

con le giare piene fino all’orlo.

Gridando, mi chiamavano:

«Vieni, è mezzogiorno, il mattino è passato».

Pigra indugiavo, persa in fantasie vaghe.

 

Quando sei tornato non ho sentito i tuoi passi,

tristi erano i tuoi occhi

quando mi hanno guardato.

La tua voce era stanca

quando m’hai detto a bassa voce:

«Sono un viandante, ho sete».

Mi scossi dal mio sogno a occhi aperti

e versai l’acqua dal secchio del pozzo

nelle tue mani chiuse a conca.

Cantava un cuculo nell’ombra,

sopra di noi stormivano le foglie

e dalla curva in fondo alla strada

veniva il profumo dei fiori di babla.

 

Quando hai domandato il mio cuore

sono rimasta muta per la vergogna.

Non avevo fatto niente per te,

per meritare il tuo ricordo.

Il pensiero, però, che avevo potuto offrirti

l’acqua per calmare la tua sete

rimarrà per sempre nel mio cuore,

colmandolo di dolcezza.

 

L’ora del giorno è tarda,

l’uccello canta in stanche note,

s’agitano sui mio capo le foglie di neem

e io siedo a pensare, a pensare...

 

 

- da Offerta di canti -

 

 

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Lontano da me quest’amore illimitato!

E’ come il vino che spumeggia

e che, rotta la giara, subito è aceto.

 

Portami, invece, l’amore fresco e pulito

come pioggia che disseta la terra arida

e i vasi di terra della casa riempie.

 

Dammi l’amore che arriva fino in fondo,

diffondendosi come linfa misteriosa e invisibile,

nei rami dell’albero della vita,

l’amore che fa crescere fiori e frutti.

 

L’amore che tranquillizza il cuore

in pace piena, regalami.

 

 

- da L’offerta di frutta -

 

 

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In mezzo al paese del mio cuore

s’è innalzato fermo, eterno,

bianco come il marmo

un segreto ricordo.

Notti e giorni vanno e vengono

roteando intorno a quella

silenziosa come di neve.

 

Nel più profondo del mio cuore

poggia le sue fondamenta,

alza il capo sopra tutte le mie vette.

Le mie molte fantasie, nuvole colorate,

abbracciandola piangono e ridono,

alle sue carezze piegandosi.

 

I miei rami verdi, pieni di foglie e fiori,

s’allungano come mani gentili e delicate

per abbracciarla.

Il volo del mio desiderio, uccello solitario,

dirige verso quella cima, notte e giorno,

 in un cielo insuperabile e deserto.

 

Quanto andare e venire

sempre intorno a lei!

Quante canzoni, quante parole.

In mezzo,

quasi in contemplazione,

solo un perfetto silenzio.

Più vado lontano, però,

più vedo solo quella cima

presente nel cielo dell’anima,

eterna bianca linea.

 

 

     - da La Barca d’oro -

 

 

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Casella di testo: Rabindranath Tagore: Poesie d’amore