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Io desidero te, solo te. Il mio cuore lo ripete infinitamente. Sono false e vuote le esigenze che di continuo mi distolgono da te.
Come la notte nel buio nasconde il desiderio della luce, così al culmine della mia incoscienza risuona questo grido: «Io desidero te, solo te».
Come il monsone che vuole finire nella calma, anche se la sua lotta è furiosa, così la mia ribellione s’oppone al tuo amore anche se grida: «Io desidero te, solo te».
- da Offerta di canti -
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Tu venivi per lo stretto sentiero che fiancheggiava il fertile campo di lino. Vidi che le mie ghirlande di fiori del giorno prima ti pendevano tra i capelli, disfatte. Perché non hai aspettato che al mattino potessi raccoglierti nuovi fiori come dono? Mi chiedo se, te inconsapevole, quella ghirlanda sciolta si sparpagliasse per il sentiero. Molte canzoni t’ho dedicato, mattina e sera, ma l’ultima l’hai cantata tu mentre andavi via. Non hai indugiato per ascoltare l’ultimo canto non detto, che conservavo per te solamente e per sempre... Mi chiedo se sei stanca delle mie melodie che canterellavi da sola mentre andavi in campagna.
- da Dono d’amore -
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Giorno dopo giorno, egli viene e va via. Tieni, amico mio, dagli il fiore che ho tra i capelli. Se ti domanda chi è che glielo dona non dirgli il mio nome, ti prego: perché egli non fa che venire e andare via. Siede per terra sotto l’albero. Fagli un sedile di fiori e foglie, amico mio. I suoi occhi sono tristi e portano malinconia al mio cuore. Non rivela mai i pensieri della sua mente, egli viene soltanto, poi se ne va.
- da Il Giardiniere -
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Ero una fra le tante donne occupate nelle umili faccende di casa. Perché m’hai scelto e tolto dal quieto rifugio della vita comune?
L’amore inespresso è sacro. Splende come gemma, nella profondità buia del cuore. Oh, tu hai vinto la timidezza del mio cuore e trascinato il mio tremante amore all’aperto, demolendo per sempre l’angolo ombroso dove nascondeva il suo nido.
Le altre donne sono sempre le stesse, nessuno ha indagato nella profondità del loro essere, ed esse stesse non conoscono il loro segreto. Con leggerezza, sorridono e piangono, chiaccherano e lavorano. Ogni giorno vanno al tempio, accendono le loro lampade, attingono acqua al fiume.
Speravo che al mio amore fossero risparmiate le umilianti vergogne dei derelitti, ma tu hai rivolto altrove il tuo viso. Sì, la tua strada è aperta davanti a te, ma a me hai tagliato la via del ritorno e lasciato nuda davanti al mondo, che mi fissa notte e giorno, con i suoi occhi senza palpebre.
- da Il Giardiniere -
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Le mani stringono le mani, gli occhi indugiano negli occhi, così comincia la storia dei nostri cuori E’ un plenilunio di marzo, il dolce il dolce profumo dell’Henna è nell’aria, il mio flauto giace per terra dimenticato, la tua ghirlanda di fiori non è terminata. Quest’amore fra me e te è semplice come un canto.
Il tuo velo color zafferano inebria i miei occhi. La ghirlanda di gelsomini che intrecci per me mi commuove come una lode. E un gioco di dare e trattenere, di rivelazioni e di misteri, di sorrisi e di piccole timidezze, di dolci, inutili lotte. Quest’amore fra me e te è semplice come un canto.
Nessun mistero al di là del presente, nessuna ricerca per l’impossibile, nessun’ombra dietro l’incanto, nessuna indagine nel buio profondo. Quest’amore fra me e te è semplice come un canto.
Non cerchiamo con parole vane d’interrompere l’eterno silenzio, non alziamo le mani nel vuoto per cose al di là della speranza. Ci basta ciò che diamo e quello che riceviamo.
Non abbiamo schiacciato la gioia per spremerne il vino del dolore. Quest’amore fra me e te è semplice come un canto.
- da Il Giardiniere -
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Non guardarmi così, disprezzandomi. Non cantare così dolcemente, con voce toccante. Andando e tornando dal lavoro, per strada, non attraversare il mio piazzale. Non guardarmi così, disprezzandomi.
Preparai con cura dentro me le parole d’amore, tu invece sei tornato inutilmente a chiedere i gioielli. Sono niente per te, una cosa senza valore, due o tre lacrime, solo una pena di sangue rosso. Non guardarmi così, disprezzandomi.
Che tesoro hai portato a piene mani? Non andartene, gettandolo così per terra! Se oso chiedere cos’è questo debito, come lo pago, forse dovrò vendermi tutta la vita? Non guardarmi così, disprezzandomi.
Pensai ragionando solo: «Starò in un angolo, tenendo in cuore le pene segrete. Per cosa sperare?» Vorrei parlare ma non trovo le parole: solo il desiderio mi resta, non conosco la fine. Non guardarmi così, disprezzandomi.
Posso mescolare la mia canzone alle musiche di cui hai riempito il flauto? Cominciato il canto, l’anima si commuove, lacrime incomprensibili, senza ritegno, inondano ogni cosa. Non guardarmi così, disprezzandomi.
Sei arrivato vestito con stoffe splendide, ornato di collane di fiori. Qui il vassoio d’oro, fiori, la corona: chi potrà raccontare i doni dell’amore? Non guardarmi così, disprezzandomi.
Amico, perduta la strada, sei venuto in questa casa. Chi scambierà le collane nell’oscurità? Per tutto il giorno e la notte la luce è spenta. Non guardarmi così, disprezzandomi.
- da La Barca d’oro -
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Non è soltanto un semplice gioco d’amore quello che c’è tra noi, mio caro.
Troppe volte sono calate su di me notti tempestose, seguendo la lampada, e dubbi tenebrosi, nascondendo ogni stella, si sono ammassati nel mio cielo.
Troppe volte il fiume ha travolto gli argini, i miei raccolti sono stati cancellati da acque vorticose, squarciando da cima a fondo il mio cielo con le lacrime e la disperazione.
Ho imparato questo: tristi colpi prepara il tuo amore, il gelo apatico della morte non conosce.
- da L’offerta di frutta -
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Con te sono partite le nostre fuggenti ore d’amore, cerco di sapere in quale luogo le preservi dalla polvere che lentamente s’accumula.
Nella mia solitudine non trovo che il tuo canto; è morto sulle tue labbra, ma ha lasciato risonanze infinite.
I sospiri delle tue ore annoiate li scopro nella pace dei tramonti d’autunno, i tuoi stessi desideri tornano a ossessionare la mia anima, dal fondo del tuo passato. Immobile, ascolto frusciare le loro ali...
- da Petali sulle ceneri -
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Io preferivo la spiaggia sabbiosa, nelle cui rare pozze le anatre, a gara, nuotavano e le tartarughe prendevano il sole, dove le poche barche da pesca si riparavano, di sera, all’ombra dei cespugli.
Tu preferivi la riva alberata, dove le ombre si addensavano nei boschetti di bambù, dove le donne giungevano con i secchi lungo i sentieri tortuosi.
Il fiume stesso scorreva tra noi, cantando a tutte e due le sponde la stessa canzone. Io ascoltavo, seduto sulla sabbia, sotto le stelle, tutto solo. Tu ascoltavi, seduta sul bordo della discesa, fin dalla prima luce del mattino.
Tu non sapevi, però, quello che sentivo, e anche per me era un mistero il segreto che quel canto t’affidava.
- da Dono d’amore -
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I fiori primaverili si aprono come la dolorosa passione dell’amore inespresso. Torna con il loro profumo la memoria di mie passate canzoni. Dal mio cuore, all’improvviso, sono caduti i rami verdi del desiderio.
Il mio amore non è arrivato, ma sento nel mio corpo le sue carezze, attraverso i campi fragranti, giunge la sua voce. Nella profondità malinconica del cielo è il suo sguardo, ma dove sono i suoi occhi? Per aria volano i suoi baci, ma dov’è la sua bocca?
- da Dono d’amore -
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