Casella di testo:            Rabindranath Tagore: Poesie d’amore
Casella di testo: Tra tanti giorni hai scelto proprio questo 
per visitare il mio giardino, 
ora che la pioggia è passata sulle mie rose 
e sui prati si spengono le foglie avvizzite.

Non so ciò che ti porta, malgrado 
lo spogliarsi delle siepi e i fossatelli 
che solcano i miei viali...
La prodiga ricchezza della primavera 
s'è dispersa! Svaniti i canti e i profumi di ieri!

Tuttavia rimani un poco.
Lasciami scoprire ancora per te i fiori dimenticati, 
benché la tua gonna non ne possa più essere riempita.

Il tempo preme, già le nubi s'accavallano 
ed ecco giunge la nuova stagione dei temporali.


- da Petali sulle ceneri  -    



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Tu mi lasciasti, andando per la tua via. 
Pensai che t'avrei pianto e conservato 
la tua solitaria immagine nel mio cuore, 
scolpita in una canzone dorata. 
Ma, ahimé, il tempo fugge.

La gioventù passa presto, i giorni di primavera 
trascorrono rapidi, i fragili fiori muoiono 
in un soffio, 
e il saggio m'avverte che la vita non è 
che una goccia di rugiada su una foglia di loto. 
Dovrei trascurare tutto questo, ricordando solo quella che m'ha abbandonato? 
Sarebbe assurdo e inutile, perché il tempo fugge.

Venite, allora, mie notti piovose, con rapidi, 
piccoli passi; sorridi, mio autunno d'oro; vieni 
spensierato aprile; datemi i vostri baci.
Tu vieni, e tu, e anche tu! 
Amori miei, sapete che siamo mortali! 
Non sarebbe follia spezzare il mio cuore 
per una che mi tolse il suo? Il tempo fugge.

È dolce sedersi in un angolo e scrivere 
in rima che tu sei il mio mondo.
E' eroico alimentare il proprio dolore 
e rifiutare ogni conforto.
Ma un viso fresco mi guarda dal limitare 
della porta 
e fissa i suoi occhi nei miei.

Asciugo le mie lacrime e cambio il tono 
della mia canzone.
Perché il tempo fugge.


- da Il Giardiniere -         


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Mi ricordo d'un giorno.

C'è un istante di tregua nella pioggia battente,
poi cade nuovamente, fitta e capricciosa,
come violentata da bruschi soffi.

Ho preso la mia arpa. Senza fretta
ne pizzico le corde finché una musica incosciente
ha sposato le cadenze folli di questo monsone.

Lei ha lasciato il suo lavoro, 
s'è fermata sulla porta,
va via con passo incerto.
Poi torna, s'appoggia contro il muro,
aspetta, infine entra e lentamente si siede.

A testa bassa, si curva senza parlare,
ma ben presto lascia il suo lavoro ad ago
e guarda dalla finestra, verso la linea confusa
degli alberi.

Solamente questo: un'ora di un tramonto piovoso,
un'ombra, un canto... Del silenzio.


 - da Petali sulle ceneri -   


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Egli sussurrò: «Amor mio, alza i tuoi occhi ».
Lo rimproverai aspramente e dissi: «Parti».
Ma lui non si mosse.
Rimase davanti a me, tenendomi le mani.
Gli dissi: «Lasciami!» Ma lui non se ne andò.

Accostò il suo viso al mio orecchio.
Lo guardai e gli dissi: «Che vergogna!» 
Ma lui non si mosse.
Le sue labbra sfiorarono il mio viso. Tremando 
gli dissi: «Come osi?» Ma egli non ebbe vergogna.

Mise un fiore tra i miei capelli. Gli dissi: 
«E inutile!» Ma egli non si commosse. 
Prese la ghirlanda dal mio collo 
e mi lasciò. Ora piango e domando al mio cuore:
«Perché non torna?»


- da Il Giardiniere -

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"Tu non mi puoi capire?"

Pieni di tranquilla tristezza

due occhi chiedono, cercano un motivo:

come la luna quando guarda dentro il mare

con volto umile e fermo.

 

Non nascondo niente:

quello che ho è davanti a te,

il cuore è aperto, in ascolto.

Tutto ho donato per farmi conoscere.

"Tu non mi puoi capire?"

 

Se fosse solo una gemma preziosa,

la romperei in cento pezzi, con garbo

in mille frammenti

e, uno dopo l'altro, li infilerei

in una collana per metterla al collo.

 

Se fosse solo un fiore bello,

grazioso e perfetto, sbocciato all'alba,

dondolante al vento di primavera,

lo taglierei e, con gentilezza,

tra i tuoi capelli neri, lo metterei.

 

Amore, eccoti il cuore.

Dov'è l'acqua, dov'è la sponda,

sono sconvolto in questa casa dei misteri infiniti.

Che voglio farti capire?

Non so cosa palpiti nella canzone silenziosa

del giorno e della notte: tutto il cielo è pieno

di tranquillità e di silenzio,

come la voce della notte.

 

Se fosse solo godimento,

solo un sorriso venuto dalla bocca,

risveglierebbe la felicità

e in un attimo capiresti senza parlare

i messaggi del cuore.

 

Se fosse solo desiderio,

solo due lacune luccicanti negli occhi,

bocca amara, viso disperato,

avresti visto il tormento interiore,

le parole si sarebbero rivelate

nel silenzio.

 

Mio amore, questo sentimento

non ha né inizio né termine,

è sempre vuoto e pieno di dolori,

di gioie, di ansie...

Ogni giorno, ogni notte, non lo so dire,

si creano problemi nuovi!

 

Forse non hai capito!

Negli occhi sempre, in un nuovo splendore,

giorno e notte si scorge un po' d'amore,

un po' di cuore.

Chi e in quale momento ha capito?

 

 

- da La Barca d'oro -                  

 

 

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“Abbi fede nell’amore anche quando ti fa soffrire.
Non chiudere il tuo cuore.”
“Ah, no, amico mio, le tue parole sono oscure,
io non posso comprenderle.”
“Il cuore, amore mio, esiste per donarsi,
con una lacrima e una canzone.”
“Ah, no, amico mio, le tue parole sono oscure,
io non posso comprenderle.”

“Il piacere è fragile come una goccia di rugiada,
mentre ride, muore. Ma il dolore

è forte e duraturo.
Lascia che un triste amore si desti nei tuoi occhi.”
“Ah, no, amico mio, le tue parole sono oscure,
non posso comprenderle.”
“Il loto fiorisce e si perde così, donandosi, alla vista del sole.
Non ama restare in fiore nella nebbia eterna dell’inverno.”
“Ah, no, amico mio, le tue parole sono oscure,
non posso comprenderle.”


- da
Il Giardiniere -


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Eravamo insieme finché la primavera

ha bussato gridando alla nostra porta:

«Lasciatemi entrare».

Ci offriva i segreti mormorati della sua gioia,

l'alito dei germogli nuovi.

 

Io ero occupato dai miei pensieri, tu seduta al

filatoio...

S'allontanò e all'improvviso la vedemmo sparire

con le ultime rose.

 

Ora che non sei più qui, Amore,

la primavera bussa e dice ancora:

«Lasciatemi entrare».

Mi offre il fruscio delle foglie secche,

l'eco di un tubare di colombe.

 

Io sono seduto alla finestra e un fantasma

fila, vicino a me, tristi sogni...

Per la primavera, che non ha più segreti dolori

da offrirmi, tutte le porte si sono aperte!

 

 

- da Petali sulle ceneri -

 

 

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