LETTERATURA ITALIANA: PETRARCA

 

Luigi De Bellis

 


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Francesco Petrarca

Il canzoniere

Solitudine e malinconia

La modernità nel Petrarca

Biografia di Francesco Petrarca

Beatrice e Laura

Laura

Canzoniere 294-252


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Francesco Petrarca


Le opere minori

Numerose sono le opere del Petrarca, tutte scritte in latino ad eccezione dei "Trionfi" e dell'opera maggiore, il "Canzoniere".

Interessante, per conoscere a fondo il Petrarca, è l' "Epistolario" costituito da circa 630 epistola distribuite in varie raccolte: "Rerum familiarium", "Rerum seniliur .", "Sine nomine", "Variae", "Epistolae metricae" (in versi esametri) e, la più importante di tutte, "Ad Posteros" (o "Posteritati"), incompiuta, in cui il Poeta traccia un profilo della sua personalità da tramandare ai posteri. Le lettere non trattano quasi mai problemi personali, ma argomenti di elevata cultura (religiona, filosofica, politica, letteraria) e sono indirizzate o a grandi personalità contemporanee (papi, imperatori, signori, dotti) o ad uomini illustri del passato (Cicerone, Orazio, Virgilio, Seneca, ecc.). Sono perciò in uno stile abbasta ricercato, più volte ritoccato dall'autore.

Alcune opere esaltano la vita solitaria (ma non oziosa) che dà pace all'anima e dispone l'intelletto alla meditazione: "De vita solitaria" e "De ocio religiosorum"; altre sono di natura storica e tracciano la biografia di uomini illustri di Roma (da Romolo a Catone il Censore) o illustrano detti e fatti memorabili: "De viris illustribus" e "Rerum memorandarum libri"; altre sono di natura poetica, come il "Bucolicum carmen" (12 ecloghe di imitazione virgiliana) ed il poema epico "Africa", interrotto al nono libro, in cui il Poeta esalta la superiorità della civiltà occidentale su quella orientale, attraverso la descrizione della seconda guerra punica che vide Scipione l'Africano trionfatore su Annibale. Questa opera, cui il Poeta maggiormente teneva, è fiacca dal punto di vista epico e di pregevole presenta solo qualche passo di intonazione lirica (come il lamento del giovane Magone morente sulla nave che lo riporta in Africa).

Indubbiamente più interessante è il "Secretum", scritto a Valchiusa tra il 1342 e il 1343, in cui l 'Autore analizza con molto acume il suo dissidio interiore. E' formato da tre dialoghi che si svolgono tra il Poeta e Sant'Agostino, alla presenza della Verità, in tre giorni. Nel primo S. Agostino ammonisce Francesco che gli uomini sono infelici perché non sanno scegliere con determinazione tra il bene e il male e spesso si convincono di "non potere" per non dover riconoscere di "non volere"; nel secondo dialogo il Santo enumera a Prancesco i suoi maggiori difetti, veri e propri ''vizi" (sete di gloria e di ricchezza, ambizione, ira, lussuria), tra i quali primeggia l'accidia, cioè quella inepiegabile irrequietudine che senza un motivo reale rende il Poeta permanentemente annoiato e malinconico; nel terzo il Petrarca cerca di giustificare la sua condotta e il suo stato psicologico e soprattutto difende il suo amore per Laura, ma S.Agostino gli fa osservare che egli è attratto tanto da Laura, da amare il Creatore "solo" in quanto ha creato Laura, e percio, se vuole salvarsi, deve allontanare da sé il pensiero ossessivo della donna.

- I "Trionfi", l'unica opera minore del Petrarca in volgare, ad imi tazione della "Divina Commedia" (ma ben lontani dalla poesia dantesca), sono un poema in terzine in cui il Poeta descrive una visione, che immagina di aver avuto in Valchiusa. Iniziata nel 13 52 , l' opera occupò il Poeta fino alla fine della sua vita: Amore cattura una schiera di celebri amanti, fra cui il Poeta stesso, che conduce nell'isola di Cipro (Trionfo dell'Amore, da dove questi vengono liberati da Laura e da altre donne pudiche (Trionfo della Pudicizia); Laura, tornata in Provenza, è ghermita dalla Morte (Trionfo della Morte), che però è costretta a fuggire per il sopraggiungere della Fama (Trionfo della Fama), la quale a sua volta è debellata dal Tempo (Trionfo del Tempo); alla fine il Poeta, convinto che la vita è un susseguirsi di errori, si rivolge pentito a Dio, che lo accoglie nel Regno dei Cieli, ove egli ritrova Laura divenuta immortale (Trionfo dell'Eternità). Il poema ha un significato allegorico: rappresenta il viaggio dell'umanità dal peccato alla beatitudine celeste.



2000 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it  - Collaborazione tecnica Iolanda Baccarini - iolda@virgilio.it