"O Tito, se ti aiuterò e attenuerò l'inquietudine che ora ti brucia e ti affligge conficcata nel petto, quale ricompensa avrò?" Mi è infatti possibile rivolgermi a te, o Attico, con gli stessi versi con cui si rivolge Flaminio "Quell'uomo, non con grandi ricchezze, ma pieno di onestà". Sebbene sappia certamente che tu, come Flaminio, non "Sei tormentato, o Tito, così notte e giorno". Conosco infatti la moderazione e l'equilibrio della tua mente, e capisco che da Atene non hai riportato solo il soprannome, ma anche la cultura e la prudenza. E tuttavia sospetto che tu sia preoccupato dalle stesse cose che attanagliano anche me in modo alquanto insopportabile, la cui consolazione è piuttosto difficile e deve essere rinviata in altro tempo. Ora invece mi è sembrato opportuno commporre qualcosa per te a proposito della vecchiaia.
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