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Cesare

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Malafede di Ariovisto


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Mentre nel colloquio si dibattevano queste cose, a Cesare fu annunciato che i cavalieri di Ariovisto si avvicinavano e cavalcavano verso i nostri, lanciavano contro di essi dardi e pietre. Cesare pose fine al colloquio e si ritirò dai suoi ed ordinò loro di non rispondere assolutamente ai nemici. Difatti, anche se vedeva che uno scontro con la cavalleria sarebbe avvenuto senza alcun pericolo per i suoi, tuttavia non riteneva di dover attaccare battaglia, perché, respinti i nemici, si potesse dire che essi erano stati circondati dai nostri nel corso del colloquio in buonafede. Dopo che ai soldati venne rivelato di quale arroganza e perfidia Ariovisto avesse fatto uso nel colloquio, e che i suoi cavalieri avevano compiuto un attacco contro i nostri e che a causa di ciò Cesare aveva interrotto quella discussione, venne infuso nel nostro esercito un ardore e una voglia di combattere molto maggiore. Due giorni dopo Ariovisto invia degli ambasciatori da Cesare, per riferirgli che voleva trattare con lui a proposito di quegli argomenti che avevano cominciato a discutere e non avevano concluso, e che o sceglieva il giorno per un nuovo colloquio o gli inviava uno dei suoi ambasciatori. A Cesare non sembrò esserci motivo per riprendere il dialogo, in quanto il giorno precedente non erano stati in grado di conservare la fiducia e avevano scagliato dardi contro i nostri.




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